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Pavor nocturnus: cos’è e come si manifesta

Il pavor nocturnus non è una patologia ma una situazione di disagio e paura che si manifesta principalmente nei bambini e che gli impedisce di dormire sereni.

Il pavor nocturnus non è una patologia ma una situazione di disagio e paura che si manifesta principalmente nei bambini e che impedisce loro di dormire serenamente.

Generalmente si presenta nei bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni per poi sparire senza lasciare alcun disturbo. Il periodo della notte in cui si manifesta è il primo quarto, mentre il sonno è ancora poco profondo e il più delle volte lascia un’amnesia totale o parziale. Gli studi hanno confermato che questa situazione non ha alcuna influenza sulla crescita del piccolo nè influisce sul suo modo di relazionarsi, non appena si arriva all’adolescenza infatti tende a sparire completamente.

Come si manifesta il pavor nocturnus

Il modo in cui questo problema tende a manifestarsi è molto forte, infatti il bambino urla e grida con gli occhi serrati, non riesce a comunicare nè a parole nè a gesti, alcune volte può perdere l’urina e tenere i muscoli tesi. Se si cerca di toccare il bambino o abbracciarlo questo non fa altro che peggiorare la situazione. Il bambino suda e appare terrorizzato. Questo, può durare pochi minuti, subito dopo il piccolo si addormenta profondamente e al mattino non ha alcun ricordo perché non era cosciente durante il terrore notturno. In più qualora venisse svegliato di notte, i ricordi sarebbero legati al momento del risveglio e mai a quello precedente.

Quali sono gli effetti del pavor nocturnus e cosa fare?

Il fenomeno in questione non ha alcuna ragione patologica per manifestarsi, non è provocato da mancanze affettive nè da disturbi psicologici del bambino, è una situazione non clinica che si può presentare in qualsiasi momento senza una ragione. Il fatto che tende a sparire con lo sviluppo del bambino nè è un ulteriore conferma. Ma cosa bisogna fare quando si presenta una situazione del genere? Come per i sonnambuli anche in questo caso è sempre meglio non fare nulla. Svegliare il bambino può essere traumatico perché vivrebbe l’angoscia dei genitori senza capirla.

In genere, è sempre preferibile anche evitare di toccarlo, al massimo, si può parlare a bassa voce con tono calmo e sereno, ciò che si dice non importa, quello che conta è il tono della voce che può tranquillizzare il bambino. Subito dopo l’attacco infatti tornerà a dormire serenamente come se non fosse successo nulla, e col passare del tempo il fenomeno sparirà completamente senza lasciare traccia.

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