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Coronavirus: cosa significa essere asintomatico?

Una delle parole che si sentono più spesso dall’arrivo del covid-19, oltre a pandemia, è asintomatico, con riferimento ai pazienti. Ecco il suo significato.

Una delle parole che si sentono più frequentemente dall’arrivo del coronavirus, insieme a pandemia ed epidemia, è asintomatico, con riferimento ai pazienti. Ecco il suo significato e la differenza con la parola “immune”.

L’etimologia del termine ed il suo significato

Malattia asintomatica e paziente asintomatico; due espressioni che sono diventate di uso comune a causa del coronavirus. Il termine asintomatico è relativo al campo sanitario e indica una persona od un paziente che non presenta dei sintomi specifici riconducibili ad una malattia o ad un virus. La spiegazione è molto semplice e deriva proprio dalla struttura della parola “a-sintomatico”.

Se andiamo più a fondo si possono trovare ulteriori spunti di spiegazione. Normalmente una persona che non presenta sintomi viene classificato come “sano”, ma questo non sempre rappresenta la verità. Un esempio molto diffuso è proprio quello che si sta verificando in questi mesi con pazienti che sono stati contagiati dal Covid-19 ma non presentano sintomi. Nonostante questo le persone asintomatiche possono trasmettere il contagio e occorrono degli esami specifici per verificare questa condizione.

Altre espressioni legate a questo termine, che sono usate in particolare in questi mesi sono periodo di incubazione e immune. Un portatore “asintomatico” può quindi rappresentare un pericolo per le persone con le quali viene in contatto nonostante non sia sofferente per la patologia. Come per molte altre malattie si tratta di un “portatore sano”, sia perché il virus può essere presente in fase di incubazione sia perché ogni soggetto contrasta la malattia in modo differente da un altro.

Il paziente asintomatico e le differenze rispetto a contagiato ed immune

Quando si argomenta di un paziente asintomatico, non solamente nei casi di contagio da virus, molto spesso si “tira in ballo” la persona immune. I due termini non sono però sinonimi e la distinzione tra le due situazioni è la fase di contagio, in quanto i sistemi immunitari delle persone sono diversi da un individuo all’altro. Quando si verificano delle situazioni di possibile contagio a causa di un agente patogeno infatti, le persone immuni e quelle non immuni reagiscono in maniera diversa.

Questo dipende anche dalle barriere fisiche proprie delle persone, che in alcuni casi sono più elevate di altri e quindi in grado di rispondere con maggiore efficacia all’attacco degli agenti patogeni. Naturalmente i due termini non devono essere confusi in quanto l’individuo immune ha già superato la fase di contagio, mentre l’asintomatico potrebbe ancora essere infetto. In pratica quindi la fase dell’asintomaticità è quella che precede l’immunità, che ogni individuo sviluppa dopo la guarigione, sia che la malattia sia stata con sintomi o senza.

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