Il governo Draghi ha approvato un decreto che introduce misure urgenti in relazione al conflitto in corso in Ucraina, tra cui lo stato di emergenza umanitaria.
Nella giornata di lunedì 28 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo stato d’emergenza. Non c’entra però il Covid. Il nuovo decreto non costituisce infatti una proroga dell’emergenza sanitaria, ma è una conseguenza del conflitto in corso tra Ucraina e Russia. Il governo Draghi ha infatti deciso di varare nuove misure di emergenza per gestire gli aiuti bellici e la questione dell’energia. Il provvedimento avrà valenza fino al 31 dicembre.
Guerra in Ucraina, governo italiano dichiara lo stato di emergenza umanitaria
Al termine del Consiglio dei ministri, tenutosi nella giornata del 28 febbraio, una nota di Palazzo Chigi ha informato circa l’approvazione di un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina, tra cui lo stato di emergenza “umanitaria”.
L’obiettivo è quello di incrementare gli aiuti bellici, e non solo, in soccorso dell’Ucraina, ma anche trovare soluzioni rapide ed efficaci per fronteggiare l’aumento del prezzo del gas proveniente in precedenza dalla Russia.
“Il Consiglio dei ministri ha deciso di incrementare le misure di soccorso, nonché assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”, si legge in sintesi nella nota di Palazzo Chigi.
Cosa ha detto Mario Draghi
Nel corso del suo intervento al Senato nella giornata dell’1 marzo, il premier Mario Draghi ha spiegato le misure contenute nel nuovo provvedimento. Contro la crisi umanitaria in Ucraina, “l’Italia è pronta a fare di più, sia attraverso le principali organizzazioni umanitarie attive sul luogo, sia con donazioni materiali”, ha esordito il presidente del consiglio.
“Nel Consiglio dei ministri di ieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina. Per farlo è stato dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell’Italia all’Ucraina”, ha proseguito.
“È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19”, ha precisato il premier.
Cosa prevede il nuovo provvedimento
Dopo la decisione già presa venerdì 25 febbraio di mettere a disposizione 200 tende con mille posti letto, che andranno in Polonia dove si stanno allestendo i campi per i rifugiati, il Consiglio dei ministri, come spiegato da Draghi, ha incrementato di 10 milioni la dotazione del Fondo per le emergenze e ha ampliato i posti nei Centri di accoglienza straordinaria (13mila in più), e nel Sistema di accoglienza e integrazione (3mila in più)
Tuttavia, ancora non si conosce con esattezza il numero di persone che dovranno essere assistite. Il numero cambierà in base all’andamento e alla durata delle operazioni belliche. Chiaramente, più durerà la guerra, maggiore sarà il numero dei profughi.
Attualmente la comunità ucraina in Italia è composta da circa 250mila persone, molte delle quali hanno familiari nel loro Paese d’origine. È dunque plausibile che saranno proprio i parenti di queste persone i primi ad arrivare in Italia.
Ad ogni modo, i profughi in arrivo nel nostro Paese potranno contare sulla rete del Sistema d’accoglienza e immigrazione (Sai), grazie alla quale saranno accolti in strutture di piccole dimensioni o presso famiglie. La rete prevede inoltre servizi di secondo livello per tutti i titolari di protezione internazionale: l’assistenza sanitaria e sociale, la scuola per i più piccoli e i corsi di lingua, formazione professionale e corsi di orientamento al lavoro con l’obiettivo di favorire l’integrazione.
Oltre agli aiuti destinati all’Ucraina, il nuovo decreto contiene misure relative ad un possibile razionamento del consumo di gas nel settore termoelettrico, che potrebbe conseguire ad un’eventuale chiusura del mercato russo. In tal caso, lo stato di emergenza permetterebbe l’avvio di un piano per la riapertura di centrali a carbone o ad olio combustibile, uniche fonti di energie che consentirebbero di coprire il fabbisogno di tutto il territorio nazionale.
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