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Psicologia: meglio avere un fratello o essere figli unici?

Avere un fratello o una sorella comporta maggiori benefici che essere figli unici. A dirlo è la scienza. Ecco le conclusioni a cui sono arrivati diversi ricercatori.

Avere un fratello o una sorella comporta maggiori benefici che essere figli unici. A dirlo è la scienza. Ecco le conclusioni a cui sono arrivati diversi ricercatori.

E’ meglio essere figli unici o avere un fratello? Da tempo la scienza si interroga sulla questione e adesso sembra essere giunta ad una risposta. Gli scienziati hanno sfatato tutti i luoghi comuni giungendo alla conclusione che avere un fratello rende più altruisti e disponibili a comunicare.

Psicologia: i benefici di avere un fratello

Da alcuni anni la scienza si sta occupando dei fratelli. Gli scienziati si sono chiesti cosa cambia avere un fratello o meno, o tra essere figli minori o maggiori. Le conclusioni a cui sono giunti smontano molte credenze e ipotesi diffuse fino ad ora.

Tanto per cominciare, secondo studi più recenti, l’ordine di nascita in una famiglia conta poco. L’ipotesi, sostenuta da alcuni psicologi, secondo cui i primogeniti sono più coscienziosi e i figli più piccoli sono, invece, molto creativi, è stata definitivamente smentita. I ricercatori hanno poi scoperto che avere un fratello o una sorella dà molti benefici. Alcuni sono scontati. Ad esempio, un fratello o una sorella è la persona spesso più compatibile in caso di un trapianto. Avere un fratello o una sorella è importante anche per dividere la cura dei genitori anziani, un carico spesso sfiancante per un figlio unico.

Avere un fratello o una sorella influirebbe positivamente anche sulle relazioni sociali e allungherebbe la vita. È questa la conclusione a cui è giunta una ricerca condotta alla North Carolina University, secondo cui chi ha fratelli o sorelle ha molta più interazione sociale rispetto ai figli unici.

Lo studio ha constatato che chi ha solide relazioni sociali vive una media di sette anni e mezzo in più rispetto a chi ne è privo. Secondo i ricercatori, quindi, i fratelli hanno un’aspettativa di vita maggiore, in due si vive più a lungo e anche meglio. Ma perchè? Secondo Alessio Gamba,responsabile dell’Unità operativa di psicologia dell’Età evolutiva-ASST Monza, “per capirne la ragione, basta ragionare sull’evoluzione della nostra specie: non essere soli, accogliere le differenze, integrarle e mescolarsi con gli altri sono fattori fondamentali per l’adattamento non solo del genere umano ma anche del singolo individuo, perché la solitudine spesso condanna a minori opportunità”.

Oltre a renderci più sociali, avere un fratello o una sorella pare aiuti anche a mostrare più empatia. A dirlo è una ricerca condotta dall’Università Brigham Young, nello Utah (Usa). I ricercatori hanno analizzato le relazioni tra fratelli in più di 300 famiglie e hanno notato che chi ha un buon rapporto già da adolescente si dimostra più altruista e generoso in tutte le proprie relazioni.

Secondo Marina Bertolotti, responsabile di Psicologia clinica nell’Area pediatrica della Città della Salute e della Scienza di Torino, “il valore di avere fratelli consiste nell’imparare a stare nel gruppo, a comunicare, condividere, a preoccuparsi anche per gli altri. Certamente entra in gioco l’empatia, anche se non è detto che in gruppi numerosi di fratelli emerga nella stessa misura in tutti”.

Infatti, spesso la relazione fra due o tre fratelli è diversa da quella che si crea nelle famiglie numerose. “I genitori di otto figli non possono dare a ciascuno la stessa attenzione che darebbero a due. Ma questo non è affatto un male”, spiega Alessio Gamba, perchè “fa diventare ancora più importante la relazione e con ciascuno può crearsi un legame di tipo diverso”. Come dimostrato da una ricerca condotta su ben 57mila persone in 28 diversi Paesi, essere nato in una famiglia numerosa addirittura diminuisce il rischio di divorziare, forse perché si impara di più la tolleranza.

L’importanza di avere una sorella

Quando ci si affranca dal nucleo familiare originario, la relazione tra fratelli attraversa di solito, fasi crescenti e calanti, ad eccezione dei gemelli identici, che hanno tra loro un rapporto esclusivo. Gli studi affermano che i picchi di frequentazione tra fratelli e sorelle avvengono in coincidenza dei momenti difficili (divorzio, vedovanza o problemi finanziari). Uno studio svedese condotto su quasi 8.000 ultraottantenni ha mostrato che, anche in mancanza di una costante frequentazione, di fronte a un’emergenza quasi il 30% delle persone si rivolge in prima battuta proprio a un fratello. Dallo studio è inoltre emerso che il sostegno sociale è più alto soprattutto per coloro che hanno sorelle. La differenza di genere giocherebbe un ruolo fondamentale in questo legame familiare. Le sorelle sono le più vicine alle dinamiche familiari, le più sensibili e attente. Sono loro a mantenere vivo il rapporto di fratellanza, sollecitando comunicazioni, organizzando incontri.

Gli studiosi sottolineano anche l’importanza di aver avuto una sorella tosta e polemica. Sembra infatti che siano soprattutto le femmine di polso a esercitare un’azione positiva. Secondo lo scrittore statunitense Jeffrey Kluger, interagendo con una sorella maggiore combattiva e anche “fisicamente minacciosa”, si impara a gestire i conflitti. Al contrario, avere una sorella minore dolce e insicura ci renderà più tolleranti.

Avere un fratello dell’altro sesso è meglio

Secondo gli scienzaiti avere un fratello dell’altro sesso è una risorsa in più durante l’adolescenza; in questo periodo si diventa l’uno per l’altra una preziosa fonte d’informazioni sui “misteri” dell’altro sesso. “Ai figli unici è più facile dar sempre ragione a se stessi e del resto si viene più facilmente accontentati, se non idolatrati, dalla parentela. Al contrario, la fratellanza costringe sempre a un bagno di realtà, ma anche a sogni condivisi in opposizione, se non sfida, ai genitori”, dice Gamba.

Inoltre, come afferma una ricerca dell’Ohio State University, gli adulti e gli anziani che hanno un fratello/sorella hanno il morale molto più alto e non importa se non ci si vede spesso: “La frequenza delle interazioni non ha nessuna connessione con il benessere che viene dal sapere che il rapporto c’è ancora, esiste, è a portata di mano”, dicono i ricercatori.


fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/figli-strada-supporto-sostegno-1149671/

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