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La droga di Hitler utilizzata per sopportare i turni in cantiere

L’emergenza legata al problema è stata scoperta dai carabinieri di Venezia in collaborazione con la stazione di Roma Quadraro

L’inchiesta è stata realizzata dalla Guardia di Finanza e ha portato alla luce numerosi casi di lavoratori, soprattutto nel settore edile e cantieristico in generale, che assumevano droghe per aumentare il rendimento lavorativo e durare di più.

Assumevano droghe per reggere estenuanti ritmi di lavoro

Lo spaccato che giunge da Porto Marghera, punto importante per la cantieristica navale, racconta di lavoratori che regolarmente assumevano droghe così da riuscire a resistere a turni estenuanti e mantenere il permesso di soggiorno. Il lavoro senza sosta, per società in subappalto a Fincantieri, è pagato una miseria e spesso viene svolto in condizioni al limite del disumano.

Gli operai coinvolti sono prevalentemente bengalesi e vengono sfruttati da diverse società subappaltatrici. Gli uomini vengono riempiti di “Yaba”, conosciuta anche come “droga di Hitler”, perché impiegata dai soldati del Terzo Reich per reggere la fatica durante il conflitto mondiale.

La “Yaba” è una droga sintetica a base di metanfetamina con il “potere” di rendere instancabili, ma anche fortemente suscettibili, in ansia e che spesso può spingere al suicidio. Riduce, inoltre, sia il senso di stanchezza che quello della fame.

La consuetudine di assumere questa droga sui cantieri è stata scoperta dai carabinieri di Venezia in collaborazione con la stazione di Roma Quadraro. Nei primi giorni di ottobre Loftor Mohammad, quarantenne bengalese era stato arrestato perché trovato in possesso di oltre 30mila pillole di “Yaba”.

Un’indagine che ha fatto emergere uno scenario di corruzione, frode e sfruttamento del lavoro

L’inchiesta più estesa è stata portata avanti dalla GdF e vede indagate 34 persone finora, con ulteriori dettagli riguardo allo sfruttamento degli stranieri, spesso in aziende gestite da connazionali e impiegati nella costruzione di navi da crociera presso il porto di Marghera. Tra le ipotesi di reato compaiono corruzione, emissione di fatture false, sfruttamento e dichiarazione fraudolenta.

Operai sfruttati e sottopagati

Lo sfruttamento degli operai avveniva anche mediante la falsificazione delle buste paga che, formalmente, rispettavano le leggi in termini di pagamento, ma in realtà i lavoratori percepivano compensi decisamente più bassi. Le Fiamme Gialle stanno valutando anche il ruolo di dirigenti e funzionari Fincantieri che potrebbero aver ricevuto parte dello stipendio non percepito dagli operai.

Fincantieri si dichiara estranea ai fatti e spera che venga dimostrata anche l’innocenza dei propri collaboratori. Qualora invece le accuse venissero confermate, l’azienda, afferma che saranno presi provvedimenti seri. Fincantieri, infatti, dichiara da sempre una forte attenzione ai diritti dei lavoratori, con grande rispetto etico e trasparenza. Per questa ragione si auspica che vengano svolte indagini chiare che possano fare luce su quanto accaduto.

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