Connect with us

news

Quarantena Covid, verso riduzione per chi ha terza dose

Governo e Regioni stanno vagliando l’ipotesi di ridurre la quarantena in caso di contatti stretti per coloro che hanno ricevuto la terza dose.

Published

on

Quarantena Covid, verso riduzione per chi ha terza dose

Governo e Regioni stanno vagliando l’ipotesi di ridurre la quarantena covid in caso di contatti stretti per coloro che hanno ricevuto la terza dose.

Sono due milioni e mezzo le persone in isolamento a causa di contatti con positivi al Covid, A tal proposito Governo e Regioni stanno vagliando un accorciamento della quarantena, al fine di scongiurare una ‘paralisi’ delle attività produttive. Si attende il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts), convocato per mercoledì 29 dicembre.

Quarantena Covid: l’ipotesi

Governo e Regioni stanno pensando di ridurre, da inizio gennaio, l’isolamento per chi ha ricevuto la terza dose o dose booster, in caso di contatti con positivi al Covid. L’ipotesi è una riduzione a 3-5 giorni. A preoccupare è la ricaduta sulle attività produttive, in particolare sul turismo. A causa dell’aumento dei contagi e delle persone in isolamento, infatti, molte prenotazioni sono state annullate. Nel mondo sono stati cancellati oltre duemila voli.

Le regole attuali

Attualmente in Italia la quarantena in caso di contatti stretti con un positivo confermato dura dai 7 ai 10 giorni anche per coloro che hanno ricevuto la terza dose. L’isolamento va rispettato, in via precauzionale, anche nel caso in cui, dopo essere stati identificati come ‘contatto stretto’ di caso confermato, si sia effettuato un test che ha dato esito negativo.

Al termine dell’isolamento si può tornare in comunità, ma solo dopo aver effettuato un test antigenico o molecolare con risultato negativo. Il periodo di assenza dal lavoro è coperto dal certificato medico. Al rientro la persona deve contattare il medico competente della sua azienda per ulteriori informazioni.

Quarantena ridotta in Usa

Intanto, gli Usa hanno già ridotto da 10 a 5 giorni l’isolamento per i positivi al covid asintomatici, che dovranno rispettare l’obbligo di mascherina per altri 5 giorni, e il periodo di quarantena per soggetti vaccinati che sono entrati in contatto con un positivo. Si pensa anche ad eliminare la quarantena per chi, dopo aver ricevuto la dose booster, è entrato in contatto con un soggetto positivo al Covid.

Advertisement

Quarantena Covid ridotta, il parere degli esperti

Diversi esperti hanno espresso il loro parere sulla necessità di cambiare le regole della quarantena. Ecco cosa hanno detto.

“E’ chiaro che in questa fase e con questa diffusività di Omicron dobbiamo considerare delle variazioni sulle modalità con cui interveniamo, altrimenti si va comunque verso un lockdown generalizzato vedendo quante persone oggi vaccinate, ma con figli giovani, sono costrette a casa in quarantena per contatti con positivi. Le indicazioni precedenti andavano bene con una contagiosità diversa, ora dobbiamo pensare a modalità differenti“, ha detto all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano.

Il direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha invece dichiarato: “Il rischio è di vedere tra 20 giorni l’Italia bloccata per le quarantene e gli isolamenti”. “Le mie proposte – ha aggiunto- sono da infettivologo e guardano a quello che accadrà tra qualche settimana. Se decidiamo di mettere in quarantena come stiamo facendo tutti i contatti dei positivi, considerando una media tra i 5 e i 10 contatti per ogni positivo (tra parenti e contatti sul posto di lavoro), il rischio è di avere un milione di persone al giorno tra positivi e chi deve andare in isolamento perché in contatto”. “In pochi giorni arriveremo a 10 milioni di persone in quarantena, possiamo permettercelo? Io direi di no. Serve mettere in isolamento così tante persone per dei positivi che nel caso dei vaccinati hanno al massimo un’influenza? Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro modo di affrontare il Covid sulla base del fatto che per i vaccinati la malattia è diversa ed è attenuata”, ha concluso.

“Oggi avere in quarantena tutti i contatti delle persone positive significa veramente chiudere la società e il mondo lavorativo. Non credo che possiamo permettercelo”, ha detto sempre all’Adnkronos Salute la microbiologa Maria Rita Gismondo, la quale crede sia “necessario rivedere i protocolli come stanno facendo per esempio in Sudafrica”. “La situazione attuale è assolutamente diversa da quella che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni”, ha evidenziato la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. “Peraltro finalmente il virus si sta mostrando sempre più in una patologia molto attenuata, se non addirittura asintomatica”, ha concluso.

“Il sistema di tracciamento e contenimento del virus deve essere rigoroso perché altrimenti si perde il controllo della pandemia. Quando si identifica un contatto stretto con un positivo, bisogna stare in isolamento, le regole su questo sono precise”, ha invece affermato Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute. “Fa bene il governo ad ancorare le sue decisioni alle evidenze scientifiche, la variante Omicron ha una diffusività eccezionale. Nelle prossime settimane alcune regioni andranno in giallo, altre in arancione. Dobbiamo evitare di andare in rosso”, ha sentenziato.

Advertisement

La posizione dei governatori delle Regioni

Anche i governatori delle Regioni si sono espressi sull’ipotesi della riduzione dell’isolamento.

“E’ ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato”, ha dichiarato il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, secondo cui la quarantena andrebbe rivista “per chi ha fatto la terza dose, ora uguale a quella degli altri”.

“Condivido la proposta di rivedere le regole della quarantena, riducendola o togliendola per i vaccinati, soprattutto per chi ha fatto già la terza dose. Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria, ma anche non fermare il Paese”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Aspettiamo quanto ci dirà il Cts che sta discutendo su questo. Noi seguiamo le indicazioni del mondo scientifico. Quello che ho chiesto è che il Cts faccia una riflessione perché dobbiamo tenere insieme la sicurezza sanitaria con un Paese che deve andare avanti, altrimenti rischiamo di bloccare tutto e di peggiorare la pandemia invece che affrontarla”, ha concluso.

Dello stesso avviso è Attilio Fontana, governatore della Lombardia: “La riduzione della quarantena per chi ha già ricevuto la terza dose, la considero una riflessione necessaria. Chi ha fatto la terza è più difficile che si contagi e quindi probabilmente si può rivedere la regola per questa categoria”, ha sottolineato.

“Basta quarantena per i contatti dei positivi, bisogna cambiare le regole e bisogna farlo al più presto prima che si blocchi un intero Paese”, ha tuonato il presidente della Liguria, Giovanni Toti, il quale sposa il pensiero di Matteo Bassetti: “Condivido quanto detto da Matteo Bassetti, parola per parola: non si può continuare ad affrontare il virus con la stessa metodologia dello scorso anno. La forma di Covid che stanno sviluppando centinaia di persone vaccinate con due o tre dosi di vaccino che dura 3 o 4 giorni come un raffreddore, non è paragonabile al Covid di un anno fa”, ha dichiarato.

Advertisement

fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/uomo-finestra-corona-coronavirus-4957154/

Continua a leggere su atuttonotizie.it

Vuoi essere sempre aggiornato e ricevere le principali notizie del giorno? Iscriviti alla nostra Newsletter

Continue Reading
Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

news

Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Published

on

By

Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto

Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.

Il diverbio

La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.

Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.

Mancanza di prove concrete

Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.

La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.

Sport e razzismo

La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]

 

Continua a leggere su atuttonotizie.it

Vuoi essere sempre aggiornato e ricevere le principali notizie del giorno? Iscriviti alla nostra Newsletter

Continue Reading

news

Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo

Published

on

By

Crolla il ponte di Baltimora per un'urto con una nave cargo

Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.

La Cronaca dell’Incidente

La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.

Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.

Le Cause dell’Incidente

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.

Implicazioni e Conseguenze

L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.

Misure di Prevenzione e Sicurezza

Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.

L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.

 

[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]

 

Continua a leggere su atuttonotizie.it

Vuoi essere sempre aggiornato e ricevere le principali notizie del giorno? Iscriviti alla nostra Newsletter

Continue Reading

news

Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Published

on

By

Cosa succede se si affida un satellite all'intelligenza artificiale?

Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Il matrimonio tra spazio e IA

Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.

Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale

1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.

2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.

3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.

4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.

Vantaggi dell’IA nei satelliti

– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.

– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.

– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:

– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.

– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.

– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.

Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]

 

Continua a leggere su atuttonotizie.it

Vuoi essere sempre aggiornato e ricevere le principali notizie del giorno? Iscriviti alla nostra Newsletter

Continue Reading

Salute e Benessere

Made with ❤ in Ketchup Adv S.p.A. - PIVA.09211640967 | Piazza Borromeo 14, 20123 Milano