Scuole e asili sono chiusi e, con la riapertura di molte attività da oggi 4 maggio, i genitori dovranno riprendere a lavorare. Si sta pensando quindi a come risolvere questo problema. Ecco i dettagli.
Con il 4 maggio è iniziata la “fase 2” nella lotta contro il coronavirus, con il ritorno al lavoro di molte persone in tutta Italia e con la possibilità di tornare a fare attività sportiva a livello individuale. Restano invece chiuse le scuole e gli asili e questo comporta delle difficoltà specialmente per i genitori che rientrano al lavoro. Si sta quindi ipotizzando di utilizzare dal mese di giugno i cortili delle scuole per creare dei campi estivi, con limitazioni sia nel numero degli ingressi che negli orari di fruizione. Il piano è attualmente allo studio da parte di Elena Bonetti, ministro della Famiglia e del suo staff.
L’appello di Luca Zaia, governatore della regione Veneto
In questi giorni si sono moltiplicati gli appelli da parte di tutti per risolvere il problema delle scuole e asili chiusi e il governatore del Veneto Luca Zaia, ha manifestato a Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, la sua disponibilità per “mettere in piedi un network di diverse strutture” come scuole paritarie, centri estivi, asili, e spazi all’aperto di associazioni sportive in modo da fornire una adeguata assistenza ai bambini mente i loro genitori sono impegnati nel lavoro.
Zaia aveva fatto questa richiesta per poter iniziare già da oggi, 4 maggio, ma le ipotesi si stanno orientando verso il mese di giugno, anche se in alcuni ambienti si parla di poter attuare nuove misure già dalla settimana prossima. Il piano che si sta studiando da parte del ministero della Famiglia si basa su 2 protocolli diversi, con il primo che “disciplina” le attività da svolgere in spazi aperti, rendendoli accessibili a dei gruppi ridotti di bambini, mentre il secondo parla delle attività da svolgere da giugno prossimo.
Per quanto riguarda la riapertura di nidi e scuole dell’infanzia ha parlato il Premier in Senato, precisando che si potrà fare in una modalità “sperimentale”, e questa ipotesi coinvolgerebbe i bambini fino a 6 anni. Il Comitato tecnico Scientifico dovrebbe far pervenire il suo parere nei prossimi giorni proprio sul piano che è stato redatto dal ministero della Famiglia.
Come saranno gestiti gli spazi nelle scuole
Con l’utilizzo dei cortili e delle palestre delle scuole potranno essere coinvolti anche i bambini che frequentano le scuole elementari. In questo caso si tratterebbe di un “centro estivo”, una tipologia finora inesplorata che potrebbe protrarsi per l’intera stagione estiva. Secondo Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, per questa operazione si potrebbero utilizzare i “bonus baby sitter“.
Il primo nodo da sciogliere è quello del numero dei posti disponibili ed una ipotesi che si sta studiando è quella di privilegiare i figli di genitori impegnati al lavoro. Un’altra ipotesi al vaglio è quella di adottare una “corsia preferenziale” a favore dei bambini più piccoli. Le modalità di accesso in questi “centri estivi” sono state delineate e si prevede l’uso di ingressi scaglionati, con l’ingresso di un bambino ogni 5 minuti, e di gruppi formati da un massimo di 5 bambini, con la possibilità di salire a 7 per i bambini che frequentano le scuole elementari. Il gioco è ammesso solo con i giocattoli presenti nel nido, e non si potranno portare da casa. Ogni gruppo sarà gestito da un educatore, con obbligo di indossare la mascherina, mentre i genitori non potranno entrare in questi spazi.
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