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Bouledogue francese, un fedele compagno di vita
Bouledogue francese, un piccolo ma grande amico, cane da appartamento e da compagnia che nel corso del tempo ha saputo conquistare l’alta società europea.
Tra le razze più amate in Italia il Bouledog francese ha un carattere forte ma mite, vediamo insieme le sue caratteristiche.
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Bouledogue francese, un perfetto cane da appartamento
Il Bouledogue francese è un molossoide di piccola taglia, perfetto come cane da compagnia. E’ classificato dall’Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) nel gruppo 9-cani da compagnia ed è scelto per il suo aspetto insolito e le sue caratteristiche come cane da appartamento. Il Bouledogue francese non ama correre e abbaiare, al contrario è molto legato al suo padrone e chiede costantemente attenzioni. E’ il tipico cane dell’alta società britannica e francese, scelto tra l’800 e il 900 per i suoi tratti brachicefalici e la sua innata simpatia e calma.
Storia di un cane amato dagli artisti
La razza del Bouledogue francese nasce come una derivazione dell’Old English Bulldog, dalla quale derivano tutti gli attuali Bulldog. La selezione è frutto dell’incrocio tra i Toy Bulldog inglesi e i doguins francesi con i terrier di piccola taglia e a pelo corto. Il Bouledogue come lo conosciamo oggi è dunque frutto dell’incrocio tra diverse razze, probabilmente fatto da vari allevatori francesi nel pieno della Rivoluzione industriale in Francia. La storia narra che nel 1800 le ricamatrici inglesi si trasferirono in Normandia in cerca di lavoro e portarono con loro alcuni Bulldog di taglia piccola, per presidiare le fattorie e tenere lontani i ratti. Questo nuovo esemplare piacque talmente tanto ai francesi, che arrivò a Parigi e nel 1880 fu fondato il primo club della razza. Nel 1898 la Société Centrale Canine riconobbe la razza del Bouledogue français. Da cane di artigiani, macellai e cocchieri, il piccolo Bouledogue conquistò l’alta società per il carattere mite e il suo aspetto insolito, tanto che ancora oggi è ricercato da artisti, politici e vip.
Le caratteristiche del Bouledogue francese
Il suo peso si attesta tra gli 8 e gli 11 chili, ma negli esemplari più grandi può raggiungere i 14 chili. Le varietà comprendono il tipo A (senza macchie estese) e il tipo B (con macchie estese). Le caratteristiche che più lo identificano sono la brachicefalia, ovvero un muso schiacciato e corto, le zampe corte e leggermente arquate e le tipiche orecchie naturalmente erette. I colori ammessi sono: fulvo, bringée (tigrato), caille (bianco con pezzature bringée) e caille fauve (bianco con pezzature fulve). E’ un animale solido e compatto, che nonostante il suo carattere docile sa riconoscere i pericoli e allontanarli. Non ama la violenza ed è molto legato al suo padrone ma non disdegna l’affetto degli ospiti. Un vero e proprio cane da appartamento, che con la sua innata simpatia, nel corso del tempo, ha saputo conquistare le famiglie occidentali.
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Il còlobo rosso di Zanzibar
Esplorando il Fascino del Còlobo Rosso di Zanzibar: Una Guida Completa
Il còlobo rosso di Zanzibar (Piliocolobus kirkii) è una delle specie più affascinanti e iconiche dell’arcipelago di Zanzibar, situato al largo della costa orientale dell’Africa. Con il suo mantello vibrante e il comportamento sociale complesso, questo primate è diventato una figura centrale nella conservazione della fauna selvatica e nell’ecoturismo della regione. In questo articolo, esploreremo in profondità la storia, l’habitat, il comportamento e lo stato attuale del còlobo rosso di Zanzibar, fornendo un quadro completo di questa specie straordinaria.
Origini e Storia
Il còlobo rosso di Zanzibar è una specie endemica dell’arcipelago di Zanzibar, il che significa che è presente solo in questa regione e non si trova in nessun altro luogo del mondo. È stato scoperto per la prima volta nel 1860 dal naturalista britannico John Kirk, da cui prende il nome scientifico “kirkii”. Questo primate è strettamente imparentato con altri còlobi presenti in Africa orientale, ma si è evoluto in una specie distinta a causa dell’isolamento geografico dell’arcipelago di Zanzibar.
Caratteristiche Fisiche
Il còlobo rosso di Zanzibar è caratterizzato da un mantello rosso brillante, che gli conferisce il suo nome distintivo. Gli individui adulti possono pesare fino a 10 chilogrammi e raggiungere un’altezza di circa 60 centimetri. Presentano anche una lunga coda prensile, che utilizzano per bilanciarsi mentre si arrampicano sugli alberi e per comunicare con altri membri del loro gruppo. Le femmine di solito sono più piccole dei maschi e hanno un mantello leggermente più chiaro.
Habitat e Distribuzione
Il còlobo rosso di Zanzibar abita principalmente le foreste costiere dell’isola di Zanzibar e di alcune isole circostanti. Queste foreste sono caratterizzate da una ricca diversità di piante e alberi, che forniscono cibo e rifugio per i còlobi e altre specie di fauna selvatica. Tuttavia, a causa della deforestazione e della perdita di habitat dovuta all’espansione delle attività umane, l’habitat del còlobo rosso di Zanzibar è stato notevolmente ridotto, mettendo a rischio la sopravvivenza di questa specie.
Comportamento Sociale
I còlobi rossi di Zanzibar vivono in gruppi sociali chiamati “troppe”. Ogni troupe è composta da un maschio dominante, diverse femmine e i loro piccoli. Questi gruppi si muovono insieme attraverso la foresta in cerca di cibo e rifugio. Il maschio dominante è responsabile della difesa del territorio e della guida del gruppo, mentre le femmine si occupano principalmente della cura dei piccoli e della ricerca di cibo. La comunicazione all’interno del gruppo avviene attraverso una combinazione di vocalizzazioni, gesti e espressioni facciali.
Alimentazione
Il cibo principale del còlobo rosso di Zanzibar è costituito da foglie, germogli, frutta e fiori. Sono erbivori specializzati e passano gran parte della giornata a cercare e consumare cibo. Grazie alla loro dieta ricca di fibre, giocano un ruolo importante nella dispersione dei semi attraverso le loro feci, contribuendo così alla rigenerazione delle foreste.
Minacce e Conservazione
Il còlobo rosso di Zanzibar affronta diverse minacce alla sua sopravvivenza, tra cui la perdita di habitat, la caccia illegale e il degrado ambientale. La deforestazione causata dall’espansione agricola e dalle attività di sviluppo ha ridotto notevolmente l’habitat disponibile per questa specie, mettendo a rischio la sua sopravvivenza a lungo termine.
Tuttavia, esistono sforzi significativi per proteggere il còlobo rosso di Zanzibar e il suo habitat. Numerose organizzazioni locali e internazionali si dedicano alla conservazione della fauna selvatica e alla promozione dello sviluppo sostenibile nell’arcipelago di Zanzibar. Questi sforzi includono la creazione di aree protette, la sensibilizzazione pubblica e la promozione dell’ecoturismo responsabile.
Turismo Responsabile
L’ecoturismo ha il potenziale per svolgere un ruolo fondamentale nella conservazione del còlobo rosso di Zanzibar. I visitatori possono partecipare a escursioni guidate nelle foreste dell’isola per osservare questi primati in natura e imparare di più sulla loro biologia e sulle sfide che affrontano. Tuttavia, è importante praticare un turismo responsabile che rispetti gli animali e il loro ambiente, evitando disturbi e danni all’habitat.
Il còlobo rosso di Zanzibar è una specie straordinaria che gioca un ruolo vitale negli ecosistemi forestali dell’arcipelago di Zanzibar. Tuttavia, le sfide della perdita di habitat e della degradazione ambientale richiedono un impegno continuo per proteggere questa specie minacciata. Attraverso la conservazione della fauna selvatica, l’educazione ambientale e il turismo responsabile, possiamo garantire un futuro sostenibile per il còlobo rosso di Zanzibar e per gli ecosistemi unici che abita.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/cardinali-uccello-rami-seduta-5867485/]
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Come fanno i colibrì a volare in spazi strettissimi?
Come fanno i colibrì a volare in spazi strettissimi: Il segreto della manovrabilità sorprendente di questi piccoli uccelli
I colibrì, noti per la loro bellezza e agilità in volo, sono una delle meraviglie della natura. Questi piccoli uccelli sono capaci di navigare attraverso spazi angusti e intricati con una precisione incredibile, un’abilità che li distingue da molte altre specie di uccelli. Ma come fanno i colibrì a volare in spazi così strettissimi? Qual è il segreto dietro la loro straordinaria manovrabilità? In questo articolo, esploreremo la scienza dietro il volo dei colibrì e sveleremo i segreti di questa straordinaria capacità.
La fisica del volo dei colibrì
Per comprendere come i colibrì sono in grado di volare in spazi così ristretti, è importante esaminare la loro anatomia e la fisica del loro volo. I colibrì sono caratterizzati da ali lunghe e strette che battono rapidamente con un movimento ad alta frequenza. Questo battito d’ali rapido è ciò che consente loro di rimanere sospesi in aria e di manovrare con grande agilità.
Una delle chiavi del volo dei colibrì è la loro capacità di generare una quantità significativa di portanza con le ali. La portanza è la forza aerodinamica che solleva un oggetto in volo, e i colibrì sono maestri nell’utilizzare le loro ali per generare questa forza in modo efficiente. Le ali dei colibrì sono flessibili e possono essere regolate in modo da variare la portanza in base alle esigenze di volo dell’uccello.
Inoltre, i colibrì sono in grado di mantenere una stabilità straordinaria durante il volo grazie alla loro capacità di regolare la posizione delle ali e della coda in tempo reale. Questo permette loro di effettuare rapidi cambi di direzione e di adattarsi istantaneamente alle variazioni dell’ambiente circostante.
La struttura anatomica dei colibrì
Oltre alla loro abilità nel generare portanza e mantenere la stabilità durante il volo, la struttura anatomica dei colibrì contribuisce in modo significativo alla loro manovrabilità. Ad esempio, i colibrì hanno una muscolatura toracica estremamente sviluppata che permette loro di muovere le ali con grande potenza e precisione. Questi muscoli sono in grado di contrarsi rapidamente e generare la forza necessaria per il battito d’ali veloce dei colibrì.
Inoltre, le articolazioni delle ali dei colibrì sono altamente mobili, il che consente loro di piegare e ruotare le ali in modi che altri uccelli non possono replicare. Questa flessibilità anatomica permette loro di adattarsi a spazi ristretti e di manovrare con grande agilità.
Il ruolo della percezione visiva nei colibrì
Oltre alla loro struttura anatomica e alla fisica del volo, la percezione visiva svolge un ruolo fondamentale nelle abilità di navigazione dei colibrì. Questi uccelli hanno una vista eccezionale che consente loro di individuare e evitare ostacoli durante il volo. Inoltre, i colibrì sono in grado di percepire i movimenti rapidi degli oggetti intorno a loro, il che li aiuta a reagire istantaneamente alle minacce potenziali.
La percezione visiva dei colibrì è anche fondamentale per individuare fonti di cibo, come fiori e alimenti naturali. La capacità di localizzare rapidamente e con precisione le risorse alimentari è essenziale per la sopravvivenza di questi uccelli, e la loro vista acuta gioca un ruolo cruciale in questo processo.
Adattamenti comportamentali dei colibrì
Oltre alle loro abilità fisiche e sensoriali, i colibrì hanno sviluppato adattamenti comportamentali che contribuiscono alla loro manovrabilità in spazi strettissimi. Ad esempio, i colibrì sono noti per il loro comportamento territoriale e aggressivo nei confronti di altri uccelli che minacciano le loro risorse alimentari o il loro territorio di nidificazione. Questo comportamento aggressivo può aiutare i colibrì a difendere le risorse chiave e a mantenere un accesso privilegiato a fonti di cibo preziose.
Inoltre, i colibrì sono in grado di adattare il loro comportamento di volo in base alle condizioni ambientali e alle esigenze alimentari. Ad esempio, durante la migrazione o in presenza di forti venti, i colibrì possono modificare la loro rotta di volo e adottare strategie di navigazione alternative per raggiungere le loro destinazioni.
I colibrì sono in grado di volare in spazi strettissimi grazie a una combinazione di fattori fisici, anatomici, sensoriali e comportamentali. La loro capacità di generare portanza con le ali, mantenere la stabilità durante il volo e percepire rapidamente il loro ambiente circostante sono fondamentali per la loro straordinaria manovrabilità. Inoltre, la struttura anatomica dei colibrì e i loro adattamenti comportamentali contribuiscono ulteriormente alle loro abilità di navigazione. Studiare il volo dei colibrì non solo ci aiuta a comprendere meglio la biologia di questi affascinanti uccelli, ma ci offre anche spunti preziosi per lo sviluppo di tecnologie innovative nel campo della robotica e dell’aerodinamica.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/colibr%C3%AC-uccello-volo-ali-2139279/]
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Qual è l’uccello più pericoloso del mondo?
Scopri le Caratteristiche dell’Avifauna più Temibile
Nel vasto e affascinante regno degli uccelli, esistono specie dalle caratteristiche più variegate. Alcuni cinguettano melodiosamente all’alba, altri solcano i cieli con grazia e leggiadria, mentre altri ancora si distinguono per la loro imponenza e ferocia. Ma tra tutte le specie ornitologiche del mondo, quale può essere considerato l’uccello più pericoloso? Questa domanda potrebbe suscitare curiosità e persino timore, ma per rispondere in modo completo, è necessario esaminare diversi fattori, tra cui le abitudini alimentari, l’habitat, e il comportamento di ciascuna specie.
Introduzione agli Uccelli Predatori
Prima di entrare nei dettagli, è importante comprendere cosa rende un uccello pericoloso. Gli uccelli predatori, noti anche come rapaci, sono spesso considerati pericolosi a causa della loro capacità di cacciare prede più piccole. Tuttavia, ci sono altre caratteristiche che possono contribuire alla pericolosità di un uccello, come la sua aggressività territoriale o il suo veleno.
Il Cassowary: L’Uccello Martello della Foresta Tropicale
Nel cuore delle foreste pluviali dell’Australia e della Nuova Guinea si nasconde un uccello che incute rispetto anche nei più coraggiosi esploratori: il cassowary. Conosciuto per il suo aspetto imponente e le sue tre lunghe e affilate artigli sulle zampe, questo uccello può raggiungere un’altezza di oltre due metri e pesare fino a 60 chilogrammi. Ma ciò che rende il cassowary veramente pericoloso è la sua aggressività quando si sente minacciato. Se provocato, può attaccare con grande velocità e potenza, infliggendo ferite profonde con i suoi artigli affilati.
Il Condor Andino: Il Signore delle Ande
Mentre il cassowary è noto per la sua ferocia nel corpo a corpo, il condor andino è una minaccia molto diversa. Con un’apertura alare che può superare i tre metri, questo gigante degli Andes è il più grande uccello rapace del mondo. Anche se il condor andino si nutre principalmente di carogne, la sua stazza imponente e il suo becco potente lo rendono un avversario temibile per qualsiasi predatore che osi sfidarlo.
Il Gufo Reale Eurasiano: Il Predatore Notturno
Nascosto nell’oscurità della notte, il gufo reale eurasiatico emerge come uno dei predatori più abili del regno animale. Con la sua visione notturna eccezionale e la sua capacità di volare silenziosamente, il gufo reale può catturare prede anche in condizioni di luce scarsa. La sua dieta varia dalle piccole volpi ai conigli e persino ad altri uccelli rapaci più piccoli. Sebbene non sia noto per attaccare gli esseri umani, il gufo reale eurasiatico è un cacciatore formidabile nel suo ambiente naturale.
La Cicogna: Un Aspetto Ingannevole
Mentre molti potrebbero non considerare la cicogna un uccello pericoloso, la sua imponente stazza e il suo becco lungo e appuntito la rendono un avversario formidabile per pesci e piccoli vertebrati. Originaria di molte regioni del mondo, dalle pianure africane alle fredde acque del nord Europa, la cicogna è un cacciatore agile e veloce, capace di infliggere ferite gravi con il suo becco a forma di lancia.
Il Verdetto Finale: Qual è l’Uccello più Pericoloso?
Dopo aver esaminato le caratteristiche di queste diverse specie di uccelli, è difficile stabilire con certezza quale sia l’uccello più pericoloso del mondo. Ognuno di loro ha adattamenti unici che lo rendono un cacciatore efficace nel suo habitat naturale. Il cassowary si distingue per la sua aggressività e la sua capacità di infliggere ferite mortali con i suoi artigli, mentre il condor andino domina i cieli con la sua stazza imponente e il suo becco potente. Il gufo reale eurasiatico, invece, è un maestro della caccia notturna, mentre la cicogna sorprende le sue prede con la sua velocità e agilità.
L’uccello più pericoloso del mondo dipende dall’ottica con cui si valutano le diverse minacce che rappresentano. Ognuno di questi rapaci ha evoluto strategie uniche per cacciare e difendersi, rendendoli tutti dei predatori formidabili nei loro rispettivi ecosistemi. Che si tratti del cassowary imponente che si nasconde nella giungla, del condor andino che solca i cieli delle Ande, del gufo reale che caccia nel buio della notte o della cicogna che si aggira tra le paludi, ognuno di questi uccelli merita rispetto e ammirazione per la loro maestosità e la loro pericolosità.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/gru-incoronata-grigia-uccelli-gru-540657/]
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Parisi Nicoletta
13 Settembre 2020 at 18:53
Ciao a tutti, io e mio marito abbiamo un bullo di 6 anni, della bellezza di 17 kg. Una taglia grande!
Che dire…E’ la nostra ombra, sempre con noi! Guai se non ci fosse, anche se è snob.. coccole solo quando vuole lui, brontolone e poltrone!
Non si può non innamorarsi di questa razza!
Roberto
13 Settembre 2020 at 12:38
Ciao sono felice di condividere 10 anni della mia vita con HALO il mio bouledogue… qualche problemi di salute ma un compagno fedele e dolce come nessuno
Ottavio
13 Settembre 2020 at 08:37
Ciao a tutti sono Ottavio possiedo un maschio da 6 anni,mi piacerebbe sentire che tutti elencassero anche i gravi problemi di salute che i nostri amici a quattro zampe hanno. Pertanto non solo gioie ma anche molti dolori . Le innumerevoli patologie
che di cui questa razza e’ soggetta deve essere un campanello d’allarme prima del loro acquisto.
Mariabarbara Casali
12 Settembre 2020 at 14:35
A me lo anno regalato.un anno fa aveva 5 mesi di vita ci siamo guardati negli occhi ed e stato amore a prima vista.adesso ah un anno e mezzo ed e la padrona di casa e innamorata delle miei nipotine e un amore la mia buldog Cloe
Valter
12 Settembre 2020 at 07:52
Mi chiamo Valter io e mia moglie abbiamo una padroncina di due anni si fa tutto con lei e x lei è stupendamente donatrice di felicità Ariel il suo nome
Nulli Augusti Bruno
12 Settembre 2020 at 02:15
Aggiungerei solo qualche altra informazione alla splendida descrizione di questa razza…la testardaggine! Devono sempre averla vinta loro ! Impossibile riuscire a batterli..usano lo sguardo e li via hai perso e instancabilita fino a che non hanno raggiunto il loro scopo! Unici e imparagonabile! PS.nell elenco manca il bulldog francese blue! Come il.mio ❤
elvira
11 Settembre 2020 at 23:58
Ciao a tutti io ho un angelo a casa di 4 anni e la mia vita ti danno tanto amore e ti sanno capire da un anno sono diventati 10 ebbene si adesso sono 10 o bulldogge che tengo e davvero una gioia vederli ogni volta che torno a casa dal lavoro l’affetto che ti dimostrano e immenso
Simona
11 Settembre 2020 at 22:53
Ho un bull lo amo più di me stessa è unico forte testardo dolce insomma mi ha conquistata
Chiara
11 Settembre 2020 at 22:19
Il mio ha 7 mesi e si chiama Coffy, ha un muso dolce e gli occhi che ti esprimono ogni cosa lui voglia dire! Lo amo immensamente e ora non saprei vivere senza di lui!
Giusy Crimi
11 Settembre 2020 at 20:40
Io ho avuto cani adottati che anche se non di razza(e forse per questo)
mi hanno dato e mi danno tanto affetto.
Carmen
11 Settembre 2020 at 20:30
Ciao sono Carmen e ho un adorabile bouledogue di nome Tobia. E spettacolare adorabile e arrivato nella nostra famiglia quando ormai il figlio è andato via di casa. Ora lui è il nostro bambino peloso. Consiglio a tutti quanti questa razza specialmente per chi vive in un appartamento
Dino
11 Settembre 2020 at 20:19
Mio figlio ne ha uno di6anni, che quando ci viene a trovare ci fa’le feste, che i nostri nipoti non ce le fanno.
Cristiana Brida
11 Settembre 2020 at 19:11
Ciao , mi chiamo Cristiana e da sempre adoro queste stupende creature. Ne ho 4 !!! Quattro stupende femminucce!! Matilde, Morgana, Cloe e Margot.. vivo per loro.. c ‘ è stata anche Isotta, il mio grande amore persa a causa di una brutta malattia.. è una razza favolosa!! Per me sono figlie.. facciamo lunghe camminate in montagna, al mare.. sono sempre con me.. è vero, hanno qualcosa di umano.. uno sguardo dolcissimo..
Perrotta Daniela
11 Settembre 2020 at 18:17
La mia piccola Lola é entrata in famiglia a due mesi. É quasi un anno che é con noi. Concordo con la sig. Maria Grazie che ha detto che hanno qualcosa di umano. Ha gli occhi di una dolcezza infinita che ti sanno parlare. È capace di raddrizzare qualche giornata storta con la sua simpatia. Insomma, un altro figlio ,un regalo per noi.
Anna
11 Settembre 2020 at 16:51
Salve dopo la morte ad Aprile del mio chiwawa ero sicura di nn volerne più. Ho pianto tanto xke’ mi mancava troppo, poi mio marito mi ha convinta x rivedermi in po’ più serena, di prenderne un altro , ebbene ho preso bullodog francese, pensavo di non poter amare più così tanto in altro cane, ma questo mi conquistato da subito mi ha preso cuore e anima.. l’ amo tantissimo. E lui ama a tutta la famiglia ma con shhhh ma…. con me ha un rapporto speciale!!!
Sabrina
11 Settembre 2020 at 16:47
Io ne ho uno Bryan, nero e bianco.
Facile innamorarsi di questa razza buffa e simpatica, facile descriverne i pregi( simpatia, dolcezza) ma non sono cani semplici da gestire.
Non spiccano per intelligenza anche se lo amerai da impazzire; emanano un forte odore ma è come se profumate di iris; hanno mille problemi di salute ma per noi sarà sempre una roccia; mordono qualsiasi cosa, fanno più pizzette che coccole ma sono belli per questo.
Quando deciderete di prenderne uno non fatelo solo per la loro faccia buffa ma siate consapevoli che sarà il vostro compagno di vita.
Gian Paolo
11 Settembre 2020 at 14:23
Buongiorno, da 1 anno mia moglie ed io accudiamo un secondo figlio regalo fatto a mia moglie(cit. Maria Grazia….qualcosa di umano) di nome Ettore: non ho abbastanza parole per descrivere ma Vi posso affermare: provare per credere. Nelle giornate storte vedrete come Vi cambia l’umore. Facile da gestire(viene in ufficio con me tutti i giorni) non è invadente è bravo sta composto….insomma un gioiellino dolce dolce.
Danila
11 Settembre 2020 at 20:05
Buonasera, mi sono innamorata del bulldog francese dopo aver coccolato un cucciolone. Ho solamente una domanda da rivolgere a chi già vive con questa creatura. È vero che, a causa del musino schiacciato, il bulldog francese è un forte russatore?
Vi ringrazio tanto per la risposta.
Dino
11 Settembre 2020 at 14:00
Ciao ,io sono DINO Ho una bolletta grunge e di nome SELLY credo sia uno dei migliori cani che abbia avuto
Ivana Bardella
11 Settembre 2020 at 13:41
Io è dall’anno 2000 che beneficio della loro compagnia. La mia prima coppia mi hanno regalato cuccioli meravigliosi.
Adesso possiede un bulletto francese e un inglese: indovinato chi comanda….
cristina
11 Settembre 2020 at 10:07
Io ne possiedo uno da otto anni ,è un cane adorabile ,simpatico ed hanno gli occhi che parlano da soli ,sono dei piccoli bambini ,affettuosi e allo stesso tempo difendono il padrone e sono territoriali
Marina
11 Settembre 2020 at 11:29
Ciao sono Marina scusami che ti scrivo ma puoi indirizzarmi dove posso prendere uno che io li adoro quelli cani ti prego.grazie.
Maria Grazia
10 Settembre 2020 at 21:25
È una razza davvero incredibile…l’espressione del loro viso parla da sola…ha qualcosa di umano…io amo tutti i cani ma questa razza ha una marcia in più…
Franco
10 Settembre 2020 at 20:10
Ciao a tutti sono franco io ne possiedo uno da 13 anni e adorabile ,sensibile e spettacolare mi è stato regalato da un conoscente perché non si poteva occupare di lei aveva un lavoro itinerante che lo portava a lavorare via per mesi così l abbiamo adottata noi e da allora e con noi ed è viziatella ,ma come si fa a non viziarli …….
Giusy Crimi
11 Settembre 2020 at 20:41
Adottate non comprate!
antonella natalis
13 Settembre 2020 at 02:50
E sta bene?il mio 12 e mezzo