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Badanti: come gestire il rapporto durante il coronavirus

Il coronavirus provoca molti dubbi nella mente degli italiani: tra questi spicca quello relativo alla gestione del rapporto lavorativo con badanti e colf.

Con l’Italia in quarantena almeno fino al prossimo 3 aprile, il governo ha messo in moto una serie di provvedimenti che garantiscono la possibilità di usufruire di bonus parentali, cassa integrazione, slittamento tasse e pagamenti. Queste nuove indicazioni hanno causato una serie di richieste di chiarimento da parte di varie persone. Uno dei settori maggiormente interessati è quello del lavoro domestico e, in particolare, la gestione dei rapporti lavorativi con badanti e colf.

Dalle colf alle badanti, come ci si comporta in questa emergenza

Molte famiglie hanno colf e badanti che non convivono con loro e quindi la prima domanda riguarda la possibilità per queste persone di continuare a svolgere la propria attività recandosi presso le famiglie che le hanno assunte.

Il segretario generale di Domina, Lorenzo Gasparrini, ha dichiarato che la sua associazione sta dando l’indicazione di interrompere il lavoro domestico, salvo che siano presenti dei casi eccezionali. In alcuni casi, secondo Gasparrini, le famiglie stanno anche continuando a retribuire colf e badanti, mentre in altri si è puntato su un recupero delle ore perdute dopo la fine dell’epidemia.

Lo stesso Gasparrini ha affermato che Domina consiglia sempre di mettere per iscritto e firmare tutte le variazioni che vengono effettuate riguardo all’orario di lavoro. In caso di conflitto tra la famiglia e la colf, una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata dalle ferie, anche anticipate, se la colf non ne ha a disposizione. In questo settore specifico, infatti, non sono previsti permessi validi in caso di pandemia e ci sono delle restrizioni imposte dalle autorità nazionali e locali.

Anche un’altra associazione del settore, Assindatcolf, sta suggerendo alle famiglie di utilizzare l’istituto delle ferie. Un altro caso che si verifica è quello della badante che vive nella stessa casa del datore di lavoro e che chiede di uscire. In questa situazione non si può impedire l’uscita, ma se le abitudini della badante non sono dettate dal “buon senso”, le si può impedire di rientrare nell’abitazione, invitandola a utilizzare le ferie.

Possibilità di licenziamento

Il Decreto Cura- Italia emesso dal governo, che prevede il blocco dei licenziamenti, non ha validità nei rapporti di lavoro domestici; si potrebbe quindi interrompere il rapporto lavorativo con le colf che hanno a disposizione il Naspi, l’indennità di disoccupazione. Naturalmente anche in questo caso è necessario farsi guidare dal “buon senso” e allo stesso tempo devono essere garantite tutte le tutele nei confronti del lavoratore, compreso il preavviso che può avere una durata diversa a seconda dell’anzianità del rapporto di lavoro e che va da un minimo di 8 giorni fino ad un massimo di 15. Un’altra tutela che deve essere riconosciuta in caso di licenziamento è la corresponsione della liquidazione.

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