Continuano a crescere in modo costante i contagi di Covid in Europa. Da lunedì l’Austria torna in lockdown e dal 1° febbraio Vienna imporrà l’obbligo vaccinale.
L’aumento dei contagi e i tassi di copertura vaccinale troppo bassi hanno portato l’Austria a decidere per un ritorno in lockdown generale da lunedì. Inoltre, da febbraio 2022, Vienna imporrà anche l’obbligo di vaccinazione.
Covid, casi in aumento in Europa
“L’emergenza sanitaria è lungi dall’essere superata”, ha detto il direttore per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, il quale fa risalire la causa dell’aumento dei casi di Covid-19, e di conseguenza dei ricoveri e dei decessi nel vecchio Continente alla concomitanza di tre fattori: l’insufficiente copertura vaccinale; l’abbandono delle misure di distanziamento e protezione individuale; la variante Delta che ha un indice di riproduzione di base di 7-8 a fronte del 2-3 del ceppo originario.
Nonostante l’efficacia dei vaccini, senza i quali la situazione sarebbe stata ben peggiore, “ci aspetta un inverno molto duro”, ha detto Kluge pensando all’arrivo del freddo, che contribuisce alla diffusione dei virus a trasmissione aerea, tra cui Sars-Cov-2.
La situazione in Germania e Austria
Attualmente a preoccupare maggiormente sono Germania e Austria. Insieme ai presidenti dei Länder, Berlino ha deciso per nuove restrizioni, mentre l’Austria da lunedì torna in lockdown nazionale per 10 giorni.
Come è emerso da un’analisi di Commerzbank Research, il numero di nuove infezioni in Germania ha portato l’incidenza a 336,9 casi settimanali per 100mila abitanti. Nell’ultima settimana si sono registrati 5,15 ricoveri per 100mila abitanti, un dato destinato a raddoppiare a 10 visto l’attuale aumento dei contagi. Nella giornata del 18 novembre si è registrato un nuovo record di casi: 65.371. La Germania ha visto salire in maniera costante il numero dei contagi a seguito dell’abbandono di ogni protezione, comprese le mascherine al chiuso. Inoltre la quota di vaccinati con doppia dose è solo del 67,7 per cento. Secondo Lothar Wieler, direttore del Robert Koch Institut, è invece necessario superare il 75 per cento.
Per contrastare l’inasprirsi dell’epidemia, la Germania ha scelto di adottare la regola 2G, ovvero, quando viene superata una prima soglia di ospedalizzazioni scattano restrizioni per i non vaccinati; quando invece si va oltre un successivo livello di ricoveri scatta la 2G+, ovvero tampone anche per immunizzati e guariti.
Tuttavia, dal momento che l’approccio regionale non è più ritenuto sufficiente, i premier dei Länder, nella giornata del 18 novembre, si sono riuniti con la cancelliera Angela Merkel per approvare restrizioni uniformi in tutto il Paese per l’accesso ai pubblici servizi e misure per incentivare la vaccinazione. Il Bundesrat, l’organo di rappresentanza dei Länder, oggi ha dato il via libera formale alle misure. Tra queste ultime, oltre alla soglia che fa scattare 2G e 2G+, c’è anche l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e per chi lavora nelle Rsa. Inoltre, sarà richiesto il green pass (vaccino, guarigione recente o test negativo) ai dipendenti che si recano al lavoro in presenza e a chi usa i mezzi pubblici e verrà di nuovo introdotta la raccomandazione di lavorare da casa, quando possibile. La falsificazione dei green pass, reato molto diffuso in Germania, verrà punita con la reclusione fino a cinque anni.
“La situazione è fortemente drammatica. È assolutamente tempo di agire. Non avremmo dovuto ricorrere alle misure attuali se più persone si fossero vaccinate e non possiamo permetterci il raddoppio dei posti letto occupati nelle terapie intensive”, ha detto la cancelliera Merkel.
In Austria, invece, le autorità regionali sono state costrette a propendere per un ritorno ai lockdown. La Sassonia, dove solo il 57,6% della popolazione è vaccinato, sta studiando un piano che prevede la chiusura di due-tre settimane di ristoranti, hotel e negozi. Anche in Alta Austria e a Salisburgo, dove le incidenze oscillano tra 1.500 e 1.700, si stava già pensando ad un lockdown di alcune settimane, Nella mattinata del 19 novembre il governo di Vienna ha annunciato che da lunedì 22 novembre l’intero Paese torna ufficialmente in lockdown per un periodo di 10 giorni, con “valutazione” su rinnovi. Inoltre, dal 1° febbraio 2022 l’Austria imporrà l’obbligo vaccinale alle persone che a quella data non avranno ricevuto alcuna dose del vaccino contro il Covid-19.
“Nonostante mesi di impegno non siamo riusciti a convincere abbastanza gente a farsi vaccinare”, ha detto rammaricato il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg nel fare l’annuncio. “Ci sono troppe forze politiche che ci vanno contro”, ha aggiunto parlando di un “attentato al sistema sanitario”.
Da lunedì 22 novembre, dunque, in Austria chiuderanno diverse attività (ristoranti, palestre, parrucchieri, centri massaggi e altri servizi in cui non è possibile mantenere la distanza minima). Resteranno aperti solo supermercati, parafarmacie e farmacie.
Scatta inoltre l’obbligo di mascherina FFP2 in locali chiusi. Scuole e asili restano aperti, ma con obbligo di mascherina.
fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/panorama-vienna-austria-citt%c3%a0-427929/
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