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Segnali alieni: un nuovo metodo per autenticarli

Sviluppato nuovo sistema per autenticare segnali alieni. Il progetto di un team di scienziati dell’Università della California.

Un gruppo di scienziati del progettoBreakthrough Listen” dell’Università della California, descritto sull’Astrophysical Journal, ha sviluppato una nuova tecnica che permetterà ai cercatori di potenziali segnali alieni di verificare le l’attendibilità di eventuali messaggi sospetti, e distinguere le possibili comunicazioni provenienti da altre civiltà dai tanti falsi allarmi che provengono da fonti terrestri.

Nuovo sistema per autenticare i segnali alieni

Sull’Astrophysical Journal è stato pubblicato il progettoBreakthrough Listen” dell’Università della California. Si tratta di un nuovo sistema messo a punto dagli scienziati per cercare le prove del passaggio di ogni segnale nello spazio interstellare, discernendo così i papabili messaggi alieni dalle radiointerferenze che hanno origine dal nostro Pianeta.

Attualmente la maggior parte delle ricerche del SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence, ricerca di intelligenza extraterrestre) si basa sull’utilizzo di radiotelescopi terrestri. Tuttavia, questi sono facilmente ingannabili da interferenze radio emesse da cellulari, microonde o satelliti.

Il loro impiego ha generato falsi allarmi che sono stati responsabili di molte speranze poi disilluse dall’inizio delle ricerche di possibili segnali alieni, dagli anni Sessanta ad oggi.

La verifica di segnali sospetti  oggi viene effettuata puntando il telescopio verso una diversa direzione, per poi tornare più volte alla fonte dell’emissione originale così da confermare che non si sia trattato di un “sussulto” isolato. Tuttavia, questo metodo non consente di chiarire la provenienza del messaggio né di escludere abbagli di origine terrestre.

Il progetto Breakthrough Listen

Il progetto Breakthrough Listen si serve dei più potenti radiotelescopi per individuare segnali radio di origine extraterrestre attorno al milione di stelle più vicine al Sole.

Oltre alle 100 galassie più vicine alla nostra, è stato scandagliato il centro della Via Lattea e l’intero piano galattico (la regione in cui risiede il Sistema Solare).

Le civiltà tecnicamente avanzate, come la nostra, generano radio segnali a banda stretta, a differenza degli eventi associati all’evoluzione stellare (ad esempio le supernove), che producono emissioni radio a banda larga.

Fino ad ora non sono stati confermati radio segnali di questo tipo dall’esterno del Sistema Solare; l’ultimo segnale interessante, denominato BLC1, è stato rilevato nel 2020 ed è risultato essere quasi certamente dovuto a interferenze radio di tipo terrestre.

Gli scienziati californiani hanno quindi riflettuto sul fatto che radio segnali alieni emessi in direzione della Terra dovrebbero conservare una sorta di firma del loro passaggio nello spazio interstellare, il materiale costituito da gas e polveri che si trova tra le stelle all’interno di una galassia. Ciò dovrebbe aiutare a distinguere questi segnali da quelli provenienti da fonti terrestri.

Questi segnali scintillano, come dimostrato da passate ricerche che descrivono come il plasma freddo (elettroni liberi) nello spazio interstellare influenzi i segnali radio emessi dalle pulsar.  La loro ampiezza quindi non appare stabile, ma aumenta e diminuisce nel corso del tempo.

Questo accade perché sono leggermente rifratti, cioè come piegati, dal plasma. Un effetto simile è prodotto anche dall’atmosfera terreste.

Inaf, Bryan Brzycki, primo autore dello studio, come riportato su Media, “ha sviluppato un algoritmo che analizza la scintillazione dei segnali a banda stretta e individua quelli che si attenuano e tornano a brillare con periodi inferiori al minuto – sintomo dell’attraversamento del mezzo interstellare. In altre parole, è in grado di mettere in luce la firma del mezzo interstellare nei segnali potenzialmente emessi da intelligenze extraterrestri”. Ciò avviene anche quando questi segnali non si ripetono e sono emessi una volta soltanto.

Gli autori del progetto chiariscono che lo strumento da loro sviluppato è sfruttabile soltanto per segnali che abbiano origine a più di 10 mila anni luce dalla Terra: un radio segnale infatti deve poter viaggiare abbastanza a lungo attraverso lo spazio interstellare affinché sia possibile rilevare la scintillazione.

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/luna-radio-telescopio-astronomia-4229845/]

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