È Giovanni Ciacci il primo concorrente del GF Vip 7. Il costumista e opinionista tv ha rilasciato un’intervista a ‘Chi’ in cui ha dichiarato di essere sieropositivo.
Giovanni Ciacci è il primo concorrente ufficiale del Grande Fratello Vip 7. Intervistato da Chi, l’opinionista e costumista ha detto che nel corso della sua partecipazione al reality racconterà la sua storia, parlando della sua sieropositività.
GF Vip 7, annunciato il primo concorrente: Giovanni Ciacci
Dopo l’annuncio delle due opinioniste di quest’anno, arriva anche il nome del primo concorrente ufficiale del GF Vip 7, al via a settembre su canale 5. Ad annunciarlo è stato il conduttore del reality, Alfonso Signorini, attraverso le pagine del settimanale Chi, da lui diretto. Si tratta di Giovanni Ciacci. Il costumista, stylist e opinionista televisivo ha rilasciato un’intervista al magazine, in cui rivela di essere sieropositivo e anticipa che parlerà della sua condizione durante la sua permanenza nella casa per aiutare a combattere lo stigma sociale che affligge i malati di HIV: “Accenderò un faro su questa malattia e sarà la prima volta che si parlerà di Hiv in un programma seguitissimo di prima serata”, ha detto.
“Ho capito sulla mia pelle che essere sieropositivo è ancora oggi un grande stigma sociale. Eppure oggi si può vivere con l’Hiv, non ci si limita più a sopravvivere e questo è importante dirlo con grande chiarezza. Come occorre dire che l’hic riguarda tutti, al di là degli orientamenti sessuali di ciascuno”, ha aggiunto.
Il primo concorrente sieropositivo
È la prima volta in assoluto, nella storia di un reality, che un concorrente sieropositivo farà parte del cast. In passato, stando a quanto racconta Ciacci, suoi colleghi sono stati esclusi a causa dell’Hiv: “Conosco tanti colleghi e colleghe che in passato, anche in un passato molto recente, sono stati esclusi dai reality perché avevano l’Hiv”, ha detto il costumista nel corso dell’intervista rilasciata a Signorini, aggiungendo di essersi sentito lui stesso discriminato diverse volte, anche sul posto di lavoro.
L’opinionista televisivo ha rivelato, senza fare nomi, che un famoso volto femminile della tv ha cercato di farlo estromettere da un programma a causa della sua malattia: “Mi hanno raccontato che una mia collega famosa è andata da un direttore di rete della sua azienda a dirgli di non farmi lavorare perché ero malato.Lì per lì mi sono sentito tradito, umiliato, inca**ato, poi mi sono detto ‘Sai che c’è? Ti dimostrerò che posso lavorare a faccia scoperta, e coglierò l’occasione di poter raggiungere tante persone che mi seguono in tv per raccontare cosa significhi essere sieropositivi oggi”, ha dichiarato.
Ciacci ha poi confessato di sentirsi fortunato a poter raccontare liberamente la sua sieropositività: “Pensa a tutte quelle persone che non lo possono fare perché hanno paura di dirlo in famiglia, al lavoro, con un compagno o una compagna. Io parlo per tutti loro. Sai, Alfonso, io sono grande e grosso, sono alto un metro e novanta e peso cento chili. A me difficilmente puoi scalfire la corazza, ma a volte sono riusciti a scalfire la mia anima”, ha detto.
“Negli Anni 80 la parola Hiv era sinonimo di morte. Le cure antiretrovirali non si erano ancora trovate, moriva un sacco di gente. Per chi si infettava la sieropositività era solo l’anticamera dell’Aids che lo avrebbe condotto dritto al cimitero”, ha proseguito, spiegando che con le cure oggi “il tasso virale nel sangue viene annullato e non ci si ammala più di Aids”. “Certo, si muore ancora: chi non si può o non vuole curarsi o chi si accorge troppo tardi della sua sieropositività, magari in Aids conclamato. Ecco, in questi casi è difficile intervenire con successo sulla malattia”, ha aggiunto.
“Essere prevenuti verso i sieropositivi non ha più senso. Non abbiamo più il virus dell’Hiv nel sangue. Non è più rintracciabile. Sa cosa significa questo? Significa che possiamo fare una vita come quella di qualsiasi altra persona. Possiamo avere figli senza trasmettere loro la sieropositività. Possiamo fare l’amore con il nostro compagno o la nostra compagna senza preservativo, perché non trasmettiamo più nulla. Se io mi tagliassi le vene di fronte a te e tu entrassi in contatto con il mio sangue non ti accadrebbe nulla, semplicemente perché nel mio sangue il virus non c’è. C’è nella mia mappatura genetica, c’è se sospendo le cure, ma se mi curo nessuno corre alcun rischio”, ha chiarito.
“Meglio non ammalarsi, è chiaro. Ma se ci si ammala non è la fine del mondo. Si può vivere bene lo stesso”, ha concluso Ciacci.
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