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Covid, ok dell’Ema ai vaccini già dai 6 mesi di età

Via libera dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) all’uso dei vaccini anti-Covid anche per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni. Atteso ok di Aifa.

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Covid, ok dell’Ema ai vaccini già dai 6 mesi di età

Via libera dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) all’uso dei vaccini anti-Covid anche per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni. Atteso ok di Aifa.

Dopo l’Agenzia del farmaco americana (Fda), anche l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il suo ok all’uso dei vaccini mRna contro il Covid (Biontech-Pfizer e Moderna) anche per la fascia d’età 6 mesi-5 anni. Si attende ora il via libera dell’Aifa con l’indicazione a raccomandarlo per i bambini fragili o per i più piccoli che convivono con familiari affetti da patologie gravi.

Covid, via libera dell’Ema ai vaccini per i bambini dai 6 mesi

L’Agenzia europea del farmaco ha dato il via libera alla somministrazione dei vaccini anti-Covid anche per la fascia d’età 6 mesi-5 anni. L’ok dell’Ema segue quello della Fda arrivato lo scorso giugno.

Nello specifico, Comirnaty (il vaccino Biontech-Pfizer) è raccomandato dai 6 mesi di età ai 4 anni, mentre Spikevax (il vaccino di Moderna), è consigliato dai 6 mesi ai 5 anni. Dopo aver valutato i dati, l’Ema è giunta alla conclusione che la protezione data dai vaccini mRna attualmente in circolazione per questa fascia d’età, soprattutto contro le forme gravi e i ricoveri da Covid, è sovrapponibile a quella degli adulti. L’efficacia è infatti superiore al 90% e con livelli di sicurezza persino superiori a quelli già rilevati per adulti e adolescenti.

“Il rapporto rischi-benefici è largamente positivo ed è bene poterli vaccinare. Spetta ai singoli Paesi decidere come usarli”, ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Ema, all’Adnkronos.

“L’uso nei bambini con fattori di rischio rimane l’uso preferenziale ma sta agli organi di salute pubblica nei singoli Paesi decidere come usarli”, ha aggiunto.

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“E’ bene avere la possibilità di vaccinare anche i bambini più piccoli soprattutto se presentano fattori di rischio per Covid grave”, ha concluso il rappresentante Ema.

Il vaccino autorizzato dall’Ema per gli under 5 è quello “vecchio”, ovvero il monovalente studiato sul ceppo originario di Wuhan. L’Agenzia europea del farmaco ha inoltre dato il via libera anche al nuovo vaccino adattato Spikevax (Moderna) contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 per l’uso in persone già vaccinate di età pari o superiore a 12 anni. Nelle scorse settimane era già stato autorizzato il vaccino adattato Pfizer Biontech contro le stesse sottovarianti.

Atteso ok di Aifa

Dopo l’ok dell’Ema, si attende ora l’autorizzazione anche dell’Agenzia italiana del farmaco per utilizzare i vaccini anti-Covid già dai sei mesi di età anche nel nostro Paese. Il via libera potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, assieme a una circolare del ministero della Salute con l’indicazione a raccomandarlo per i bimbi fragili o per i più piccoli che convivono con familiari affetti da patologie gravi (tumori, malattie cardiovascolari o polmonari) o che siano immunodepressi e, quindi, in caso di contagio sarebbero esposti al pericolo di finire in ospedale.

Come verranno somministrati i vaccini anti-Covid agli under 5

Ovviamente le dosi di vaccino saranno più basse rispetto a quelle autorizzate per le altre fasce di età. Il vaccino di Pfizer/BioNTech potrà essere somministrato come vaccinazione primaria composta da tre dosi di 3 microgrammi ciascuna. Le prime due vengono inoculate a distanza di tre settimane l’una dall’altra, mentre la terza dose potrà essere somministrata almeno 8 settimane dopo la seconda.

Spikevax di Moderna, invece, potrà essere somministrato come vaccinazione primaria consistente in due dosi (di 25 microgrammi ciascuna), a distanza di quattro settimane.

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Il parere degli esperti

Riguardo al vaccino per gli under 5 gli esperti sono divisi. “Se l’Agenzia europea del farmaco lo ha approvato vuol dire che ci sono degli studi che hanno documentato che questo vaccino anche nei bambini piccoli è efficace ed evidentemente ben tollerato. Altrimenti non sarebbe possibile”, ha detto Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. “Si tratta di vedere come utilizzarlo. Quello che è importante è che sia a disposizione. Se poi abbiamo bimbi con alti fattori di rischio può essere ragionevole farlo. Non più una campagna di massa, quindi, e non credo che ci sarà. Ma un uso mirato ai più fragili”, ha aggiunto.

Gli fa eco Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano e direttore Pediatria e Pronto soccorso pediatrico dell’Asst Fatebenefratelli Sacco-ospedale dei bimbi Vittore Buzzi: “Dal mio punto di vista, vale la pena ribadire che questo è un vaccino che riserverei soprattutto ai bambini che appartengono alle categorie a rischio”, ha detto. “Mi preoccuperei – ha proseguito – di proporre il vaccino anti-Covid ai piccoli che appartengono alle categorie a rischio, non a tutti i bambini in queste fasce d’età. Questi vaccini, infatti, si sono dimostrati importanti ed efficaci per certe categorie perché hanno ridotto la possibilità di sviluppare forme gravi e severe che portavano poi in ospedale o a ricovero in terapia intensiva. Nei bimbi questo tipo di esito fortunatamente non si registra se non in maniera sporadica e prevalentemente in bimbi con fattori di rischio. Quindi torno a dire che è sensato che vada riservato a loro”.

Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, invece, il vaccino per under 5 serve a poco, in quanto “è già vecchio”.

“Io credo che questo vaccino, giusto ma nel momento sbagliato, serve a poco, in questo momento dobbiamo dedicarci alle persone anziane e fragili con quelli aggiornati. L’approvazione dell’Ema arriva dunque in un momento in cui serve davvero a poco e non credo che vada raccomandata la vaccinazione ai bambini con questo vaccino. Andava bene nel 2021, oggi mi sembra vecchio”, ha detto Bassetti.

“Io ho sempre sostenuto la vaccinazione per i ragazzi ma in un momento come questo, con il virus che causa forme meno impegnative di malattia, non mi sentirei di consigliare a tutti i bambini under 5 l’immunizzazione. Se fosse un vaccino aggiornato, potrebbe essere utile”, ha concluso.

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fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/orsacchiotto-di-peluche-6937567/

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto

Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.

Il diverbio

La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.

Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.

Mancanza di prove concrete

Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.

La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.

Sport e razzismo

La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]

 

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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo

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Crolla il ponte di Baltimora per un'urto con una nave cargo

Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.

La Cronaca dell’Incidente

La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.

Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.

Le Cause dell’Incidente

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.

Implicazioni e Conseguenze

L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.

Misure di Prevenzione e Sicurezza

Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.

L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.

 

[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]

 

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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

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Cosa succede se si affida un satellite all'intelligenza artificiale?

Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Il matrimonio tra spazio e IA

Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.

Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale

1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.

2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.

3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.

4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.

Vantaggi dell’IA nei satelliti

– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.

– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.

– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:

– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.

– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.

– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.

Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]

 

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