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Covid, Speranza: ‘Adesione alla quarta dose deve crescere’

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito l’importanza della quarta dose di vaccino anti-Covid per gli over 80 e le persone con particolari condizioni di fragilità.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito l’importanza della quarta dose di vaccino anti-Covid per gli over 80 e le persone con particolari condizioni di fragilità.

Intervenuto all’evento “SocioTechLab. La tecnologia che fa bene alle persone” promosso da Spi Cgil, il ministro della Salute Roberto Speranza è tornato anche sull’argomento “quarta dose”, sottolineando la necessità del secondo booster contro il Covid per gli over 80, gli ospiti delle Rsa e per i 60-79 anni con particolari condizioni di fragilità. Ecco cosa ha detto.

Covid, l’appello di Speranza sulla quarta dose

I numeri della campagna vaccinale relativi alla quarta dose di vaccino contro il Covid per gli over 80, gli ospiti delle Rsa e per i 60-79 anni con particolari condizioni di fragilità, sono ancora troppo bassi e devono necessariamente crescere. A dirlo è stato il ministro della Salute Speranza, a margine del suo intervento all’evento “SocioTechLab. La tecnologia che fa bene alle persone”, promosso da Spi Cgil.

“Siamo ancora dentro la battaglia della pandemia ed è in corso un altro pezzo di campagna vaccinale che io ritengo particolarmente rilevante e i cui numeri devono necessariamente crescere!“, ha detto.

Il ministro ha chiesto poi aiuto proprio al sindacato: “Vi chiediamo una mano perché la vostra rete sul territorio è una rete essenziale che può aiutarci a coinvolgere tante di queste persone”, ha affermato, ribadendo che “abbiamo bisogno di tenere alto il livello di attenzione” nonostante siamo entrati in una fase nuova della pandemia di Covid grazie all’elevata copertura vaccinale. “La mortalità oscilla tra gli 83, 84, 85 anni, e fare il booster può salvare la vita”, ha evidenziato il ministro.

Rivedere la strategia di comunicazione

Il ministro Speranza ha sottolineato la necessità di migliorare la comunicazione: “La guerra ha quasi sostituito la pandemia sul piano comunicativo, come se dal 24 febbraio d’un tratto non ci fosse più la pandemia ma solo la guerra. Questo produce maggiore difficoltà a lanciare messaggi, ma ci sono ancora persone che purtroppo perdono la vita e sono prevalentemente persone sopra gli 80 anni. Io penso che con il secondo booster una parte di queste persone può essere protetta”, ha chiarito.

“Sono tornato da poco dagli Usa, dove mi sono confrontato con il ministro della Salute e con Anthony Fauci: sul terreno delle vaccinazioni abbiamo standard tra più alti a livello mondiale, siamo al 91,5% di prime dosi somministrate alla popolazione e solo un grande Paese riesce a fare 137 mln di dosi in 15-16 mesi. Un risultato figlio di una rete di capillarità dai medici di famiglia alle farmacie, ma credo che ci sia stata anche una attenzione alla comunicazione, con messaggi corretti alla popolazione che hanno favorito risultati positivi”, ha concluso.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaccino-antinfluenzale-ago-ahia-1719334/

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