Secondo un recente studio giapponese, i cani piangono di gioia quando ci rivedono anche solo dopo qualche ora di separazione. Ma è davvero così?
I cani si commuovono e piangono quando si riuniscono ai padroni dopo un breve periodo di separazione, anche se si tratta di qualche ora. A dirlo è un piccolo studio giapponese, pubblicato su Current Biology che ha fatto il giro del web. Ma non tutti gli esperti sono convinti di questa teoria.
I cani si commuovono quando ci rivedono dopo un periodo di separazione?
Secondo uno studio giapponese apparso su Current Biology, i cani produrrebbero lacrime di gioia nel rivedere il padrone dopo una breve assenza, come fanno gli umani. La sostanza responsabile di queste secrezioni sarebbe l’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”.
“Abbiamo scoperto che i cani piangono e le lacrime sono associate alle emozioni positive”, ha affermato Takefumi Kikusui, specialista di comportamento animale e medicina veterinaria dell’Azabu University di Sagamihara (Giappone). “Abbiamo anche scoperto che l’ossitocina è il possibile meccanismo che sta alla base del fenomeno”, ha aggiunto.
Non tutti però sono convinti di ciò. I numeri e le metodologie dello studio, infatti, hanno generato un certo scetticismo nella comunità di biologi specializzati in comportamenti canini.
Va specificato che il gruppo di studiosi, guidato da Kikusui, non afferma che i cani singhiozzano per l’emozione come fa l’uomo, ma che “fanno gli occhi lucidi”. Si tratterebbe di una strategia per stimolare il nostro desiderio di accudirli.
Tuttavia, affermano gli scettici, non è una novità che i cani, in migliaia di anni di co-evoluzione con l’uomo, abbiano imparato a contrarre i muscoli facciali per cambiare velocemente espressione, per esempio per fare “gli occhi dolci”, una dote che i lupi non hanno. Inoltre, i cani hanno sviluppato una capacità senza pari di comunicare con gli umani grazie al contatto visivo.
Lo studio
Attraverso un esame, noto come test di Schirmer, che consiste nell’appoggiare per un minuto una strisciolina di carta assorbente tra la palpebra inferiore e la cornea, per poter vedere quanta porzione di carta resta umida, i ricercatori giapponesi hanno misurato la quantità di lacrime normalmente prodotta da 18 cani nel loro ambiente domestico insieme al padrone. In un esperimento di controllo sono state misurate le lacrime di 20 cani mentre interagivano con lo staff di una pensione per animali.
Successivamente sono state raccolte le lacrime di gioia prodotte dai cani nei primi 5 minuti di ricongiungimento con i padroni, dopo più di cinque ore di lontananza. La quantità di lacrime versata in questo caso è risultata maggiore di quella prodotta in una normale giornata a casa (aumento del 10%). Inoltre, la lacrimazione è maggiore quando il cane ritrova il suo padrone e minore quando ritrova altri familiari: neanche una goccia extra è uscita dagli occhi dei 20 cani del gruppo di controllo, riuniti a un familiare diverso dal padrone.
Tuttavia, questo metodo è stato criticato e l’opinione dei ricercatori non è univoca. Clive Wynne, comportamentalista canino all’Università dell’Arizona, per esempio, sostiene che le striscioline di carta usate nell’esperimento potrebbero aver alterato i risultati, in quanto un cane particolarmente eccitato nel rivedere il padrone potrebbe tendere a muoversi più velocemente e più bruscamente. Così facendo, la striscia di carta sfrega sull’occhio, irritandolo. Le lacrime prodotte dunque sarebbero causate dall’attrito fra l’occhio e la striscia di carta. Lo studio ha in un secondo momento indagato anche il ruolo dell’ossitocina, ovvero l’ormone connesso alle emozioni e alle relazioni affettive, nelle lacrime canine.
È già noto che i livelli di quest’ormone salgono sia nell’uomo sia nel cane, quando si trovano insieme. Pertanto il team ha deciso di condurre un esperimento, somministrando questa sostanza a 22 cani sotto forma di collirio, dimostrando che essa stimola la produzione di lacrime, cosa che non è invece accaduta con una soluzione di controllo.
In un terzo esperimento, i ricercatori giapponesi hanno mostrato a un gruppo di volontari umani 10 foto di cinque cani diversi, rispettivamente con gli occhi asciutti e lucidi. A ciascun umano è stato chiesto di valutare in una scala da uno a cinque quanto avrebbero voluto prendersi cura di ciascun cane. I cani con gli occhi lucidi e lacrimosi hanno accentuato il desiderio di cura e accudimento nel 10-15% di persone in più rispetto alle foto di cani con occhi normali.
Anche questa seconda parte dello studio, però, è stata criticata da alcuni esperti, i quali affermano che l’ossitocina potrebbe aver irritato gli occhi dei cani aumentando la produzione di lacrime. La relazione fra lacrime (presunte) di gioia e ossitocina è, secondo alcuni, discutibile. Lauren Bylsma, psicologa clinica all’Università di Pittsburgh e coautrice di uno studio, pubblicato alcuni anni fa, afferma che soltanto gli umani piangono a causa di un’emozione. Sulla questione ci sono dunque ancora dubbi, mentre è certo che uno sguardo “umido” produca nell’uomo un’emozione importante.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/mops-pug-cane-cane-si-prega-di-2867946/
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