Quando si parla di bambini e sport, è molto importante valutare con attenzione quale sia l’età giusta per ogni tipo di attività, in modo che i piccoli possano affrontarla al meglio. Ecco tanti consigli utili.
Il rapporto tra bambini e sport è sempre piuttosto complesso, perché ci sono molti fattori di mezzo. È poi fuori discussione che l’attività fisica sia molto importante per il loro sviluppo fisico e psicologico. Questo soprattutto perché consente di iniziare a relazionarsi attivamente coi coetanei e a sviluppare un rapporto di socializzazione positiva.
Già da questo punto si evince come la scelta di un’attività sportiva possa essere davvero molto complicata e di come ovviamente ci siano discipline più o meno adatte. Cerchiamo quindi di capire da dove si può cominciare per introdurre i bambini al mondo dello sport.
Bambini e sport: quali sono le età
Innanzitutto l’età giusta non esiste, perché ogni bambino è differente e, soprattutto, i diversi sport richiedono un certo tipo di formazione fisica e di sviluppo per poter essere affrontati in maniera corretta. Sport di destrezza e potenza, per esempio, sono ben poco adatti all’età prescolare, perché richiedono requisiti piuttosto stringenti che si sviluppano solo in seguito.
Sicuramente uno dei migliori ambiti per cominciare sono le attività in acqua, che si possono iniziare prestissimo una volta fatti i vaccini e ricevuto l’ok del pediatra. La piscina è perfetta perché i movimenti avvengono in maniera più istintiva in questo mezzo, una volta superato il momento di iniziale diffidenza. Inoltre, aiuta molto a sviluppare coordinamento e indipendenza.
Calcio, danza e ginnastica possono già essere affrontati a 4-5 anni, così come il tennis, anche se serve sempre il parere di un maestro professionista in grado di valutare se l’attività è compatibile con lo sviluppo fisico e mentale del bambino e, soprattutto, se è questo è capace di seguire con profitto le lezioni.
Bambini e Sport complessi
Per quanto riguarda le arti marziali, andrebbero evitate fino ai 7-8 anni di età, perché la loro efficacia è in parte correlata ad un percorso di autostima e di crescita che richiede al bambino già di essere in una fase ricettiva. Per esempio, la frequentazione scolastica aiuta molto da questo punto di vista, perché sono sport di disciplina.
Inoltre, soprattutto quando l’attività sportiva diventa piuttosto strutturata, è assolutamente indispensabile che il bambino vi acceda di sua spontanea volontà e non per compiacere i desideri dei genitori. Quindi è sempre importante ascoltare che cosa vi dice e, soprattutto, se esprime un certo interesse nei confronti di una specifica disciplina, imparando però a distinguere fra infatuazioni del momento e una possibile passione in procinto di sbocciare.
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