Usare emoji di facile comprensione per lo scambio di informazioni tra medico e paziente potrebbe favorire il successo delle cure. A sostenerlo è un team di studiosi, il cui commento sulla questione è stato pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.
Emoji utili per abbattere le barriere linguistiche tra medico e paziente?
Introdurre sistematicamente nella comunicazione medica le faccine che solitamente utilizziamo nelle chat potrebbe rendere più efficace la comunicazione tra medico e paziente e rivelarsi essenziale per il successo di una cura. A dirlo sono tre ricercatori: Shuhan He, esperto in informatica clinica presso la Harvard Medical School Kendrick, A. Davis della School of Medicine dell’Università della California, Riverside, e Jennifer Lee di Emojination e Unicode Consortium in California. Sulla rivista JAMA Network Open, gli studiosi sostengono che quello delle emoji è un linguaggio universale e, per questo, sarebbe in grado di abbattere le barriere linguistiche e promuovere una comunicazione più efficace tra pazienti e operatori sanitari, soprattutto nella compilazione dei questionari. Come spiegato da Davis, infatti, la maggior parte della comunicazione in campo medico non è puramente linguistica e di solito comporta sondaggi o questionari. E qui iniziano i problemi. Molti dei documenti che di solito vengono distribuiti ai malati nelle diverse fasi del percorso terapeutico sono infatti carichi di linguaggio tecnico. Ciò costituisce una barriera semantica soprattutto nei Paesi con un forte tasso di immigrazione. Per questo gli studiosi hanno pensato all’introduzione delle emoji, in quanto, oltre ad essere amichevoli, sono universalmente conosciute e hanno un significato intuitivo.
“Le emoji hanno un fascino universale. Il loro uso può aggirare i livelli di istruzione, lingua ed età. Aprono un ponte per la comunicazione”, ha detto Davis. “Promuovendo una comunicazione più efficace tra pazienti e operatori sanitari, nonché tra gli stessi medici, è possibile sviluppare un sistema linguistico universale basato su emoji con un comune accordo di significati”, scrivono i ricercatori.
I tre studiosi fanno notare che una comunicazione efficace è essenziale non solo per il successo del trattamento e della cura, ma anche in alcune situazioni di salute, come ictus, lesioni cerebrali o menomazioni vocali, che possono creare barriere sostanziali.
“Questa barriera potrebbe essere difficoltà a parlare mentre si è ventilati meccanicamente”, ha detto Davis. “Un paziente potrebbe anche semplicemente non essere in grado di parlare mentre riceve cure cliniche. Le emoji possono essere utili in tali situazioni con il paziente che indica semplicemente un’emoji su una scala per indicare come si sente”, ha aggiunto. “Le emoji possono anche essere utili nei paesi in cui l’analfabetismo è alto”, ha concluso.
Lo studio dell’Indiana University School
Da uno studio condotto da un team dell’Indiana University School è emerso che le emoji sono molto utilizzate tra i medici. Gli studiosi hanno analizzato un campione di 1.319 chat tra i membri del personale sanitario dalle quali si è evinto che l’icona con il pollice su (?) è quella ampiamente più diffusa; rappresenta il 39% del totale, e viene preferita alla parola “ok”, nonostante questa non richieda molto tempo per essere digitata.
Il nuovo studio
Lo studio riportato sulla rivista JAMA Network Open suggerisce l’introduzione di un sistema di autovalutazione del proprio stato di salute basato su sei “faccine” di facile comprensione (????☹️?) su cui è già stato svolto un test che ha visto coinvolto un gruppo di studenti che per due anni e mezzo ha usato le emoji per valutare il proprio stato psicofisico. Il test ha dato esito positivo.
Inoltre, con gli ultimi aggiornamenti informatici, tutte le più diffuse chat hanno introdotto anche ideogrammi utili alla comunicazione medica, come quelli di cuore, polmoni e stetoscopio, da affiancare a quelle già presenti come, per esempio, siringa (?) e pillola (?). Tuttavia, all’ appello ne mancano ancora parecchie, per questo i ricercatori suggeriscono un incontro tra società mediche e organizzazioni di settore al fine di concordare un elenco completo di simboli che possano essere universalmente riconosciuti e utilizzati, ed introdotti come standard di una comunicazione medico-paziente che sia al passo con i tempi.
“Per stabilire un insieme standardizzato di emoji rilevanti dal punto di vista medico, è fondamentale che le società mediche e le organizzazioni pertinenti non solo approvino le singole emoji, ma si uniscano anche per concordare un insieme completo di simboli che siano universalmente riconosciuti e compresi”, hanno concluso gli studiosi.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/vectors/faccina-whatsapp-emozione-ridere-2762568/]
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