Sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto da scienziati gallesi e americani sul vaccino AstraZeneca per risalire alle cause dei coaguli nel sangue.
Svolta nella vicenda AstraZeneca. Un team di scienziati gallesi e americani fa sapere di aver individuato “la causa scatenante” i coaguli di sangue, effetto collaterale raro registratosi dopo la somministrazione del vaccino sviluppato dalla casa farmaceutica anglo-svedese in collaborazione con l’Università di Oxford.
Vaccino AstraZeneca, lo studio
Lo studio sulla ricerca della causa scatenante i coaguli di sangue è stato condotto dall’Arizona State University e dall’Università di Cardiff. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
Come riferito dalla Bbc, il team di ricerca, finanziato anche dal governo di Londra, ha mostrato nel dettaglio come una proteina nel sangue sia attratta da un componente chiave del vaccino a vettore virale, innescando una reazione a catena che coinvolge il sistema immunitario e che può comportare pericolosi coaguli.
Nello specifico, per ottenere immagini dell’adenovirus a livello molecolare i ricercatori hanno fatto ricorso alla tecnica denominata “microscopia elettronica”, scoprendo che la superficie esterna dell’adenovirus attrae la proteina spike quattro presente nell’organismo e fondamentale per mantenere nel corpo l’equilibro tra coagulazione e anti-coagulazione nel sangue.
Nel nuovo studio, scrivono i ricercatori, si “dimostra che tutti e tre gli adenovirus impiegati come vettori di vaccinazione rispetto a Sars Cov 2 si legano al fattore piastrinico 4 (PF4), una proteina implicata nella patogenesi della trombocitopenia indotta da eparina”.
“Abbiamo determinato la struttura del vettore virale e l’abbiamo utilizzato in simulazioni computazionali all’avanguardia per dimostrare un meccanismo di interazione elettrostatica con PF4, confermata sperimentalmente dalla risonanza plasmonica di superficie. Questi dati confermano che PF4 è in grado di formare complessi stabili con adenovirus clinicamente rilevanti, un passo importante per svelare i meccanismi alla base della trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino”, spiegano gli scienziati. Questa ipotesi era stata già sollevata da alcuni ricercatori tedeschi lo scorso marzo quando i primi casi di trombosi erano stati segnalati.
“Quello che abbiamo è la causa scatenante (the trigger), ma ci sono molti passaggi che devono accadere dopo”, ha dichiarato alla Bbc Alan Parker, uno dei ricercatori dell’Università di Cardiff.
“L’adenovirus ha una superficie estremamente negativa e il fattore quattro delle piastrine è estremamente positivo”, ha spiegato il professore.
Sarebbe dunque proprio questa attrazione tipo magnete la causa degli effetti collaterali rari verificatisi in alcuni soggetti a seguito della somministrazione del vaccino AstraZeneca.
Stando a quanto riferito dall’Ema, a maggio i casi di trombosi registrati dopo l’inoculazione di AstraZeneca sono stati 316 su 36 milioni di vaccinati.
Seppur rari, questi casi hanno comportato la riduzione dell’utilizzo del vaccino anglo-svedese in tutto il mondo. L’Italia ha sospeso a luglio le consegne dei vaccini Vaxzevria (nuovo nome del farmaco AstraZeneca) e Janssen, procedendo esclusivamente con Pfizer e Moderna. A fine aprile il nostro Paese ha raccomandato l’utilizzo del siero “in via preferenziale” per gli over 60.
Le reazioni della casa farmaceutica anglo-svedese
“Sebbene la ricerca non sia definitiva, offre spunti interessanti e AstraZeneca sta esplorando modi per sfruttare questi risultati, nell’ambito dei nostri sforzi per rimuovere questo effetto collaterale estremamente raro”, ha dichiarato un portavoce della casa farmaceutica anglo-svedese, la quale ritiene di aver salvato più di un milione di vite in tutto il mondo e prevenuto 50 milioni di casi di Covid con il proprio vaccino.
Nessun commento ai risultati della ricerca è invece arrivato da parte dell’Università di Oxford.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaccino-vaccinazione-virus-6164686/
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