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Ligabue è il cantante del bacio gay? L’ipotesi dei social

Dagospia pubblica uno scatto di un cantante italiano brizzolato e dal volto pixellato mentre scambia effusioni con un uomo: tra le ipotesi più gettonate dei social vi sono Ligabue e Nek.

Dagospia pubblica uno scatto di un cantante italiano brizzolato e dal volto pixellato mentre scambia effusioni con un uomo: tra le ipotesi gettonate dei social, Ligabue e Nek.

Da giorni, non si parla d’altro che dello scatto del bacio gay, pubblicato da Dagospia. Gli indizi trapelati dal giornale diretto da Roberto D’Agostino sono: è un cantante italiano molto famoso dai capelli brizzolati con la fama da sciupafemmine e si trovava nei pressi della stazione Centrale a Milano insieme ad un uomo calvo. Tra le ipotesi più gettonate che circolano sul web sull’identità dell’uomo, ci sono Luciano Ligague e Nek

I commenti del web sull’identità del cantante misterioso del bacio omossessuale

Raga se Ligabue è veramente gay dovrò fare una chiamata alla mia maestra delle elementari super religiosa che aveva una grandissima cotta per lui” ha commentato un utente su Twitter. Poi qualcun altro ha provato ad immaginare un ipotetico brano di Ligabue: “Su RTL in questo momento la nuova canzone di Ligabue Il pelato in stazione dei tuoi sogni“.

https://twitter.com/pickmebabyboi/status/1314226474459824132

C’è chi però pensa che in realtà sia Filippo Neviani, in arte Nek, prestando attenzione ad alcuni particolari della foto: “Nek ha il braccio destro tatuato, gli anelli sono quelli del Liga“.

Infine, qualcuno sempre su Twitter si è scagliato contro Dagospia poiché fare scoop sulla presunta omosessualità di un personaggio è alquanto inaccettabile, soprattutto nel 2020: “Ma che è sta vergognosa caccia al gay? Vergognatevi”.

Vladimir Luxuria parla della probabile omosessulità celata di personaggi dello spettacolo

Dopo il coming out di Gabriel Garko, Vladimir Luxuria, intervistata da Today, si è espressa sulla questione omosessualità, sostenendo che molti personaggi famosi sono costretti a “tenere una maschera” per continuare a lavorare. “Parlando in generale -ha spiegato l’ex parlamentare- conosco pressioni degli agenti di spettacolo, di chi pensa che se un attore si dichiara gay poi non viene chiamato a fare fiction e film“.

A quanto pare, stando alle parole dell’attivista, il caso Garko non sarebbe l’unico in quanto potrebbe appartenere anche a molti artisti, che hanno incarnato la figura del macho amato dalle donne per un’immagine voluta da un vecchio sistema rigido da sempre esistito. Che nel 2020 sia arrivato il momento di scardinare queste idee stardard per dar vita alla libertà di ogni individuo a prescindere dalla professione che svolge? Sarebbe già un buon progresso.

FONTE IMMAGINE: https://www.instagram.com/p/B9eqpJUAyle/

FONTE IMMAGINE: https://www.instagram.com/p/B418fuNg6kF/

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