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Covid, come riconoscere i sintomi delle nuove varianti

Il Covid continua a mutare ed emergono nuove varianti i cui sintomi sono facilmente confondibili con quelli dell’influenza. Ecco come distinguerli.

Il Covid continua a mutare ed emergono nuove varianti i cui sintomi sono facilmente confondibili con quelli dell’influenza. Ecco come distinguerli.

Il virus SARS-CoV-2 continua a mutare ed emergono nuove varianti che sembrano essere ancora più insidiose delle precedenti. Dopo Cerberus, arriva ora Gryphon. Ecco come riconoscerle e distinguere i sintomi dall’influenza.

Covid: le nuove varianti Cerberus e Gryphon

Sebbene la mortalità per Covid sia diminuita, soprattutto grazie ai vaccini ed alla mutazione del virus, il Covid-19 continua a circolare ed emergono nuove varianti. Le più recenti si chiamano Cerberus e Gryphon, derivazioni di Omicron 5, che sembrano essere più preoccupanti perché in grado di eludere l’immunità offerta dai vaccini e più subdole perché si confondono facilmente con il raffreddore e l’influenza stagionale.

Come sostiene l’Iss, le nuove sottovarianti sono“a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria“ e per questo  vanno monitorate “con grande attenzione”.

Per la sottovariante BQ.1, nota come Cerberus, è stata rilevata un’incidenza del 30,7%, circa un terzo dei campioni sequenziati. Negli Stati Uniti questa sottovariante è già responsabile della metà dei contagi. Nel frattempo sta avanzando anche la variante XBB, nota comunemente come Gryphon, con un 3,30%.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, esse sono in crescita a livello mondiale e Gryphon è “la più immunoevasiva mai vista”; è salita dall’1,5% al 2,0% dal 24 al 30 ottobre.

Pertanto gli esperti invitano a prestare attenzione a queste sottovarianti che sono capaci di raggirare lo scudo immunitario garantito dai vaccini e i cui sintomi sono molto simili a quelli influenzali.

Come riconoscere i sintomi

Con l’arrivo della stagione invernale sarà più difficile distinguere i sintomi del Covid da quelli dell’influenza stagionale, soprattutto perchè i vaccini hanno ridotto l’ospedalizzazione e contenuto i sintomi gravi della malattia.

Sulla questione è intervenuto il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, che si è soffermato soprattutto su Cerberus: “Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus. È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola. Fermo restando che è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione”, ha detto.

Pregliasco suggerisce di tenere sotto controllo la temperatura corporea e di monitorare“anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi”. In questo caso, dice, è necessario sottoporsi al tampone per capire se l’infezione può essere ricondotta al Covid: “Purtroppo le varianti più recenti si stanno dimostrando ’immune escape’: una capacità collegata anche alla maggior trasmissibilità. Questo significa che attaccano più facilmente. Per cui anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi, deve indurre alla cautela. Meglio, in questo caso, sottoporsi a tampone, perchè è molto probabile che si tratti di Covid”.

“Sicuramente anche le nuove varianti non provocano un raffreddore, anche se spesso vediamo nei pazienti naso che cola. A differenza del passato, ora non causano quasi più perdita del gusto e dell’olfatto, vertigini e mal d’orecchio. In sostanza, attaccano più le prime vie respiratorie. Per questo possono essere confuse con altre forme virali e indurre a soprassedere. Cosa sbagliata perché l’infezione Covid va diagnosticata”, ha detto infine Pregliasco sulle nuove varianti.

Invito alla cautela

Oggi gli esperti sono più ottimisti riguardo il virus SARS-CoV-2. Nonostante ciò, però, invitano a non abbassare la guardia. “Sono ottimista perché Covid si sta adattando sempre più a noi, come vediamo dallo sciame di sottovarianti di Omicron. Anche Cerberus, come abbiamo evidenziato in uno studio, è meno contagiosa di Omicron 5, che è considerata la più contagiosa della storia”, però, “non possiamo prevedere se arriverà una variante che ci spiazzerà e diventerà peggiore di Omicron: ecco perché dobbiamo essere pronti”, ha riferito a ‘Repubblica’ Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di ricerca Epidemiologia molecolare dell’Università campus Bio-medico di Roma.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/virus-agente-patogeno-infezione-4958150/

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Una risposta su “Covid, come riconoscere i sintomi delle nuove varianti”

Buongiorno, anche io ho avuto patologie simili,pensavo ad un raffreddore,non ho mai avuto febbre ( neanche da piccola) questa volta pensavo di lasciare questo mondo…boccheggiavo, non riuscivo a respirare, fortunatamente ho un ottima e bravissima dottoressa, mi ha curato Lei e la ringrazio tanto.Ora inizio a stare meglio….preciso che sono un Oss….

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