Sviluppati in laboratorio, da un team di ricercatori inglesi, embrioni umani “sintetici”. Vediamo insieme che cosa sono e perché se ne parla.
Un gruppo di scienziati del Regno Unito, per la prima volta, ha creato, a partire da cellule staminali, strutture simili a embrioni umani nelle prime fasi di sviluppo. Ecco a quale scopo.
Embrioni umani sintetici: che cosa sono e a che servono?
Al fine di capire le ragioni biologiche degli aborti spontanei ricorrenti e studiare l’impatto di alcune malattie genetiche, un gruppo di scienziati del Regno Unito ha ottenuto embrioni umani ‘sintetici’, a partire da cellule staminali, evitando cioè di usare cellule uovo e spermatozoi. Ad annunciare il traguardo raggiunto è stata Magdalena Żernicka-Goetz, embriologa dell’Università di Cambridge e del California Institute of Technology che ha guidato la ricerca. La studiosa ha descritto il lavoro, ancora da pubblicare, nel corso del meeting annuale dell’International Society for Stem Cell Research a Boston, spiegando che lo scopo del lavoro è creare embrioni somiglianti a quelli “veri”, che si formano nelle primissime fasi dello sviluppo umano, per meglio comprendere l’impatto di alcune malattie genetiche e le ragioni biologiche degli aborti spontanei ricorrenti.
Gli embrioni ‘sintetici’ sono modelli di studio, ricavati in laboratorio a partire da cellule staminali, ovvero cellule primitive e non specializzate capaci di differenziarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo, e prelevate da embrioni veri e propri. Rispetto agli embrioni residui dei percorsi delle fecondazioni in vitro attualmente donati alla ricerca, gli embrioni sintetici possono inoltre essere prodotti in grandi quantità. Inoltre, è più facile modificare geneticamente le cellule staminali mentre crescono e si differenziano in laboratorio per gli studi che si concentrano sulla funzione di uno o più geni.
Come sono fatti?
Gli embrioni “sintetici” includono le cellule che formeranno la placenta, il sacco amniotico e le cellule precorritrici di cellule uovo e spermatozoi. Gli scienziati li hanno lasciati crescere fino a poco oltre i 14 giorni, ovvero fino al limite legale permesso per lo sviluppo in laboratorio di embrioni umani, oltre il quale queste entità vanno distrutte per ragioni etiche.
Questi embrioni, come spiegato sul Guardian – che ha riportato la notizia in esclusiva – sono stati fatti sviluppare fino alla fase in cui, se si trovassero in un vero apparato riproduttivo, si impianterebbero nell’utero, quindi l’equivalente dei giorni 7/8-14 dopo la fecondazione.
Perché se ne parla?
La creazione di questi embrioni ha suscitato grande interesse perché potranno essere impiegati per carpire qualcosa in più sulle prime fasi dello sviluppo della vita, in particolare sul periodo che va dai 14 giorni oltre i quali nella maggior parte dei Paesi non è più possibile far crescere embrioni in laboratorio, al momento in cui è possibile esaminare lo sviluppo del feto nei primi esami diagnostici prenatali.
Gli scienziati sperano di trovare risposta ad una serie di interrogativi quali: “Come iniziano a svilupparsi gli organi umani? E che cosa va storto, nei casi di aborto ricorrente?”, “C’è qualcosa che si potrebbe fare per evitarli?”.
Tuttavia, al momento, rispetto agli embrioni ottenuti da fecondazione, quelli ricavati dalle cellule staminali non sono ancora regolamentati da una cornice legislativa. Gli autori dello studio ritengono che una regolamentazione sia necessaria e, per questo, stanno partecipando a un gruppo di lavoro per consigliare le autorità sanitarie britanniche sui paletti legali per questo tipo di pratica. C’è la possibilità che anziché su un limite di tempo, come i 14 giorni, ci si accordi su un limite basato sullo sviluppo, per esempio, che si scelga di non proseguire oltre lo sviluppo di certi organi o tessuti.
Gli scienziati precisano che non c’è alcuna intenzione di utilizzare gli embrioni sintetici in ambito clinico. Sarebbe, infatti, illegale usarli per ottenere una gravidanza, impiantandoli nell’utero di una paziente, e probabilmente anche inutile dal momento che non è ancora chiaro se siano capaci di continuare a maturare oltre alle prime fasi di differenziazione cellulare. Gli embrioni sintetici ottenuti in precedenza da cellule di topo e da quelle di scimmia, una volta impiantati nell’utero di femmine adulte, infatti, non hanno dato origine ad animali vivi né innescato gravidanze poi portate a termine.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/embrione-fiv-microfecondazione-1514192/
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