La sanatoria per colf, badanti e braccianti è stata inserita nel decreto Rilancio per regolarizzare i rapporti di lavoro. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il decreto Rilancio, che è stato presentato dal governo, contiene molte norme tra le quali anche quella della sanatoria per le colf, le badanti ed i braccianti, che i datori di lavoro possono presentare entro termini stabiliti e con precise modalità. Vediamo in dettaglio come funzionano queste norme.
La doppia sanatoria
Con la norma contenuta nel decreto Rilancio, alcune categorie di lavoratori possono ottenere un’estensione del permesso di soggiorno nel nostro Paese della durata di sei mesi, oltre ad un regolare contratto di lavoro. Gli interessati a questa norma sono i braccianti, le badanti e le colf.
Il nuovo decreto ha posticipato la data della richiesta fino al prossimo 15 agosto per dar modo ai datori di lavoro di regolarizzare le varie posizioni. Con questa doppia sanatoria si intende far “emergere” il lavoro nero, e mettere in regola i lavoratori stranieri che hanno un rapporto di lavoro “irregolare”, oppure si trovano con il permesso di soggiorno scaduto.
La norma in oggetto è stata voluta da Teresa Bellanova, ministra dell’Agricoltura, che si è battuta strenuamente per la sua approvazione, specialmente per risolvere i problemi che si sono presentati nel settore dell’agricoltura con la filiera alimentare data la mancanza di lavoratori durante il periodo di lockdown. L’articolo che riguarda questa sanatoria è il 103, che è dedicato appositamente all’emersione del lavoro nero, ed anche se non potrà eliminare del tutto la piaga del “caporalato”, è certamente un inizio importante in questa lotta contro chi sfrutta i lavoratori, ed anche per dare loro una maggiore dignità.
Le due parti della doppia sanatoria
Come primo obiettivo la doppia sanatoria vuole regolarizzare i rapporti di lavoro già in corso, non soltanto per i lavoratori stranieri, ma anche per gli italiani, mentre il secondo è quello di prorogare per sei mesi i permessi di soggiorno scaduti dei lavoratori stranieri.
Gli esperti hanno valutato che questa norma potrebbe consentire la regolarizzazione di più di 200mila lavoratori, anche se dopo un mese dalla sua partenza, il numero delle domande presentate non appare molto incoraggiante. Proprio per questo è stato prorogato il termine ultimo per inoltrare le domande, che inizialmente era il 15 luglio, portandolo fino al 15 agosto con un nuovo decreto ad hoc.
Questa nuova data vale sia per la domanda di regolarizzazione, che per il prolungamento del permesso di soggiorno. I settori di attività a cui si applica la norma contenuta nel decreto rilancio sono quelli dell’agricoltura, dell’acquacoltura, della pesca, del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona. Le domande possono essere presentate sia alla Questura che all’INPS ed allo sportello unico per l’immigrazione.