La coltivazione indoor è una tecnica che consente di coltivare le piante in un ambiente chiuso seguendo un’opportuna metodologia e utilizzando dei prodotti specifici.
Per la coltivazione indoor si utilizzano due tecniche molto antiche, la idroponica e l’aeroponica, le cui origini sono fatte risalire agli antichi Greci. Nei nostri tempi questi sistemi vengono utilizzati anche per coltivazioni “industriali” anche grazie alla facilità di esecuzione. Per effettuare una coltivazione con il sistema idroponico è anche possibile realizzarlo con il “fai da te” usando dei materiali di riciclo.
Idroponica, un mix di tecnica, arte e fai-da-te
Coltivare le piante in acqua è stata un’arte fin dall’antichità. Nel corso degli anni ’30 dello scorso secolo, questo tipo di coltura è stato riscoperto e le tecniche che la caratterizzano sono state sviluppate. In questi ultimi anni la loro efficienza e la sostenibilità hanno contribuito ad una ulteriore diffusione e con questo sistema vengono realizzate anche le pareti verdi che sempre più spesso si vedono all’iterno di uffici e palazzi.
Per chi vuole utilizzare questa tecnica in casa propria per coltivare ortaggi, fragole, pomodori e molto altro, il primo passo è quello di costruire il sistema, magari utilizzando dei materiali di riciclo. Nelle nostre case è inoltre possibile con questo sistema numerose piantare numerose piante che abbelliscono gli interni. Chi vuole realizzare un sistema “idroponico” deve procurarsi o riciclare alcuni oggetti basilari come 2 secchi in plastica con una capacità compresa tra 5 e 10 litri il primo e tra 4 e 9 litri il secondo, una pompa del tipo ad immersione, del materiale per il substrato, ad esempio perlite, argilla espansa o cocco, un ossigenatore a tubicino, due bicchieri in plastica, e dei tubi che servono per innaffiare.
La costruzione del sistema idroponico indoor
Quindi per la coltivazione indoor con il sistema idroponico, teoricamente l’unico oggetto da comprare è la pompa, ma se si possiede una pompa anche di piccole dimensioni, con una potenza fino a 30 W è possibile utilizzarla. I due secchi devono poter essere messi uno dentro l’altro e non essere trasparenti, per cui è possibile usare quelli che contengono originariamente le vernici. Utilizzando un trapano si praticano dei piccoli fori sul secchio più piccolo, che poi viene riempito con l’argilla espansa.
Successivamente il secchio più grande viene riempito con una quantità d’acqua pari a 4 litri e al suo interno si pone la pompa a immersione collegata con il tubicino dell’ossigenazione. Anche i tubi per l’innaffiatura devono essere collegati alla pompa. Nel secchio forato contenente l’argilla deve essere ricavato lo spazio per i bicchieri di plastica con dei fori che consentano il passaggio delle radici.
Anche i bicchieri in plastica dovranno contenere dell’argilla, che sarà tolta quando le radici delle piante avranno raggiunto la giusta lunghezza. I due secchi devono essere poi incastrati “l’uno con l’altro” e i tubi per l’innaffiamento devono fuoriuscire per essere collegati ai vari bicchierini di plastica. Per ottenere un sistema di innaffiamento automatizzato si può predisporre un timer che regola i tempi di innaffiatura.