Insegnare il nome al gatto può sembrare un’operazione complicata. Non temere! Con un po’ di pazienza e qualche consiglio, ci riuscirai sicuramente. Ecco come devi fare.
In moltissime case degli italiani è presente un gatto domestico, al quale viene dato un nome fin dal suo arrivo in casa. Una delle attività più difficili è quella della sua educazione, ma con pazienza e seguendo alcuni consigli si po’ anche insegnare il nome al gatto, facendo in modo che lo riconosca quando viene chiamato. Per far questo si possono usare le coccole o il cibo e associarle al suo nome, in modo da stimolare il ricordo.
L’insegnamento del nome al gatto
Quando si porta in casa un gatto la prima cosa da fare è quella della scelta del nome. Per far si che sia ricordato più facilmente si deve scegliere un nome corto, semplice e di una sola parola. Deve anche essere diverso in modo netto da altre parole che gli sono rivolte durante la giornata come ad esempio degli ordini, in modo che il gatto non si confonda.
Quando si inizia ad insegnare il nome al gatto è bene non usare dei diminutivi o vezzeggiativi, e non storpiare il suo nome. Anche la dizione è molto importante e quindi si deve cercare di usare sempre lo stesso “tono di voce”, in modo che il gatto lo associ a sé. In molti casi il nome viene assegnato in base alle caratteristiche fisiche del felino, oppure si scelgono nomi di personaggi, magari dei cartoni animati o dei film.
Certamente l’insegnamento del nome al proprio gatto risulta più difficile rispetto al cane, ma non per una minore intelligenza, bensì per una più spiccata individualità ed indipendenza. Il miglior modo per insegnare ad un gatto a riconoscere il proprio nome è quello di iniziare fin dall’arrivo in casa da cucciolo. I primi 6 mesi di vita sono quelli ideali che si devono sfruttare non soltanto per insegnare il nome, ma anche per gli altri ordini.
n questa fase infatti i felini sono molto più attratti dalla socializzazione sia con l’ambiente che con i padroni. Nel corso della giornata si deve insegnare il nome al gatto in momenti in cui sia vigile, non distratto da giochi, oppure mentre sta iniziando la sua “dormitina” successiva ai pasti. Bisogna anche verificare che il gatto prima di arrivare in casa non abbia subito dei traumi psicologici, perché in questo caso le difficoltà di apprendimento sarebbero sicuramente maggiori.
Insegnare il nome al gatto “passo per passo”
Il rinforzo positivo, ovvero il premio o la ricompensa, è necessario nelle prime fasi dell’insegnamento del nome e questo “premio” deve essere scelto accuratamente e cercando di non proporre una cosa che già viene fornita nei pasti regolari. Il gatto di deve chiamare restando a circa 50 centimetri di distanza e cercando di usare un tono chiaro e forte e nello stesso tempo affettuoso.
Se si nota che il gatto rimane indifferente si deve far capire al gatto che la “ricompensa” potrà arrivare solo quando ubbidisce al richiamo. Nel caso in cui gatto dopo il richiamo guarda il padrone si può far annusare la “ricompensa” e poi consegnarla, mentre se c’è anche una risposta al richiamo da parte del gatto, alla consegna della ricompensa si devono aggiungere coccole e carezze. Questo esercizio deve essere ripetuto in diverse occasioni durante la giornata in modo che il gatto crei una associazione.
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