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Colori Regioni: Emilia Romagna e Campania in arancione

Nuovo cambio colori Regioni: Emilia Romagna, Campania e Molise tornano in arancione. Restano in giallo Lombardia e Lazio. I dettagli nell’articolo.

Nuovo cambio colori Regioni: Emilia Romagna, Campania e Molise tornano in arancione. Restano in giallo Lombardia e Lazio. I dettagli nell’articolo.

E’ ufficiale: Emilia Romagna, Campania e Molise tornano in zona arancione, mentre in Umbria sono state istituite zone rosse a Perugia e nel Ternano. Restano in giallo Lazio e Lombardia.  Le nuove ordinanze firmate dal ministro della Salute Roberto Speranza entreranno in vigore domenica 21 febbraio.

L’indice Rt delle Regioni

La decisione della retrocessione in zona arancione è stata presa sulla base dell’indice di contagio. Dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è emerso che “dieci Regioni e Province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui 9 anche nel limite inferiore del range, compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente”. “Le altre Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1”, si legge ancora nella bozza del documento dell’Iss.

La Lombardia è nello scenario 1, rischio moderato, con Rt. 0,95. Lo stesso vale per il Lazio dove si registra un indice pari a 0,95. Pertanto le due regioni hanno scongiurato il ritorno in arancione.

Al contrario, Campania, Emilia Romagna e Molise hanno fatto registrare un ‘aumento dell’indice Rt. Nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, l’indice di contagio medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0.99 (range 0.95- 1.07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’uno.

Tuttavia nel Lazio e in Lombardia, così come in Piemonte, i casi sono in aumento e vi sono zone rosse circoscritte all’interno del territorio. Sebbene la Lombardia si trovi in zona gialla dall’inizio di febbraio e continuerà ad esserlo almeno per un’altra settimana, infatti, al suo interno ci sono quattro comuni collocati in zona rossa: Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiu’ (Varese).

In questi casi a prevalere è stata la linea dei governatori e non quella del ministro Speranza. Anche la Regione Veneto, come già preannunciato dal presidente Luca Zaia, non subirà variazioni di colore.

Colori Regioni: ricapitoliamo

Alla luce del monitoraggio settimanale dell’Iss, dunque, nessuna regione al momento passa in zona rossa né in zona bianca (nemmeno la Valle D’Aosta, come si era vociferato nelle ultime ore).

Restano in zona gialla: Lombardia, Lazio, Sardegna, Sicilia, Puglia, Basilicata, Veneto, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia. Di conseguenza, restano aperti bar e ristoranti fino alle 18, negozi (ad eccezione dei centri commerciali nel weekend), e i musei, ma solo durante la settimana. Ci si potrà spostare solo all’interno della propria Regione. Resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.

Da domenica tornano invece in zona arancione Campania, Emilia Romagna e Molise. Queste Regioni vanno ad aggiungersi a Toscana, Abruzzo, Liguria, Provincia autonoma di Trento, Umbria e Marche, che restano in arancione. Come risaputo, nelle Regioni in area arancione bar e ristoranti rimangono chiusi al pubblico, come in zona rossa; saranno attivi solo i servizi di asporto e consegna a domicilio. Restano aperti i negozi.  E’ vietato spostarsi dal comune di residenza se non per comprovate esigenze, per lavoro o salute. Resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5.

Sebbene nessuna regione sia in zona rossa, sono state istituite delle mini zone rosse. Oltre a quelle lombarde, già citate, restano chiuse la Provincia autonoma di Bolzano, quella di Perugia e una parte di quella di Terni, nonché le province di Pescara e Chieti. A preoccupare è la diffusione delle varianti, soprattutto di quella inglese che in alcune regioni come la Toscana, la Puglia e l’Emilia Romagna ha superato un terzo del totale dei contagi. Nelle Marche è arrivata al 50%. La variante inglese, ricordano gli studiosi, ha una contagiosità del 38% maggiore rispetto al virus originale. Anche l’Umbria è tra le regioni più colpite dalle varianti del virus. A preoccupare qui è anche la diffusione della variante brasiliana, considerata come la più pericolosa, tanto che si era pensato di collocare la Regione tutta in zona rossa. Tuttavia, alla fine, ha prevalso il sistema algoritmico ed è rimasta arancione.

Ad ogni modo, resta il divieto di spostamenti tra tutte le regioni, anche gialle, prorogato fino al 25 febbraio. Fatta eccezione nei casi in cui si ha una seconda casa in un altro territorio, ma bisogna esserne i proprietari, non valgono le case di parenti.

Colori Regioni: il commento dei governatori

“La Lombardia resta gialla. Siamo intervenuti con limitazioni localizzate per contenere meglio, tracciare e isolare i piccoli focolai. Azioni mirate a mantenere la Lombardia il più possibile libera da restrizioni. Serve massima attenzione da parte di tutti. Serve che arrivino i vaccini”, così il governatore Attilio Fontana ha annunciato su Twitter che la Lombardia resta in zona gialla e non passa in arancione, così come si era vociferato nelle scorse ore.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della sua consueta diretta Facebook del venerdì, ha invece commentato la retrocessione in arancione definendola “inevitabile” e avvertendo: “rischiamo la rossa”.

Il presidente della Regione Campania ha parlato di “controlli inestistenti”, “non troviamo per starda una pattuglia di vigili, polizia o carabinieri impegnata nei controlli anti Covid”, ha detto.

“Le immagini hanno dato i brividi – ha proseguito – rilassamento totale con migliaia di ragazzi in strada e qualche grande città abbandonata a se stessa. Inevitabile la zona arancione e se non stiamo attenti andremo in zona rossa”. “Questo significa bloccare di nuovo le attività dei ristoranti e dei bar: si fa solo l’asporto, si stringono di nuovo i freni e continuiamo ad andare avanti così. Un autentico calvario”, ha aggiunto. 

Poi l’accusa al governo precedente e al commissario per l’emergenza Covid: “E’ stato un vero calvario. L’unica cosa che si sarebbe dovuto fare e non è stata fatta era quello di prendere le misure necessarie per fornire le tecnologie per produrre in Italia i vaccini”.

Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, invece, invita il governo a riflettere sull’ipotesi lockdown. “Il governo dovrebbe porsi questa domanda: non conviene forse due o tre settimane non dico di lockdown totale come l’abbiamo conosciuto, ma magari un arancione? E’ una domanda che dovremo farci nelle prossime ore”, ha detto ieri sera a Piazza Pulita su La7, alla vigilia della retrocessione della sua regione in arancione.

“Se solo un lockdown serio può fermare le varianti? Può darsi”, ha dichiarato, aggiungendo: “ne ho parlato con la neoministra agli Affari regionali Gelmini e l’ho fatto sapere anche al ministro Speranza, credo che una riflessione in tal senso vada fatta”. “Non sono uno scienziato – ha concluso – sono loro che devono dirci quale è lo stato della diffusione e le conseguenze che potrebbe avere”.

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