Il bonus acqua potabile è stato rinnovato anche per il 2023. Vediamo insieme in cosa consiste, come richiederlo e entro quando fare domanda.
La legge di bilancio ha confermato anche per il 2023 il bonus acqua potabile. L’Agenzia delle entrate ha dato il via alle domande. Vediamo insieme di cosa si tratta, come richiederlo ed entro quando inviare la domanda.
Bonus acqua potabile: che cos’è?
Il bonus acqua potabile è un incentivo previsto inizialmente dalla legge di Bilancio 2021, divenuto operativo a partire dal giugno 2021 e poi nel 2022 e fino al 2023. Si tratta in sostanza di un aiuto economico destinato a chi compra apparecchiature per migliorare la qualità dell’acqua da bere nella propria abitazione, oppure in un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale, ma anche in un ente del terzo settore o religioso.
L’obiettivo è diminuire il consumo di acqua in bottiglie di plastica in Italia. A tal fine sono stati stanziati 5 milioni che, però, quest’anno sono scesi a 1,5 milioni di euro.
Chi può richiederlo
Il bonus acqua potabile può dunque essere richiesto da:
- persone fisiche
- esercenti attività d’impresa, arti e professioni
- enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore
- enti religiosi civilmente riconosciuti
In cosa consiste il bonus acqua potabile
L’agevolazione consiste in un credito di imposta del 50% sulle spese sostenute nel 2022 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare E290, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque, per il consumo da parte dell’uomo, erogate da acquedotti, e dunque dai rubinetti.
L’incentivo può essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.
Visti i fondi limitati, l’Agenzia delle entrate rende nota per ciascun anno la misura percentuale del credito d’imposta effettivamente spettante, che dipende dal totale delle richieste presentate. Ad esempio, per il 2021, data l’abbondanza delle richieste presentate, la percentuale fruibile è stata del 30,3745 %.
L’importo massimo delle spese sulle quali calcolare l’agevolazione, come ricordato nel sito web dell’Agenzia delle Entrate, è fissato a:
- 1.000 euro per ogni immobile, per le persone fisiche;
- 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.
Come fare richiesta
L’ammontare delle spese agevolabili deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa, tramite il servizio web disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia, entrando all’interno della sezione Servizi, quindi nella categoria Agevolazioni, alla voce Credito di imposta per il miglioramento dell’acqua potabile. In alternativa, si legge sul sito dell’Agenzia, “è possibile inviare la comunicazione dopo averla predisposta in un file conforme alle specifiche tecniche presenti nella scheda informativa”. Prima dell’invio definitivo, i file dovranno essere sottoposti ai controlli di conformità richiesti, utilizzando il software reso disponibile dalla stessa Agenzia delle Entrate”.
I file non controllati saranno scartati e le comunicazioni in essi contenute non saranno acquisite. Le informazioni sugli interventi dovranno essere trasmesse telematicamente all’Enea, ossia l’ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile.
L’Agenzia delle entrate ricorda inoltre che l’importo dei costi sostenuti deve essere documentato con fattura elettronica o con documento commerciale in cui deve essere riportato il codice fiscale di chi richiede il bonus. Per i cittadini privati – e in generale i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria – il pagamento deve essere effettuato tramite versamento bancario o postale, oppure con altri sistemi di pagamento che siano comunque diversi dai contanti.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/acqua-anche-pu%c3%b2-2614538/
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