In queste ore stanno circolando voci sulla possibilità di un green pass differenziato per i no vax. L’ipotesi sarebbe al vaglio del governo. Cosa c’è di vero?
Alla luce della nuova impennata dei contagi, soprattutto nelle Regioni del Nord Italia (cinque rischiano il ritorno in zona gialla), il governo sta vagliando nuove misure per contrastare il Covid. Tra queste, secondo La Stampa, ci sarebbe anche la possibilità di introdurre un green pass differenziato per i no vax, ovvero vietare loro i luoghi dello svago, dunque bar, ristoranti, teatri, cinema, eventi e stadi. Al momento, però, si tratta solo di un’ipotesi.
Green pass, le eventuali modifiche
Dopo il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, atteso venerdì, si capirà se l’indice di contagio Rt cresce al punto da far prevedere un incremento esponenziale dei casi. Se così fosse, il governo Draghi aprirà il fronte del nuovo decreto che porterà una stretta sul green pass. Sul tavolo ci sarebbero tre proposte di modifica. Innanzitutto il taglio della durata del certificato verde da 12 a 9 mesi, poi la decisione sul tampone rapido o molecolare e, infine, il lockdown sullo svago per i no vax con il green pass differenziato, ovvero il divieto per i non vaccinati di frequentare ristoranti, bar, cinema, teatri, eventi e stadi.
Green pass differenziato per i no vax come in Austria?
L’ipotesi di un green pass differenziato per vaccinati e non vaccinati trae spunto dal lockdown per i non vaccinati attuato in Austria, dove chi non è immunizzato non può uscire di casa se non per andare a lavoro o per fare la spesa o per un’emergenza di salute. Una misura che sembra funzionare stando a quanto riferito dal neo-cancelliere Alexander Schallenberg. A seguito dell’introduzione del lockdown per i non vaccinati, infatti, sarebbe aumentato il numero di persone che ha deciso di sottoporsi al vaccino.
Su questa scia l’Italia starebbe pensando di vietare i luoghi dello svago ai non vaccinati. Secondo quanto riporta La Stampa, l’ipotesi al vaglio del governo sarebbe quella di rilasciare il green pass per cinema, teatri, stadi, bar e ristoranti solo a chi ha completato il ciclo vaccinale e ai guariti da non più di sei mesi, dunque non più anche a chi esibisce un tampone negativo, rapido o molecolare che sia. Quest’ultima possibilità sarebbe concessa ancora solo a chi deve andare a lavoro. Secondo l’ipotesi riportata da La Stampa, dunque, i lavoratori potrebbero continuare ad andare a lavorare mostrando il risultato negativo di un test eseguito da non più di 48 ore.
Tuttavia, per ora, si tratta solo di voci, già smentite dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ha chiarito che al momento non c’è l’intenzione di modificare i criteri per l’ottenimento del certificato verde: “Su questo tema ad oggi non c’è la volontà di una modifica anche perché qualora ci dovessero essere delle situazioni che ci dovessero indurre a restringere o a prolungarle io sono per valutare l’estensione dell’obbligo per alcune categorie”, ha detto.
In merito alla situazione epidemiologica in vista del Natale Costa ha poi detto: “Non dobbiamo veicolare dei messaggi di allarme o di troppa preoccupazione: gli italiani si sono in gran parte vaccinati, negli ospedali la situazione è sotto controllo, dobbiamo guardare le prossime settimane con fiducia nella consapevolezza che non siamo certo usciti ancora dalla pandemia, abbiamo bisogno di una grande unità istituzionale e politica”.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/passaporto-del-vaccino-pandemia-6773821/
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