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Coronavirus e sistema nervoso: a che punto è la ricerca

Il Coronavirus non attacca solo il sistema respiratorio, ma anche gli altri organi come il cervello. Da un anno gli scienziati stanno studiando le conseguenze della malattia.

L’infezione da Covid-19 abbiamo, purtroppo, imparato che può colpire tutti gli organi e può, una volta guariti, lasciare effetti collaterali a lungo termine. Le conseguenze dell’infezione sul cervello sono state al centro dell’edizione 2021 della Settimana Mondiale del Cervello.

Neuro-Covid

Con la definizione Neuro-Covid si fa riferimento a tutti quelli effetti, dai più lievi ai più complessi, che l’infezione da coronavirus provoca nel cervello. L’infezione può colpire sia il sistema nervoso centrale e provocare effetti di varia natura che vanno dalle cefalee alle vertigini, dai disturbi dello stato di coscienza a manifestazioni epilettiche. Ma si annoverano anche disturbi molto gravi, come ictus, neuralgie e sindrome di Guillan-Barrè.

Gli effetti post covid

Nelle fasi successive alla malattia i sintomi da covid continuano a protrarsi. Sono stati rilevati astenia, disturbi della concentrazione, disturbi della memoria e comportamentali, causati probabilmente da piccoli danni vascolari o infiammatori del sistema nervoso. Come riportato da DiLei, Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia e Direttore Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia, AOU Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli ha dichiarato: “Abbiamo assistito nel corso dell’ultimo anno a continue conferme della correlazione tra Covid 19 e malattie neurologiche. Proprio per questa ragione la Società Italiana di Neurologia sta portando avanti progetti di ricerca e studi clinici per indagare in maniera approfondita su questo legame, con l’obiettivo di chiarire la portata e la durata degli effetti neurologici, e mettere a punto protocolli clinici che aiutino gli specialisti a intervenire tempestivamente per contrastarne i danni”.

Durata dei sintomi

La malattia può interessare il cervello in vari modi. Anche se il Covid-19 è una patologia primariamente respiratoria, aggredisce anche altri organi, tra cui il sistema nervoso. Il problema principale è individuare il meccanismo d’azione del virus sul cervello. “Una delle ipotesi consistenti – ha dichiarato il prof. Giulio Maira, neurochirurgo professore ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica – è che i sintomi neurologici siano una risposta secondaria, non dovuta all’ingresso del virus nel cervello, ma alle conseguenze dello stato infiammatorio causato dall’infezione“.

La durata dei sintomi è ancora in fase di studio e “sono stati descritti anche a distanza di tempo dalla scomparsa del virus dall’organismo. Una risonanza magnetica cerebrale permette di capire la situazione e i farmaci da assumere. L’invito ai medici è a porre molta attenzione a questi sintomi“.

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FONTE IMMAGINE: https://pixabay.com/it/photos/medico-medicina-salute-stetoscope-563428/

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