Kevin Spacey è stato assolto dalle accuse di molestie sessuali mosse nei suoi confronti dall’attore Anthony Rapp. Non ci sono prove.
Kevin Spacey non è responsabile di aver molestato Anthony Rapp nel lontano 1986 dopo un party a cui avevano preso parte entrambi gli attori. È questo il verdetto della giuria del tribunale federale di Manhattan, seguito a un processo di tre settimane.
Kevin Spacey prosciolto dalle accuse di molestie
Il tribunale federale di Manhattan, chiamato a pronunciarsi sulle accuse di molestie avanzate da Anthony Rapp nei confronti di Kevin Spacey, ha assolto l’attore premio Oscar perché l’accusatore – che all’epoca del presunto abuso era 14enne – non ha provato la molestia. Pertanto, Spacey non è ritenuto responsabile del fatto che, stando al racconto di Rapp, sarebbe avvenuto nel 1986, a seguito di un party. All’epoca dei fatti Spacey aveva 26 anni e entrambi recitavano come attori nella Broadway degli anni ’80.
L’accusa, sulla base delle affermazioni di Rapp risalenti al 2017, aveva richiesto un risarcimento di 40 milioni di dollari. Tuttavia, la giuria ha ritenuto che Spacey è innocente in quanto Rapp non ha provato la sua accusa di molestia. La sentenza è arrivata circa due ore dopo che i giurati hanno iniziato a deliberare.
Le accuse e il conseguente processo civile erano emerse dopo l’esplosione del movimento #MeToo.
Rapp aveva avanzato le proprie insinuazioni grazie al Child Victims Act, una legge dello stato di New York approvata nel 2019 che contiene alcune norme per rendere temporaneamente ammissibili vecchie accuse di molestie, che altrimenti non potrebbero essere presentate perché oltre i tempi della prescrizione.
Dopo le rivelazioni di Rapp, pubblicate dal sito BuzzFeed News nel 2017, erano seguite più di una dozzina di altre accuse di molestie e di violenza sessuale da parte di altre persone nei confronti di Spacey, la cui carriera, per questo, si era interrotta bruscamente.
Alla lettura del verdetto l’attore statunitense ha reagito abbassando la testa e poi abbracciando gli avvocati e altre persone, prima di lasciare l’aula.
Le accuse e la difesa dei legali
Secondo l’accusa, Spacey, nel 1986, nel suo appartamento di Manhattan, ha tentato un’iniziativa sessuale nei confronti di Rapp, dopo una festa.
Jennifer Keller, legale di Spacey, ha però chiesto alla giuria di respingere le affermazioni di Rapp in quanto l’incontro descritto sarebbe stato frutto di invenzione.
La difesa dell’attore ha confutato quanto raccontato da Rapp sottolineando che nel 1986 Spacey non viveva in un appartamento, ma in uno studio monolocale. Keller ha inoltre fatto notare come il ricordo dell’accusatore somigliasse molto a una scena della commedia di cui lui era protagonista in quel momento, in cui un attore maschio più anziano lo sollevava e lo metteva su un letto.
Gli avvocati di Spacey hanno poi sostenuto che Rapp ha inventato l’intera vicenda in quanto geloso del maggiore successo del loro cliente. All’epoca dei fatti, infatti, la carriera di Spacey era decollata, mentre Rapp era rimasto relegato a ruoli minori. “Eccoci qui oggi con Rapp che sta ricevendo più attenzione per questo processo che per la sua intera carriera”, ha detto Keller. “Questo non è uno sport in cui ci si schiera con il MeToo o contro il MeToo. Il nostro sistema richiede prove a sostegno delle accuse di fronte a una giuria imparziale”, ha proseguito.
L‘accusa, cercando di convincere la giuria fino alla fine, ha replicato che Spacey aveva mentito sul banco degli imputati: “Manca di credibilità”, ha detto. Tuttavia, per mancanza di prove, i giurati hanno respinto le accuse e assolto l’attore che, dunque, all’epoca non ha mai toccato parti intime di Rapp, come invece raccontato.
Per Kevin Spacey, però, i guai non sono ancora finiti. L’attore 63enne, che nel frattempo è tornato sul set, dovrà ora affrontare un altro processo nel Regno Unito e difendersi dalle accuse di violenza sessuale mosse nei suoi confronti da tre uomini. Spacey si è dichiarato non colpevole; il processo si dovrebbe tenere il prossimo anno.
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