Gli 88 migranti della Alan Kurdi sono sbarcati a Taranto nel corso della giornata ieri. Dopo quello dello scorso 16 ottobre, si tratta del secondo sbarco avvenuto al porto di Taranto. Tra i migranti a bordo della Alan Kurdi c’erano anche cinque minori e una donna. Le loro nazioni di origine sono invece Senegal, Camerun, Guinea, Gambia e Nigeria. Tutti provengono dai campi di detenzione della Libia, da dove si sono imbarcati per raggiungere le coste italiane.
Al via le operazioni di ridistribuzione
Secondo una nota ufficiale del Viminale, gli 88 migranti sbarcati nella giornata di domenica al porto di Taranto saranno ridistribuiti negli altri Paesi europei che hanno dato il loro assenso all’accoglienza delle persone provenienti dai campi della Libia. Oltre due terzi dei migranti saranno accolti da Francia e Germania. In Italia, invece, resteranno in ventuno. Infine, Portogallo e Irlanda abbracceranno rispettivamente cinque e due persone. In queste ore, resteranno nella regione Puglia i minori non accompagnati, mentre tutti gli altri nell’arco di un giorno e mezzo saranno trasferiti in altre aree italiane e nei Paesi dell’Unione europea citati qui sopra. Gabriella Ficocelli, che presso il Comune di Taranto ricopre il ruolo di assessore al Welfare, ha testimoniato i sorrisi dipinti nei volti dei migranti, con quest’ultimi che attendevano con trepidazione lo sbarco nel porto della città pugliese. Sono trascorse due settimane dallo sbarco dello scorso 16 ottobre, quando Taranto accolse 176 migranti a bordo della Ocean Viking.
La denuncia del medico di bordo della Alan Kurdi
Il medico di bordo dell’imbarcazione Alan Kurdi ha denunciato le condizioni dei migranti durante un’intervista rilasciata a Rainews24. La dottoressa ha sottolineato che alcune persone avevano sulla loro pelle le conseguenze delle ferite di arma da fuoco inferte dai libici della Guardia Costiera (come denunciato in un tweet da Sea Eye). Stando alle dichiarazioni del medico, i passeggeri della Alan Kurdi sono arrivati al porto di Taranto stremati, molti dei quali a causa del mal di mare sofferto negli ultimi giorni di navigazione duranti i quali le condizioni meteo sono state particolarmente sfavorevoli. Il salvataggio della Alan Kurdi è avvenuto al largo delle coste libiche, sotto la minaccia costante di persone armate appartenenti alla Guardia Costiera della Libia. Il capo dell’equipaggio dell’imbarcazione ha sottolineato come il personale della Guardia Costiera li abbia minacciati a più riprese prima che il salvataggio fosse portato a termine con successo.