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Covid, regole e divieti per viaggi in Italia e all’estero
In vista delle vacanze natalizie e alla luce della crescita dei contagi e della scoperta della nuova variante del Covid, ecco quali regole seguire se si decide di intraprendere un viaggio.
In vista delle vacanze natalizie e alla luce della crescita dei contagi e della scoperta della nuova variante del Covid, ecco quali regole seguire se si decide di intraprendere un viaggio.
Con l’inasprirsi dei contagi e la scoperta della variante Omicron del Covid-19, diversi Paesi stanno adattando le proprie misure di sicurezza interne e aumentando le restrizioni soprattutto per chi arriva dall’estero. Ecco dunque cosa c’è da sapere prima di intraprendere un viaggio, soprattutto in vista delle festività natalizie e di fine anno, che molti cittadini trascorreranno in vacanza in Italia o all’estero.
Covid, le regole per i viaggi in Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, al momento non sono previste restrizioni ai viaggi e agli spostamenti tra regioni, in quanto nessuna regione è in zona rossa o arancione, solo il Friuli Venezia Giulia è in zona gialla. Nel caso una regione dovesse entrare in zona rossa, scatterebbero restrizioni agli spostamenti, con il divieto di spostamento anche nel proprio comune, fatta eccezione per motivi di lavoro, salute o urgenza.
A partire dal 1 settembre 2021 è fatto obbligo di esibire il green pass o certificazioni equivalenti (ovvero rilasciate da alcuni Stati extra UE) per salire a bordo di: aerei; navi e traghetti per il trasporto interregionale (esclusi i collegamenti nello Stretto di Messina); treni di tipo Intercity e Alta Velocità; autobus per il trasporto interregionale; autobus per servizi di noleggio con conducente.
In merito agli ingressi nel nostro Paese, a seguito della scoperta della nuova variante, l’Italia ha deciso di vietare l’ingresso a chi è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini, Malawi negli ultimi 14 giorni, ovvero in tutti quei Paesi cui la variante Omicron circola maggiormente.
Israele, Giappone e Marocco, paesi in cui attualmente i contagi sono sotto controllo, hanno invece deciso di chiudere le frontiere a tutti gli stranieri e presto altri Stati, sulla base dell’avanzare della variante Omicron, potrebbero decidere di seguire la stessa strada.
Le restrizioni in Gran Bretagna e in Francia
A chi ha intenzione di entrare in Inghilterra è richiesto un tampone prima della partenza e di rimanere in isolamento, una volta giunti in Gran Bretagna, fino all’arrivo del risultato (negativo) di un secondo tampone da effettuare nel Regno Unito entro il secondo giorno dall’ingresso nel Paese. La regola dell’isolamento vale anche per chi ha completato il ciclo di vaccinazione da almeno 14 giorni e non ha transitato in Paesi categorizzati ad alto rischio nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito, per cui sono previste procedure di ingresso, si fa per dire, semplificate.
Chi ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino anti-Covid o il vaccino monodose, deve infatti prenotare un tampone PCR molecolare da svolgere nel Regno Unito entro il 2° giorno dopo l’arrivo (c.d. «day 2 test») da una lista di distributori autorizzati; compilare il Passenger Locator Form; viaggiare con un’attestazione vaccinale (certificazione verde / green pass covid europeo, l’app NHS o un’altra attestazione con caratteristiche specifiche) da esibire, su richiesta, alla frontiera.
In Francia bisogna invece esibire il pass sanitario al momento di imbarcarsi su aerei, treni e autobus a lunga percorrenza. L’esibizione del pass sanitario è obbligatoria per chi ha più di 12 anni. Il pass in Francia é richiesto anche per accedere a studi medici, centri commerciali di grandi estensioni e luoghi di svago e di cultura.
Viaggi in Austria e in Germania
Per entrare in Austria, paese in lockdown dal 22 novembre fino al 12 dicembre 2021, non è previsto obbligo di quarantena per coloro che arrivano da Paesi considerati a basso rischio Covid (Italia compresa) e sono in possesso di certificato o test, in lingua inglese o tedesca, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso nel Paese, che attesta la negatività al Covid 19. Deve trattarsi di un test molecolare PCR.
Chi, al momento dell’ingresso in Austria, è sprovvisto del test o della certificazione deve effettuare un tampone molecolare PCR nelle 24 ore successive.
Infine, dal 6 dicembre 2021 in Austria la validità del vaccino è di 270 giorni. Nel caso in cui si sia contratta un’infezione da Covid-19 da almeno 21 giorni è sufficiente avere anche una sola dose di vaccino e la vaccinazione ha una validità di 360 giorni dalla somministrazione fino al 5 dicembre 2021.
Le regole per viaggiare in Germania sono invece le seguenti: a partire dai 12 anni, è obbligatorio essere in possesso di una documentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione o guarigione dal Covid; chi non è vaccinato o guarito può presentare un tampone antigenico (rapido) o molecolare (PCR) effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Germania (nel caso dell’antigenico) o nelle 72 ore precedenti (nel caso del molecolare PCR).
Si considerano ‘guarite’ le persone asintomatiche e risultate positive ad un tampone non meno di 28 giorni e non più di 6 mesi prima. I vaccinati sono invece coloro che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni. Per chi già contratto il Covid, basta un’unica dose.
Le regole per la Spagna e il Portogallo
Le regole per entrare in Spagna variano in base alla categoria di rischio dei Paesi di provenienza, che viene definita settimanalmente dal Governo spagnolo a seconda dell’indice dei contagi registrati.
La lista dei Paesi a rischio, in cui possono essere inserite anche singole Regioni italiane, viene pubblicata ogni settimana sul sito della Farnesina.
Chi ha intenzione di partire per il Portogallo, invece, al momento dell’imbarco deve presentare: Certificazione Covid UE attestante che la persona ha completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni o che sia guarita entro 180 giorni a partire dal tampone molecolare positivo; la prova di aver effettuato, entro le 72 ore precedenti l’ora dell’imbarco, un test molecolare con esito negativo, o, in alternativa, un test antigenico (TRAg) con esito negativo realizzato nelle 48 ore precedenti l’ora dell’imbarco. L’obbligo del green pass vale per chi ha più di 12 anni, anche per viaggi marittimi.
All’arrivo in Portogallo, il risultato del test potrebbe essere richiesto anche dalla Polizia di Pubblica Sicurezza o dal Servizio Stranieri e Frontiere (SEF).
In Portogallo l’obbligo del green pass non vale però nei ristoranti, negli alberghi, nei casinò e nemmeno per accedere a palestre o Spa. Resta però obbligatorio l’uso della mascherina sui trasporti pubblici, negli ospedali, nelle case di riposo e nei luoghi che ospitano spettacoli di intrattenimento e eventi.
I “corridoi” Covid free
Per chi decide di trascorrere una vacanza in posti caldi quali Maldive, Mauritius, Seychelles, Aruba, Repubblica Dominicana e Egitto, se il viaggio è organizzato da un tour operator, non ci sono restrizioni. Tuttavia, al rientro in Italia si richiede di compilare il Passenger Locator Form, oltre ad un test rapido o molecolare (negativo) da effettuare 48 ore prima di rientrare.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/viaggio-aeroporto-la-carta-d-imbarco-5219496/
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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto
Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto
Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.
Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.
Il diverbio
La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.
Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.
Mancanza di prove concrete
Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.
La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.
Sport e razzismo
La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]
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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo
Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.
La Cronaca dell’Incidente
La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.
Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.
Le Cause dell’Incidente
Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.
Implicazioni e Conseguenze
L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.
Misure di Prevenzione e Sicurezza
Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.
L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.
[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]
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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Il matrimonio tra spazio e IA
Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.
Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale
1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.
2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.
3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.
4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.
Vantaggi dell’IA nei satelliti
– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.
– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.
– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.
Sfide e considerazioni etiche
Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:
– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.
– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.
– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.
Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]
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