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Amerigo Vespucci, il veliero italiano compie 90 anni

Il veliero italiano Amerigo Vespucci ha compiuto oggi 90 anni di attività dal giorno del suo varo, nel 1931. Si aggiudica così il titolo di nave più anziana della Marina Militare in servizio.

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Amerigo Vespucci, il veliero italiano compie 90 anni

Il veliero italiano Amerigo Vespucci ha compiuto oggi 90 anni di attività dal giorno del suo varo, il 22 febbraio 1931. Si aggiudica così il titolo di nave più anziana della Marina Militare in servizio.

La nave-scuola Amerigo Vespucci della Marina militare italiana festeggia oggi 90 anni di attività da quando fu varata il 22 febbraio 1931 negli stabilimenti nautici di Castellammare di Stabia, alla presenza della sua madrina, la signora Elena Cerio, figlia del Comandante Marittimo Oscar Cerio, nel giorno dell’anniversario della morte del celebre navigatore ed esploratore fiorentino, avvenuta a Siviglia il 22 febbraio del 1512.

Attualmente è la nave più anziana della Marina Militare ancora in servizio.

La nave più bella del mondo

“Nata come Regia nave scuola dell’allora Regno d’Italia con Re Vittorio Emanuele III, il Vespucci è da sempre uno dei simboli della Marina nel Paese, immagine inconfondibile che risalta nei porti e nelle acque della nostra Nazione”, si legge in una nota della Marina Militare.

Il bellissimo veliero italiano negli anni è diventato sempre di più simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo e lo è ancora oggi. In ogni porto in cui attracca, attira migliaia di visitatori affascinati dal suo stile. Esso fu progettato da Francesco Rotundi, ingegnere e tenente colonnello del Genio Navale, e direttore dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, che progettò anche la sua “gemella”, la Cristoforo Colombo (che presenta tuttavia dimensioni leggermente inferiori).

Nel 1962 all’Amerigo Vespucci fu attribuito l’appellativo di “nave più bella del mondo” da parte della portaerei statunitense USS Independence la quale, incrociando nel Mediterraneo il veliero italiano gli chiese di identificarsi tramite il segnalatore luminoso. Alla risposta: “Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”, la nave statunitense replicò: “Siete la nave più bella del mondo”.

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Fin dal suo varo, quando venne inquadrata nella Divisione Navi Scuola insieme alla Colombo e a un’altra nave minore, l’Amerigo Vespucci porta avanti il compito di addestrare gli ufficiali di Marina, che al termine del primo anno di Accademia vivono a bordo del veliero la loro prima esperienza d’imbarco. Ogni estate infatti gli allievi della prima classe dell’Accademia Navale di Livorno sono imbarcati sul veliero italiano dove hanno occasione di mettere in pratica quanto studiato in classe.  

Al termine della seconda guerra mondiale, a seguito degli accordi internazionali, la Cristoforo Colombo venne ceduta insieme ad altre unità all’URSS, come risarcimento dei danni di guerra. Così l’Amerigo Vespucci per diversi anni rimase l’unica nave scuola a vela della Marina Militare Italiana. Successivamente fu affiancata dall’Ebe, un brigantino goletta, e dal veliero Palinuro, acquistato dalla Francia.

Nel 1978 alla nave-scuola Amerigo Vespucci fu assegnato come motto l’aforisma di Leonardo da Vinci: “Non chi comincia ma quel che persevera”, come stimolo per gli allievi dell’Accademia Navale che desiderano intraprendere questa carriera.

In totale l’Amerigo Vespucci ha effettuato 71 crociere d’istruzione, approdando in ogni parte del mondo. La nave ha attraversato circa 37 volte il Nord Europa 37, 20 il Mediterraneo, 4 l’Atlantico Orientale, 7 il Nord America, 1 il Sud America. Inoltre, ha effettuato una circumnavigazione del globo. Nell’agosto del 2018 il veliero ha valicato per la prima volta nella sua storia il Circolo Polare Artico, navigando per 1640 miglia nell’Atlantico (dalle Azzorre fino all’Islanda, il punto più a nord mai raggiunto).

La Vespucci, lunga 101 m, ospita a bordo i membri dell’equipaggio, circa 250, tra ufficiali, sottoufficiali, sottocapi e comuni. A loro si aggiungono poi, nei mesi estivi, i circa 130 uomini e donne dell’Accademia Navale. Nel corso della campagna d’istruzione la nave ricopre anche il ruolo di “ambasciatore italiano nel mondo” presentandosi in molti dei porti più importanti del mondo, in particolari occasioni (come ad Auckland nell’ottobre 2002 in occasione della 31ª edizione dell’America’s Cup, ad Atene nel 2004 per le Olimpiadi ed a Portsmouth nel 2005 per la commemorazione della battaglia di Trafalgar), al fine di promuovere l’immagine nazionale ed i valori italiani, ma anche l’eccellenza produttiva italiana.

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Dal 2007 il veliero italiano è Goodwill Ambassador dell’UNICEF.    

90 anni di storia

In questi lunghi anni di attività l’Amerigo Vespucci è stata testimone di diversi periodi di storia d’Italia, dal periodo bellico, quando è nata, fino alla pandemia di Covid-19. In molti ricorderanno infatti il messaggio di vicinanza portato a tutti gli italiani nel corso della campagna d’istruzione dello scorso anno, quando si è avvicinata ai porti nazionali in segno di saluto e rispetto per le vittime del virus.

Nel mezzo, l’Amerigo Vespucci ha partecipato come tedoforo via mare per le Olimpiadi negli anni della ripresa economica ed è stata protagonista di diverse regate e competizioni importanti, come le Colombiadi organizzate nel 1992 in occasione del 500-esimo anniversario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, e la Tall Ships’ Race nel 2000 (competizione che mette a confronto i velieri ad alti alberi delle navi scuola di tutto il mondo) dove si è classificata seconda.

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto

Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.

Il diverbio

La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.

Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.

Mancanza di prove concrete

Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.

La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.

Sport e razzismo

La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]

 

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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo

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Crolla il ponte di Baltimora per un'urto con una nave cargo

Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.

La Cronaca dell’Incidente

La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.

Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.

Le Cause dell’Incidente

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.

Implicazioni e Conseguenze

L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.

Misure di Prevenzione e Sicurezza

Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.

L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.

 

[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]

 

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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

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Cosa succede se si affida un satellite all'intelligenza artificiale?

Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Il matrimonio tra spazio e IA

Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.

Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale

1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.

2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.

3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.

4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.

Vantaggi dell’IA nei satelliti

– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.

– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.

– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:

– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.

– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.

– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.

Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]

 

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