Il riscaldamento globale ha comportato un aumento della temperatura di fiumi, laghi, mari e oceani e, di conseguenza, un aumento della mortalità di fauna e flora. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Leida ha scoperto che a resistere meno alle alte temperature delle acque sono i pesci più grandi.
Riscaldamento globale: i pesci grandi soffrono di più il caldo
La principale conseguenza del riscaldamento globale è l’aumento della temperatura delle acque di fiumi, laghi, mari e oceani che ha comportato anche un aumento della mortalità di fauna e flora. Ad essere sempre meno attrezzati a resistere alle temperature più alte delle acque sarebbero i pesci di dimensioni corporee più grandi. A dirlo è uno studio pubblicato su Environmental Biology of Fishes da un team di ricercatori dell’Università di Leida che per la prima volta ha investigato il fenomeno. Secondo gli studiosi, più aumentano le dimensioni corporee, minore è la capacità dei pesci di sopportare i cambiamenti climatici.
Lo studio
I ricercatori dell’Università di Leida hanno osservato che più i pesci invecchiano e crescono, più fanno fatica a reggere l’aumento della temperatura dell’acqua nella quale nuotano. Per giungere a questa conclusione hanno incrociato i dati sulle mortalità di massa legate alla siccità con quelli raccolti dalle imprese che gestiscono le aree di pesca, e anche con informazioni legate a studi fisiologici sui pesci. Dal confronto dei dati è appunto emerso che le acque più calde, quindi meno ossigenate, mettono in crisi i pesci adulti più di quanto succeda ai giovani. Il motivo è legato alla loro anatomia.
Le branchie, ovvero le strutture con le quali i pesci respirano, sono bidimensionali, mentre un esemplare cresce in tre dimensioni. Quando i pesci crescono, il rapporto tra superficie delle branchie e volume del corpo si sbilancia a favore del secondo quindi la respirazione diventa meno efficiente. Per questo motivo, con il passare degli anni, il ritmo di crescita dei pesci diminuisce. Quando fa troppo caldo, quindi c’è poco ossigeno, le branchie dei pesci adulti diventano troppo deboli per far fronte alle esigenze di questi animali, i quali sono costretti ad attingere ad altre fonti energetiche interne e che non fanno uso di ossigeno. Queste riserve, però, non sono infinite, pertanto i pesci troppo grossi fanno fatica a sostentarsi, andando incontro a una morte precoce. Al contrario, i pesci più piccoli sono dotati di un numero di branchie sufficienti per sopravvivere anche all’aumento delle temperature. Quando cresceranno, però, anche a loro toccherà la stessa sorte. Nei prossimi anni potremmo dunque assistere ad una riduzione delle dimensioni medie di certi pesci, con tutte le conseguenze del caso, non solo sull’ecosistema ma anche economiche.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/animale-animali-acquario-blu-21585/]
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