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La Fipe chiede agevolazioni fiscali per bar e ristoranti a rischio

La Fipe lancia una petizione dedicata ai bar e ristoranti a rischio chiusura. Si richiede un intervento del Governo immediato, volto ad una ripartenza.

La Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) lancia una petizione dedicata ai bar e ristoranti a rischio. Si richiede un intervento del Governo immediato e valido, volto ad una ripartenza in sicurezza dopo la chiusura forzata di marzo e aprile.

La Fipe richiede interventi mirati proprio per gli esercizi pubblici che, ad oggi, sono più di 300 mila e impiegano più di un milione di lavoratori. Questi, dopo l’emergenza Coronavirus, sono stati messi seriamente alla prova e, purtroppo, molti di loro rischiano di non riaprire.

Si richiedono, quindi, interventi relativi proprio alle riaperture di bar e ristoranti, regime fiscale agevolato e contributi a fondo perduto.

La riapertura di bar e ristoranti, secondo la Fipe, dovrebbe essere anticipata al 18 maggio. Questa iniziativa ha trovato il vivo consenso degli imprenditori della ristorazione. Sono in molti ad aver partecipato ad una raccolta firme che, assieme alla proposta, verrà sottoposta all’attenzione del Premier Conte.

La richiesta degli esercenti

La Fipe, dopo un’attenta analisi fatta con i ristoratori, ha rilevato come le misure economiche messe in campo dal Governo con la Fase 2, siano scarse e insufficienti, infatti, non riusciranno a coprire i danni ricevuti e le spese per l’adeguamento alle misure di sicurezza, mettendo bar e ristoranti a rischio chiusura.

Si lamenta, inoltre, come, ad oggi, non ci siano ancora risposte certe per il mondo dell’imprenditoria che, purtroppo, è stato messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus.

Si richiede al Premier, quindi, un tavolo di lavoro dedicato proprio a queste categorie e che si vada nella direzione della riapertura anticipata del 18 maggio. Inoltre si richiede maggiore concretezza nelle misure fiscali.

Le richieste in materia fiscali della Fipe per bar e ristoranti a rischio

Aldo Cursano, vice presidente vicario della Fipe, ha dichiarato che aprire in tutta sicurezza è essenziale. Molte grandi imprese già stanno operando ma, senza i piccoli imprenditori, vero motore dell’Italia, ripartire è praticamente impossibile.

Nella proposta Fipe, inoltre, si legge come sia necessario compensare gli adeguamenti alle vigenti norme sulla sicurezza, con contributi a fondo perduto e riduzione del carico d’imposte da pagare.

La Federazione dei Pubblici Esercenti, ad oggi, ha rilevato un settore in sofferenza che, annualmente, impiega più di un milione di lavoratori. Si tratta di 300 mila imprese che si troverebbero a fronteggiare spese gravose e ripartenze in sofferenza. Ciò, ovviamente, significa anche possibile chiusura delle attività e aumento vertiginoso della disoccupazione.

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