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Scuola, Bianchi conferma il ritorno in presenza

Nessun ripensamento del governo sul rientro a scuola in presenza lunedì 10 gennaio. La risposta del ministro dell’Istruzione Bianchi all’appello dei presidi.

Nessun ripensamento del governo sul rientro a scuola in presenza lunedì 10 gennaio. La risposta del ministro dell’Istruzione Bianchi all’appello dei presidi.

In vista del rientro tra i banchi di scuola previsto per lunedì 10 gennaio, oltre 1.500 presidi hanno firmato un appello per chiedere il rinvio di due settimane della ripresa delle attività scolastiche in presenza, a causa dell’impennata dei contagi da Covid. Il governo tuttavia non ci ripensa e respinge la possibilità di un ritorno in Dad. Ecco la risposta del ministro della Pubblica Istruzione.

L’appello dei presidi

Alla luce del nuovo incremento dei contagi, 1.500 presidi hanno firmato un appello per chiedere al governo il ritorno in Dad per due settimane, tempo necessario per permettere a tutti gli alunni di vaccinarsi. Stamattina il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, è tornato sull’argomento: “L’unica preoccupazione del governo è legata ai lavoratori che non sanno dove lasciare i figli. La scuola viene considerata solo un servizio sociale, tutto il resto è contorno e marginale”, ha detto. “Bisognerebbe tornare in presenza il 31 gennaio e nel frattempo vaccinare, distribuire le mascherine ffp2 e organizzare il tracciamento”, ha proseguito.

Anche il presidente di Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), il professor Filippo Anelli, ha chiesto di posticipare il ritorno a scuola: “La situazione è abbastanza critica e di fronte a questo scenario vista la diffusione attuale del virus credo che posticipare l’apertura delle scuole di 15 giorni e magari allungare di due settimane la frequenza in presenza a giugno possa essere una decisione di buonsenso”, ha detto.

Scuola, il ministro Bianchi risponde ai presidi

Il ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della nascita della bandiera Tricolore a Reggio Emilia, ha risposto all’appello dei presidi che chiedevano di posticipare di due settimane il rientro a scuola, previsto per lunedì 10 gennaio, per permettere a tutti gli alunni di fare il vaccino.

“Siamo molto attenti alle voci che ci arrivano dal Paese, ma anche alle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto il ministro sottolineando che non vi è alcun ripensamento da parte del governo sul ritorno a scuola in presenza.

“Abbiamo una situazione differenziata nel Paese e la si affronta differenziando”, ha proseguito. “Abbiamo valorizzato l’autonomia dei dirigenti scolastici ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola. Lo dico in una giornata come quella di oggi in cui dobbiamo richiamare l’unità”, ha spiegato Bianchi.

Il ministro ha poi ribadito la sicurezza delle norme previste per il rientro: “Abbiamo approvato un dispositivo equilibrato e graduato, raccogliendo tutte le esigenze per avere una scuola in presenza e in sicurezza. Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare. I ragazzi delle classi superiori sono vaccinati per il 75% con prima dose e all’84% con seconda dose”, ha detto.

“Appena abbiamo avuto la disponibilità da parte delle autorità europee, abbiamo vaccinato anche i bambini. I nostri ragazzi sono per 3/4 coperti a livello vaccinale. E stiamo continuando a vaccinare, perché questa è la strada. Un impegno del Governo testimoniato dai 92 milioni messi a disposizione del generale Figliuolo in cui riponiamo la massima fiducia”, ha proseguito il rappresentante al governo dell’Istruzione.

In riferimento alle ultime decisioni del governo Draghi, Bianchi ha poi affermato: “Le decisioni in Consiglio dei Ministri sono state prese all’unanimità tra tutte le forze politiche. Compreso l’obbligo vaccinale per gli over 50, la cui scopertura vaccinale rappresenta l’80% dei problemi del Paese”.

“Anche sulla scuola siamo stati tutti d’accordo seguendo le misure europee. Un caso in classe va vigilato, con due casi si va in sospensione e in Dad. Per i più grandi con un caso c’è la sorveglianza e poi si distingue tra vaccinati e non, come del resto in atto dal 6 novembre. Ricordiamoci che siamo il Paese più avanti in Europa per i vaccini e faremo di tutto per continuare a seguire questa strada”, ha concluso.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/alunno-maschera-ragazzo-di-scuola-5560977/

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