I risultati dei primi studi sull’efficacia dei vaccini Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson contro le varianti del virus covid-19. Parla il responsabile della strategia vaccini dell’Ema.
Dai risultati dei primi studi sui vaccini sviluppati da Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson è emerso che essi sono efficaci contro le varianti del virus Covid-19.
È quanto ha riferito Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccini dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) in audizione alla commissione Sanità dell’Europarlamento.
L’Ema sull’efficacia dei vaccini Pfizer, Moderna contro le varianti
I vaccini Rna messaggero, Moderna e Pfizer-Biontech, hanno “un’ottima efficacia contro le nuove varianti del Covid”, ha dichiarato Marco Cavaleri sulla base dei dati arrivati da Israele.
“Le informazioni più rilevanti sono i dati arrivati da Israele, dove la variante B.1.1.7, la cosiddetta variante inglese, è predominante”, ha spiegato. Questi dati, ha aggiunto Cavaleri, “hanno dimostrato un’efficacia davvero buona del vaccino di Pfizer/BionTech”. Con il vaccino di Pfizer/BioNTech, ha sottolineato, “il livello di cross-neutralizzazione è ridotto per la variante sudafricana, rispetto al ceppo originario, ma non a un livello tale da neutralizzare la risposta immunitaria”.
In merito al vaccino Moderna, il responsabile della strategia vaccini dell’Ema ha invece detto: “Il livello di cross-neutralizzazione contro la variante sudafricana, con Moderna è ridotto di sei volte rispetto alla variante B.1.1.7. Ciò nondimeno, c’è un livello molto elevato di anticorpi neutralizzanti, quindi ci aspetteremmo che il vaccino sia in grado di proteggere dalla variante sudafricana”.
“È un ottimo segnale che il vaccino sia in grado di mantenere la protezione, anche se – ha precisato Cavaleri – non abbiamo ancora prove a livello di trial clinici per la protezione contro la variante sudafricana o quella brasiliana”.
I vaccini Johnson&Johnson e AstraZeneca
Dal trial clinico con soggetti di varie parti del mondo, inclusi Brasile e Sudafrica, è risultato efficace contro le varianti anche “il vaccino Johnson & Johnson di recente approvato dall’Ema”, ha riferito Cavaleri. “Si è visto – ha spiegato – che in Sudafrica all’epoca, quando la variante sudafricana era quella che circolava di più, è stata dimostrata la protezione, in termini di protezione dalla malattia moderata ma anche dalla malattia grave”.
“Per quanto riguarda la protezione dalla malattia grave il livello è piuttosto simile a quello che vediamo in altre parti del mondo, dove circolava il ceppo originario del virus, come gli Usa. Queste sono buone prove, e piuttosto rassicuranti, sul fatto che il vaccino Janssen (J&J) possa proteggere dalla Covid-19 provocata dalle nuove varianti”, ha aggiunto.
Non sarebbe invece risultato efficace contro tutte le varianti il vaccino AstraZeneca.
“In uno piccolo studio condotto con il vaccino AstraZeneca su circa 2mila individui, lo studio non ha mostrato alcuna efficacia del vaccino per quanto riguarda una malattia tenue in un contesto in cui la cosiddetta variante sudafricana era il virus che circolava maggiormente”, ha spiegato Cavaleri che tuttavia suggerisce di attendere “studi più ampi”.
“Questi dati sollevano un po’ di preoccupazione sulla capacità del vaccino di prevenire la malattia; tuttavia è importante per me sottolineare che parliamo di malattia lieve in uno studio piccolo. E non sappiamo se la protezione dalla malattia grave possa essere fornita dal vaccino. Avremmo bisogno di più dati per valutare la capacità del vaccino di proteggere, cosa che non possiamo escludere al momento”, ha chiarito.
Infine, il responsabile della strategia vaccini dell’Ema sulla produzione del vaccino AstraZeneca ha detto: “Stiamo lavorando all’approvazione di ulteriori siti di produzione che aumenterebbero sensibilmente la capacità produttiva di dosi nell’Unione europea”.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/vaccino-chimico-scoppio-coronavirus-4946479/
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