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Coronavirus: pronti a tracciare gli spostamenti via telefono
Rinnovando l’appello a stare in casa, l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha riferito che le persone verranno controllate attraverso celle telefoniche.
Il nuovo Decreto definito dal Presidente Conte, limita gli spostamenti dalla propria abitazione, che possono avvenire solo per validi motivi e portando sempre con sè il modulo di autocertificazione.
Un contributo fondamentale alla lotta contro il coronavirus potrebbe essere dato dalla mappatura degli spostamenti effettuata attraverso gli smartphone. Questa proposta verrà valutata dal governo per verificare la compatibilità con le attuali norme sulla privacy.
L’opportunità di tenere sotto controllo i grandi flussi di persone attraverso la mappatura della mobilità potrebbe rendersi necessaria a causa del continuo aumento della curva dei contagi. Il risultato emerso, tenendo conto dei dati che sono stati forniti in forma anonima dalle varie compagnie telefoniche, è allarmante; nonostante l’ermergenza della pandemia da coronavirus, sono ancora troppe le persone che si spostano.
La tecnologia, attraverso questo sistema di software all’avanguardia, può mettersi al servizio della sicurezza dell’intera nazione prevenendo la diffusione del contagio. Secondo i primi dati raccolti, se il flusso di spostamenti è calato del 60%, c’è ancora una buona parte della popolazione che si sposta troppo.
La mappatura degli spostamenti
I dati forniti dalle compagnie vengono rilasciati in forma aggregata, quindi completamente anonimi, prima di essere trattati per verificare il flusso della mobilità. Sembra però che data l’efficacia di questo metodo di prevenzione degli assembramenti che consente di tenere sotto controllo tutti gli spostamenti dei possessori di smartphone, la mappatura possa diventare una risorsa ancora più importante per contrastare l’avanzamento dei contagi.
Il Garante della Privacy Soro non esclude a priori nessuna delle possibilità volte a frenare o contenere la pandemia. Verrà quindi valutato se continuare a ricevere i dati in forma aggregata o se sfruttare la tecnologia per tenere d’occhio gli spostamenti di coloro che sono stati trovati positivi al nuovo Covid-19.
La misura di prevenzione è appoggiata da molti esponenti secondo cui la vita è molto più importante della privacy. Proprio in questi termini si sta sviluppando l’acceso dibattito sulle misure necessarie per la sorveglianza attiva che impedisca gli spostamenti.
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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto
Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto
Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.
Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.
Il diverbio
La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.
Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.
Mancanza di prove concrete
Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.
La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.
Sport e razzismo
La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]
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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo
Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.
La Cronaca dell’Incidente
La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.
Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.
Le Cause dell’Incidente
Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.
Implicazioni e Conseguenze
L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.
Misure di Prevenzione e Sicurezza
Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.
L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.
[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]
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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Il matrimonio tra spazio e IA
Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.
Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale
1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.
2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.
3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.
4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.
Vantaggi dell’IA nei satelliti
– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.
– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.
– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.
Sfide e considerazioni etiche
Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:
– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.
– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.
– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.
Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]
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Walter
20 Marzo 2020 at 10:26
per i superliberisti: la libertà di ognuno finisce dove comincia la libertà ed il diritto del tuo vicino.
In questo momento il mio diritto di essere non infettato inizia davanti alla proprieta privata tua : se entri in strada SENZA VALIDO MOTIVO, stai violando la mia libertà e la liberta di 60 milioni di italiani !
paolo resti
21 Marzo 2020 at 07:54
E se la altrui libertà opprime, annulla completamente la tua?
La storia insegna che è dalle crisi, di vario tipo, che nascono i prodromi di regimi autoritari o dittatoriali.
Non è che fascismo, comunismo, nazismo siano nati dal nulla……e considerando la storia,
risultano evidenti delle analogie con la situazione attuale.
Forse, piuttosto che vivere in uno di quei regimi, si potrebbe preferire la morte…anche questo è un diritto
X
20 Marzo 2020 at 06:39
A quale servizio di sicurezza appartenete? Mettete i commenti liberi, e poi vediamo… VERGOGNATEVI!
Walter
30 Marzo 2020 at 14:57
per i superliberisti: la libertà di ognuno finisce dove comincia la libertà ed il diritto del tuo vicino.
In questo momento il mio diritto di essere non infettato inizia davanti alla proprieta privata tua : se entri in strada SENZA VALIDO MOTIVO, stai violando la mia libertà e la liberta di 60 milioni di italiani !
paolo resti
30 Marzo 2020 at 17:18
E se la altrui libertà opprime, annulla completamente la tua?
La storia insegna che è dalle crisi, di vario tipo, che nascono i prodromi di regimi autoritari o dittatoriali.
Non è che fascismo, comunismo, nazismo siano nati dal nulla……e considerando la storia,
risultano evidenti delle analogie con la situazione attuale.
Forse, piuttosto che vivere in uno di quei regimi, si potrebbe preferire la morte…anche questo è un diritto
X
30 Marzo 2020 at 14:57
A quale servizio di sicurezza appartenete? Mettete i commenti liberi, e poi vediamo… VERGOGNATEVI!
Maria
19 Marzo 2020 at 22:18
Sono pienamente d’accordo per il discorso mappatura e penso anche che inasprire le pene pecuniarie possa servire come deterrente. Mi intristisce constatare quanto siano irresponsabili certi italiani. Credo anche, come ha detto qualcuno prima di me, che le persone per bene, e siamo tante, non hanno alcun timore che si possa violare la loro privacy. E’ un mio modesto pensiero
Sergio
19 Marzo 2020 at 20:01
Il furbetto che lascia il telefono a casa è comunque tracciato e può essere super sanzionato.
Quello che invece mi preoccupa alquanto è che la Cina, che si può considerare fuori pericolo, ed anche la Corea, sanno come fare rispettare le leggi, ma l’Italia è un’altra cosa.
Efrem Colombo
20 Marzo 2020 at 10:01
Chi non sta alle regole è un irresponsabile ed egoista, perché agendo in questo modo mette a repentaglio non solo la sua vita che sarebbe poco per lui, ma per gli altri che non la pensano allo stesso modo e rispettano le direttive.
Rocco
20 Marzo 2020 at 11:54
Molti Abitanti d’Italia non conoscono e non rispettano regole e leggi dello stato perché si ritengono cittadini del mondo. Fra questi edotti apolidi vi sono pezzi da novanta della politica attiva che sono i primi disubidienti per eccellenza, (vedi e ricorda la vicenda di Karole, l’eroina piratesca) aggiungiamoci poi le lezioni di comportamento sociale che riceviamo giornalmente dalle “risorse culturali” venute dal centro Africa e altre simili ed eccoci che la pizza è pronta. Adesso sarà impossibile pretendere ordine ancge se lo chiedono gli stessi ciarlatani che fino a ieri hanno osannato la disubidienza. Addio Italia, Addio a chi resta. Terra Gloriosa dissacrata, imbrattato, unta, e dominata da quattro barbari, mentre i buoni in maggioranza dormono nel tepore degli ultimi aliti di vita. Addio non è più per me questo mondo osceno
Arturo Turrini
19 Marzo 2020 at 19:23
Và tutto bene, ma perchè non fare un ulteriore passo in avanti ed utilizzare l’APPLICAZIONE ideata dalla Corea del Sud per segnalare i CONTEGGIATI?
Grazie Pippo.
tonino
19 Marzo 2020 at 19:13
Ben venga questa decisione di controllare i nostri spostamenti tramite cellulare però deve essere applicata anche una pena altrimenti non ha senso, troppe persone non hanno ancora capito che si muore…!!!!!
Maria
30 Marzo 2020 at 14:53
Sono pienamente d’accordo per il discorso mappatura e penso anche che inasprire le pene pecuniarie possa servire come deterrente. Mi intristisce constatare quanto siano irresponsabili certi italiani. Credo anche, come ha detto qualcuno prima di me, che le persone per bene, e siamo tante, non hanno alcun timore che si possa violare la loro privacy. E’ un mio modesto pensiero
Dilamberto
19 Marzo 2020 at 17:10
La privacy, ma chi l’ha inventata questa cxzzxtz della privacy. Giova solo ai vagabondi, le persone serie non hanno timore della loro privacy se non fanno nulla di male.Quindi è una norma a favore degli spostati. Tutto in Italia ormai è a favore degli spostati. Qui si tratta di vita o di morte, e voi pensate alla privacy.Ma non vi mettete la maschera?
Salvatore
19 Marzo 2020 at 18:03
Sono perfettamente d’accordo. Chi non ha niente da nascondere non ha paura di dire dove va. Dietro la scusa della privacy si nascondono i delinquenti, i drogati, gli spacciatori, chi frequenta le prostitute o l’amante, i ladri, i mafiosi, i terroristi.
L’isolamento domiciliare in caso di positività al Covid19 è una forma di trattamento sanitario obbligatorio previsto dalla normativa vigente e può essere imposto, anche senza il consenso del paziente senza il consenso del paziente, “per le le malattie infettive e diffusive, a norma dei provvedimenti di carattere nazionale e internazionale, per le quali esista l’obbligo di notifica, di visite mediche preventive, di vaccinazioni a scopo profilattico, di cura attuata mediante l’isolamento domiciliare, di ricovero in reparti ospedalieri, nonché l’applicazione delle misure previste per le malattie infettive quarantenarie e gli interventi contro le epidemie e le epizoozie. ”
Pertanto qualunque mezzo è lecito per far rispettare il divieto di spostarsi dalla propria abitazione o dal luogo di ricovero ospedaliero. La salute pubblica è un bene più importante della privacy individuale.
Jacquie
19 Marzo 2020 at 16:40
Ho il timore che chi non capisce di rimanere in casa lo farà comunque , lasciando il cell a casa!!!
Mt
19 Marzo 2020 at 18:37
Che brava! Occorreva il suggerimento!? In questo mondo di “furbetti”!
Sergio
30 Marzo 2020 at 14:53
Il furbetto che lascia il telefono a casa è comunque tracciato e può essere super sanzionato.
Quello che invece mi preoccupa alquanto è che la Cina, che si può considerare fuori pericolo, ed anche la Corea, sanno come fare rispettare le leggi, ma l’Italia è un’altra cosa.
Efrem Colombo
30 Marzo 2020 at 14:57
Chi non sta alle regole è un irresponsabile ed egoista, perché agendo in questo modo mette a repentaglio non solo la sua vita che sarebbe poco per lui, ma per gli altri che non la pensano allo stesso modo e rispettano le direttive.
Rocco
30 Marzo 2020 at 14:57
Molti Abitanti d’Italia non conoscono e non rispettano regole e leggi dello stato perché si ritengono cittadini del mondo. Fra questi edotti apolidi vi sono pezzi da novanta della politica attiva che sono i primi disubidienti per eccellenza, (vedi e ricorda la vicenda di Karole, l’eroina piratesca) aggiungiamoci poi le lezioni di comportamento sociale che riceviamo giornalmente dalle “risorse culturali” venute dal centro Africa e altre simili ed eccoci che la pizza è pronta. Adesso sarà impossibile pretendere ordine ancge se lo chiedono gli stessi ciarlatani che fino a ieri hanno osannato la disubidienza. Addio Italia, Addio a chi resta. Terra Gloriosa dissacrata, imbrattato, unta, e dominata da quattro barbari, mentre i buoni in maggioranza dormono nel tepore degli ultimi aliti di vita. Addio non è più per me questo mondo osceno
Gaetano
19 Marzo 2020 at 15:43
D’accordo con questa decisione, bene ci stia la tracciabilità, solo così si potrà contenere il diffondersi del virus e di conseguenza salvare le nostre vite e quelle degli altri, possibile mai che non si capisce l’entità di questo pericoloso “killer”?
giovanni
19 Marzo 2020 at 16:58
e se qualche delinquente avanzo di galea che non ha nulla da perdere, lascia il telefono a casa pur sapendo di essere un contagiato se ne va in giro tranquillamente a contagiare altri soggetti come si fa a scoprirlo? questa soluzione al quanto drastica, si può rivelare un boomerang pensando che egli è stato infettato e pensa bene di infettarne altri. Per tale motivo non sono d’accordo.
Angelo
19 Marzo 2020 at 15:39
Occorrono limitazioni rigorose per impedire ai supponenti di muoversi come meglio credono, incapaci di credere a quanto sia grave la situazione in ordine ai crescenti contagi e ai decessi che si moltiplicano di giorno in giorno. Eppure c’è chi crede di essere più furbo degli altri che stanno in casa…
Arturo Turrini
30 Marzo 2020 at 14:53
Và tutto bene, ma perchè non fare un ulteriore passo in avanti ed utilizzare l’APPLICAZIONE ideata dalla Corea del Sud per segnalare i CONTEGGIATI?
Grazie Pippo.
Maurizio Tibaldi
19 Marzo 2020 at 15:17
Visto il numero elevato di “furbi” concordo sull’utilizzo, senza timori, dei cellulari a questo scopo incrementando l’entità della contravvenzione almeno di 5 volte (servirà per pagare una parte delle stese sanitarie…….)
tonino
30 Marzo 2020 at 14:57
Ben venga questa decisione di controllare i nostri spostamenti tramite cellulare però deve essere applicata anche una pena altrimenti non ha senso, troppe persone non hanno ancora capito che si muore…!!!!!
Daniela
19 Marzo 2020 at 15:02
Le persone ancora non hanno capito quanto pericoloso sia questo virus, è impossibile che
Per quanto stiamo facendo i medici e le autorità ci sono così tanto contagi più della Cina. BISOGNA STARE A CASA..
Roberto Neyroz
19 Marzo 2020 at 14:04
Non credo che tracciare i nostri cellulari ci danneggi, se poi stiamo in casa che problema dovremmo avere ?
Ne approfitto per chiedere più chiarezza su tutte questi decessi, sono troppi rispetto alla Cina.
Dilamberto
30 Marzo 2020 at 14:53
La privacy, ma chi l’ha inventata questa cxzzxtz della privacy. Giova solo ai vagabondi, le persone serie non hanno timore della loro privacy se non fanno nulla di male.Quindi è una norma a favore degli spostati. Tutto in Italia ormai è a favore degli spostati. Qui si tratta di vita o di morte, e voi pensate alla privacy.Ma non vi mettete la maschera?
Salvatore
30 Marzo 2020 at 15:03
Sono perfettamente d’accordo. Chi non ha niente da nascondere non ha paura di dire dove va. Dietro la scusa della privacy si nascondono i delinquenti, i drogati, gli spacciatori, chi frequenta le prostitute o l’amante, i ladri, i mafiosi, i terroristi.
L’isolamento domiciliare in caso di positività al Covid19 è una forma di trattamento sanitario obbligatorio previsto dalla normativa vigente e può essere imposto, anche senza il consenso del paziente senza il consenso del paziente, “per le le malattie infettive e diffusive, a norma dei provvedimenti di carattere nazionale e internazionale, per le quali esista l’obbligo di notifica, di visite mediche preventive, di vaccinazioni a scopo profilattico, di cura attuata mediante l’isolamento domiciliare, di ricovero in reparti ospedalieri, nonché l’applicazione delle misure previste per le malattie infettive quarantenarie e gli interventi contro le epidemie e le epizoozie. ”
Pertanto qualunque mezzo è lecito per far rispettare il divieto di spostarsi dalla propria abitazione o dal luogo di ricovero ospedaliero. La salute pubblica è un bene più importante della privacy individuale.
Jacquie
30 Marzo 2020 at 14:53
Ho il timore che chi non capisce di rimanere in casa lo farà comunque , lasciando il cell a casa!!!
Mt
30 Marzo 2020 at 15:03
Che brava! Occorreva il suggerimento!? In questo mondo di “furbetti”!
Gaetano
30 Marzo 2020 at 14:53
D’accordo con questa decisione, bene ci stia la tracciabilità, solo così si potrà contenere il diffondersi del virus e di conseguenza salvare le nostre vite e quelle degli altri, possibile mai che non si capisce l’entità di questo pericoloso “killer”?
giovanni
30 Marzo 2020 at 15:03
e se qualche delinquente avanzo di galea che non ha nulla da perdere, lascia il telefono a casa pur sapendo di essere un contagiato se ne va in giro tranquillamente a contagiare altri soggetti come si fa a scoprirlo? questa soluzione al quanto drastica, si può rivelare un boomerang pensando che egli è stato infettato e pensa bene di infettarne altri. Per tale motivo non sono d’accordo.
Angelo
30 Marzo 2020 at 14:53
Occorrono limitazioni rigorose per impedire ai supponenti di muoversi come meglio credono, incapaci di credere a quanto sia grave la situazione in ordine ai crescenti contagi e ai decessi che si moltiplicano di giorno in giorno. Eppure c’è chi crede di essere più furbo degli altri che stanno in casa…
Maurizio Tibaldi
30 Marzo 2020 at 14:53
Visto il numero elevato di “furbi” concordo sull’utilizzo, senza timori, dei cellulari a questo scopo incrementando l’entità della contravvenzione almeno di 5 volte (servirà per pagare una parte delle stese sanitarie…….)
Daniela
30 Marzo 2020 at 14:53
Le persone ancora non hanno capito quanto pericoloso sia questo virus, è impossibile che
Per quanto stiamo facendo i medici e le autorità ci sono così tanto contagi più della Cina. BISOGNA STARE A CASA..
Roberto Neyroz
30 Marzo 2020 at 14:53
Non credo che tracciare i nostri cellulari ci danneggi, se poi stiamo in casa che problema dovremmo avere ?
Ne approfitto per chiedere più chiarezza su tutte questi decessi, sono troppi rispetto alla Cina.