I dati riguardanti il Covid sono in calo in tutta Italia. Lo dice l’ultimo report Gimbe. La fondazione mette inoltre in guardia rispetto alla quarta dose di vaccino: “No a strategia attendista”.
Sono in calo in Italia i numeri riguardanti il Covid-19. A dirlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. La fondazione, tuttavia, mette in guardia rispetto alla strategia attendista sulle quarte dosi di vaccino: “Può essere pericolosa”.
Covid, report Gimbe: dati in calo in tutta Italia
Nella settimana 4-10 maggio si è registrata una diminuzione di nuovi casi del 27,5% (286.350 rispetto a 394.945) e dei decessi, scesi del 12,5% (842 contro 962), rispetto alla precedente. In calo anche i casi attualmente positivi (1.082.972 rispetto a 1.199.960), le persone in isolamento domiciliare (1.074.035 contro 1.189.899), i ricoverati con sintomi (8.579 contro 9.695, -11,5%) e le terapie intensive (358 rispetto a 366, -2,2%). Lo dice il report Gimbe.
“Prosegue la discesa del numero di nuovi casi settimanali di Covid 19 (-27,5%) che si attestano a quota 286 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 41 mila casi giornalieri, a fronte tuttavia di un calo del 23,6% dei tamponi totali”, ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
La percentuale dei nuovi casi si è ridotta in tutte le Regioni, in particolare in Puglia, dove si registra il -32,9%, in Emilia-Romagna e nella Provincia Autonoma di Bolzano, al -18,6%. Anche in tutte le Province, rispetto alla settimana precedente, si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -4,8% di Verbano-Cusio-Ossola a -41,1% di Mantova). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 48 province.
“Sul fronte degli ospedali, il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid registra una lieve flessione in terapia intensiva (-2,2%) e cala ulteriormente in area medica (-11,5%)”, ha detto il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti.
Nello specifico, al 10 maggio, si registrano 358 posti letto occupati in area critica; in area medica i posti letto Covid sono scesi a quota 8.579 il 10 maggio, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile. Il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid, al 10 maggio, è del 13,3% in area medica e del 3,8% in area critica. Le regioni che superano la soglia del 15% in area medica sono dieci, con l’Umbria che raggiunge il 31,4%, mentre tutte le regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica.
“Torna a scendere il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 33 ingressi/die rispetto ai 37 della settimana precedente”, ha riferito Mosti.
Continuano a calare anche i decessi: 842 negli ultimi 7 giorni (di cui 60 riferiti a periodi precedenti), con una media di 120 al giorno rispetto ai 137 della settimana precedente.
Quarta dose: pericoloso aspettare
Il report Gimbe fa riferimento anche alla quarta dose di vaccino anti-Covid, che fa fatica ad ingranare. All’11 maggio, stando a quanto riportato nel monitoraggio, ne sono state somministrate 384.600. In base alla platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,7%, con nette differenze regionali dal 2,4% del Calabria al 18% del Piemonte. Ed è proprio questa differenza tra regioni a preoccupare: “Le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi dimostrano che le strategie di chiamata attiva sono molto più efficaci della prenotazione volontaria”, ha detto il presidente Nino Cartabellotta. La fondazione Gimbe sottolinea che “la lentezza con cui procedono le somministrazioni è spia di una serpeggiante esitazione vaccinale, spesso alimentata da discutibili consigli sanitari, che invitano ad aspettare l’autunno per effettuare l’ulteriore richiamo con vaccini ‘aggiornati’”, definendo ‘pericolosa’ questa strategia attendista: “In realtà, questa strategia attendista può essere molto rischiosa. Senza mezzi termini: tenendo conto sia della particolare fragilità della platea a rischio, sia della elevata circolazione virale, la quarta dose deve essere fatta subito”, ha detto Cartabellotta.
Gimbe ricorda che “si consolidano sempre di più le prove di efficacia della quarta dose nel ridurre ospedalizzazioni e decessi”.
Aspettare l’autunno per “effettuare l’ulteriore richiamo con vaccini aggiornati” per la fondazione Gimbe sarebbe pericoloso in quanto non vi è “alcuna certezza” su quando saranno disponibili questi vaccini. Inoltre, i dati dimostrano sia il “calo progressivo dell’efficacia vaccinale” sulla malattia grave sia una “elevata mortalità negli over 80 già coperti con la terza dose”. Per questo il secondo booster va fatto subito.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaccinazione-iniezione-covid-6933954/
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