Michael Jordan è stato il più forte giocatore di pallacanestro mai esistito. Indossando la maglia numero 23 dei Chicago Bulls, la leggenda del basket statunitense ha riscritto i libri di storia.
Ancora oggi nessuno ha il coraggio di trovare un erede a MJ. L’unico che forse si è realmente avvicinato è stato Kobe Bryant, l’indimenticato campione dei Los Angeles Lakers morto insieme alla figlia Gianna in un incidente in elicottero. Ecco cinque curiosità su Michael Jeffrey Jordan, oggi presidente della franchigia di pallacanestro dei Charlotte Hornets.
Dal baseball a Space Jam
La carriera di Michael Jordan non è fatta soltanto di anelli e partite memorabili, ma anche di ritiri, esperienze in altri sport e film che hanno riscritto la storia dello sport. Ma procediamo con calma. Dopo tre vittorie del titolo Nba con i suoi Chicago Bulls, Jordan annuncia il suo ritiro. Era il 1993. In quello stesso anno esordisce nei Birmingham Barons, una squadra di baseball americana che militava nella terza divisione professionistica.
Un anno più tardi MJ viene ingaggiato dai Scottsdale Skorpions, con cui mostra qualche giocata positiva, senza però lasciar pensare che possa mai diventare un campione. Ed è così che nel 1995 Michael Jordan torna al suo primo amore, tornando a fare quello che gli riusciva meglio: vincere. E così che arrivarono altri tre titoli Nba, sempre con i Bulls. Un’altra curiosità: il 23 dei Bulls è stato l’unico giocatore nella storia della pallacanestro mondiale ad avere come compagno di squadra nientemeno che Bugs Bunny, grazie alla pellicola cinematografica Space Jam.
Oltre questo film,di recente, il 20 aprile, è uscito su Netflix The last dance, un docu-film che racconta la carriera di Michael Jordan e l’ultima stagione vincente dei Chicago Bulls. “The Last Dance” quindi ci racconta di quei Bulls e della complessa arte del vincere. Ci parla di Michael e di come ha fatto a diventare una leggenda.
Linguaccia, miliardi e ginger beer
Michael Jordan è stato uno degli sportivi più ricchi di sempre. Merito non tanto dei contratti milionari firmati con i Chicago Bulls, che durante l’intera carriera gli hanno fruttato qualcosa come cento milioni di dollari, quanto per essersi legato a un brand internazionale come Nike. Dal 1984 il marchio statunitense vende tra le sue calzature la linea Air, di cui MJ è l’illustre testimonial.
Pochi sanno inoltre che Jordan aveva tra i suoi rituali pre-partita quello di bere una ginger beer, bevanda a base di estratto di zenzero, in coppia con una bistecca. E la linguaccia? Il marchio di fabbrica di Air Jordan è stato ripreso dal padre, quando in fabbrica nei momenti dove era richiesto il maggior impegno era solito tirare fuori la lingua.
FONTE FOTO: www.instagram.com/michael_jordann_/?hl=it
Leggi anche Tutto su Cristiano Ronaldo, il fenomeno del calcio