Il governo Meloni ha annunciato l’abrogazione definitiva del reddito di cittadinanza a partire dal 2024. Ecco cosa cambierà.
Dal primo gennaio 2024 verrà abrogato il reddito di cittadinanza, la misura bandiera del Movimento 5 Stelle. Fedele a quanto annunciato in campagna elettorale, la premier Giorgia Meloni ha deciso di intervenire sul sussidio introdotto nel 2019 dal primo governo Conte. L’assegno non verrà abolito subito in quanto, come spiegato dalla presidente del Consiglio, è necessario prima predisporre la riforma che elimini le inefficienze e riveda i criteri e i meccanismi di erogazione dei sussidi. Vediamo insieme cosa cambierà.
Reddito di cittadinanza: cosa prevede la legge di Bilancio varata dal governo?
Nel testo della prima manovra del governo Meloni, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri, è inclusa l’abrogazione del reddito di cittadinanza. La Legge di Bilancio 2023 prevede un’uscita graduale dall’attuale sistema di aiuti e l’avvio di una riforma che introduca assegni da destinare alle categorie fragili e agli inabili al lavoro. Per chi è in grado di lavorare, invece, saranno previsti programmi di formazione e di collocamento al lavoro.
“Ve lo annuncio, alla fine del 2023 il Reddito di cittadinanza verrà tolto a tutti coloro che possono lavorare. Avremmo voluto fare una riforma complessiva e generale di questa materia, ma in un mese di tempo non c’erano le condizioni. Ci siamo dati un periodo di transizione in cui vogliamo capire come intervenire in maniera strutturale, perché rimango fortemente contraria al Reddito di cittadinanza“, ha dichiarato Giorgia Meloni.
Nel comunicato del ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti si precisa che a partire dal primo gennaio 2023 arriverà una “manutenzione straordinaria del reddito di cittadinanza, che si avvia verso la sua abolizione, con un periodo transitorio nel 2023 con maggiori controlli sul fronte di chi lo percepisce e di chi riceve offerte di lavoro”.
Cosa cambierà?
Nell’immediato e fino al 31 dicembre non cambierà nulla per i percettori del reddito di cittadinanza, ma a partire dal prossimo anno l’assegno verrà gradualmente cancellato per coloro che sono in condizione di lavorare. Già dalle prime settimane del nuovo anno non sarà più possibile presentare la domanda per il reddito di cittadinanza.
Nello specifico, dal 1° gennaio 2023, alle persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro, senza familiari disabili o minori nel nucleo familiare nè persone a carico con almeno 60 anni d’età (escluse anche le donne in gravidanza) è riconosciuto il reddito al massimo per altri 8 mesi. Per non perdere il diritto all’assegno, gli occupabili dovranno inoltre partecipare per un periodo di almeno sei mesi ad un corso di formazione o di riqualificazione professionale. Il beneficio del reddito viene meno anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta di lavoro congrua.
Per quanto riguarda le persone che non sono in grado di lavorare – che secondo le stime sono circa due su tre – l’esecutivo ha annunciato che esse continueranno ad avere il sostegno anti povertà fino alla fine del 2023.
Come spiegato dal governo, dunque, si apre ora il “periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza”, che secondo le stime dei tecnici del ministero dell’Economia porterà un risparmio di 734 milioni di euro per il 2023 su una spesa complessiva di circa 8 miliardi.
La quota risparmiata finirà in un apposito fondo che finanzierà la riforma complessiva per il sostegno alla povertà e all’inclusione.
Secondo le stime, il numero di persone che potrebbe perdere il reddito di cittadinanza , tra settembre e dicembre 2023, ammonta a 660 mila.
Il governo ha inoltre annunciato che saranno rafforzati controlli e verifiche sulle regole di decadenza dal sussidio, per scongiurare le truffe.
Reddito di cittadinanza, cosa accadrà dal 2024?
Dal 2024, dunque, se il disegno della legge di Bilancio verrà approvato in Aula così come uscito dal Consiglio dei ministri, il reddito di cittadinanza sarà definitivamente abolito. Il governo ha annunciato che al suo posto ci saranno due strumenti che verranno poi definiti con un provvedimento ad hoc. Il primo è una nuova forma di sussidio che verrà assegnato esclusivamente alle categorie fragili e ai poveri che non possono lavorare. Il secondo è uno strumento di politiche attive destinato alle persone in grado di lavorare, che beneficeranno di programmi di formazione e collocamento al lavoro.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/soldi-banconote-euro-banconota-1005476/
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