Intervistata da Repubblica, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha lanciato una proposta sulla scuola che ha scatenato la reazione dei presidi.
La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, in un’intervista a “La Repubblica” ha parlato di scuola affermando che, dal momento che siamo in una situazione di emergenza, è necessario fare lezioni in presenza anche nel weekend.
Le parole della De Micheli
Secondo la De Micheli non esiste nessuna evidenza che dimostri la relazione tra crescita dei contagi e trasporti: “Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva”, ha detto, aggiungendo che chiederà questo riscontro al ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Le Regioni – ha aggiunto – hanno messo a disposizione quasi 10mila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Abbiamo a bilancio 500 milioni di euro, 200 sono per il 2021″ che, ha spiegato, non basteranno per garantire il distanziamento a bordo: “Con 24 milioni di persone a bordo di mezzi dimezzati non sarà possibile siamo tornati al 50% e dobbiamo restarci almeno fino all’estate. Oggi per garantire lo stesso servizio in una città come Milano servirebbe far uscire dall’autorimessa, dalle 7 alle 9, altri 500 mezzi pubblici. Impossibile. Dovremmo togliere dalle strade le auto”.
Per la ministra, al fine di contenere il rischio di contagio, bisogna lavorare sul fronte scuola.
“Le scuole vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle. Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi”, ha esordito.
La ministra ha poi aggiunto che “lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola”, già esistente, è “largamente insufficiente”. “Tra le 7 e le 9 metro e autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15”, ha spiegato. Pertanto la sua proposta è di “spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti dalle 8 alle 20″. In più, ha aggiunto, “credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato”.
Quando le è stato chiesto se fosse necessario farle anche di domenica, ha risposto: “Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cadenzati”.
Ancora, sugli ingressi scaglionati: “Non si è trovata la figura decisionale terza per applicare gli scaglionamenti con efficacia. Azzolina ha fatto moral suasion nel mondo della scuola, e in alcune Regioni questo non è bastato. Ora serve un organismo, se possibile di carattere nazionale, che condivida con la scuola i dati e organizzi un piano istituto per istituto”, ha affermato la De Micheli, asserendo che ci sono i tempi per completarlo entro il 9 dicembre.
La reazione dei presidi
Le parole della De Micheli hanno prontamente scatenato la reazione dei presidi. Attraverso una nota, il presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, dichiara: “Ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”.
Poi, sul rapporto tra i trasporti pubblici e la riapertura delle scuole, Giannelli dice: “Deve essere chiaro il presupposto, ovvero che lo scopo del trasporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, non è pensabile asservire le persone alle necessità dei trasporti: questa sarebbe una eterogenesi dei fini”.
Giannelli è intervenuto anche sulla questione degli ingressi scaglionati. “Sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15. La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora. Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”, ha detto.
In conclusione, dice Giannelli: “Credo che incrementare le facoltà autonomistiche delle singole scuole permetterebbe a ogni istituto, proprio perché ben conosce le necessità del proprio bacino di utenza, di modulare adeguatamente il servizio. Lo ripetiamo da tempo: scuole diverse, anche all’interno di una stessa area geografica, hanno diverse necessità e le scelte organizzative non devono essere calate dall’alto”.
La bocciatura del ministro Bonafede, della Cisl e della sottosegretaria Zampa
Anche il ministro della Giustizia e capo delegazione M5s, Alfonso Bonafede ritiene inopportuna la proposta della ministra De Micheli di fare lezione a scuola anche nel weekend. “In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti tra i banchi perfino in un giorno festivo”, ha dichiarato Bonafede.
Mentre la Cisl parla di provocazione da parte della ministra: “Non ci scandalizziamo: di proposte strane ne abbiamo sentite tante. Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi anche per le supplenze e i modelli organizzativi; poi discutiamo. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi. E’ una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora”. Questa la dichiarazione della segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi, all’Ansa.
Anche la sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa, boccia la proposta della ministra dei Trasporti, ribadendo la centralità del sistema scolastico, “ma a condizione di essere preparati”.
“La scuola è la priorità delle priorità, proprio per questo non si possono fare aperture simboliche ma bisogna essere preparati. Non sono tanto i contagi in classe, ma tutto quello che si muove intorno alla scuola”, ha detto la Zampa, insistendo sull’importanza di “un piano di sicurezza”. “Si deve studiare poi un piano per far recuperare ai ragazzi quello che hanno perso fino ad ora, quindi prolungamento della scuola con vacanze più brevi”, ha concluso.
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3 risposte su “A scuola anche nel weekend, la proposta della De Micheli. I presidi: irrealistico”
Ma quanti cretini e ignoranti abbiamo al Governo???? Ora ci si mette anche Paola De Micheli che ha avuto questa sedia solo per questioni politiche e non capisce assolutamente nulla??? POVERA ITALIA come siamo messi male!!!!
Già non si intende molto di Trasporti … ora invade anche il “sistema scuola”, con la stessa “competenza”. Forse deve … “andare a scuola”, magari la domenica!
a Sestri Ponente (Ge) esiste un importante cantiere navale, Fincantieri. A poca distanza sorge una grossa scuola, l’ITIS Bergese. In Fincantieri lavorano circa 850 persone. Al Bergese studiano circa 900 alunni. Se vivessimo in un paese civile, fincantieri sarebbe chiusa ( con cassa integrazione per i lavoratori, naturalmente). E l’ITIS Bergese sarebbe aperto. Il numero di persone in circolazione sarebbe lo stesso.