Nella bozza del testo della prima manovra economica del governo Meloni, tra le altre misure, è incluso anche l’aumento del prezzo di sigarette e tabacchi.
Tra le misure contenute nella bozza del DDL di Bilancio 2023 approvata lo scorso 21 novembre dal Consiglio dei Ministri presieduto dalla premier Meloni e recante tutte le novità in materia fiscale per l’anno 2023, rientra anche l’aumento della tassazione di sigarette e tabacchi.
Ddl Bilancio: dal 2023 previsto aumento di sigarette e tabacchi
Come si legge nella bozza del testo della manovra economica (articolo 28 – Disposizioni in materia di accisa sui tabacchi lavorati e di imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo), atteso ora in Parlamento, dal primo gennaio 2023, viene rideterminata l’accisa per sigarette e tabacchi, con previsti aumenti dei prezzi di 15-20 centesimi per ogni pacchetto.
Il testo interviene sul decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, ridefinendo le due voci che compongono le accise. In particolare, si legge nella bozza, aumenterà l’“importo specifico fisso per unità di prodotto”.
A differenza degli altri tabacchi lavorati (sigari, sigaretti, tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette, tabacco da fiuto e da mastico), per le sigarette l’accisa corrisponde alla somma tra una componente fissa e una proporzionale al prezzo di vendita al pubblico; le componenti sono calcolate a partire da un’aliquota di base fissata al 59,8%.
Saranno poi ridefinite le percentuali che indicano l’onere fiscale minimo per i tabacchi lavorati che per l’anno 2022 è pari a 194,72 euro per chilogrammo convenzionale/1000 sigarette, mentre per il 2023 sarà pari al 96,22% della somma dell’accisa globale e dell’imposta sul valore aggiunto. La stessa percentuale è determinata al 96,50% per il 2024 e al 96,905 a partire dal 2025. Questa percentuale deve includere la componente fissa dell’aliquota, la seconda parte dell’aliquota di base e l’IVA sul prodotto, attualmente al 22 per cento. Nel prezzo complessivo c’è da considerare l’aggio che spetta al rivenditore al dettaglio, ovvero il tabaccaio, pari al 10 per cento del prezzo di vendita. Il compenso del produttore, su cui gravano anche le spese di distribuzione, è dato dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio.
L’intervento riguarderà anche i prodotti succedanei, ovvero il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, e prevede un aumento graduale della componente specifica accompagnato da un incremento dell’onere fiscale minimo declinato su tre anni. Per il tabacco riscaldato prosegue l’aumento dell’accisa, già previsto dall’1 gennaio con la Legge di bilancio 2022, e continuerà per i prossimi tre anni. Per le sigarette elettroniche, invece, l’incremento viene fissato al 15% per i prodotti con nicotina e al 10% per quelli senza, sempre a partire dal prossimo 1 gennaio 2023.
Cambiano le aliquote dell’imposta di consumo
Nella bozza della Legge di Bilancio 2023 sono inclusi anche interventi sulle aliquote dell’imposta di consumo previste per i tabacchi da inalazione senza combustione. In questo caso l’aliquota scende dal 40 per cento al 36 per cento per il prossimo anno; al 38 per cento per il 2024, al 39,5 per cento per il 2025 e al 39,5 per cento per il 2026.
Nel testo sono definiti anche i tempi per l’emanazione di nuovi decreti del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la rideterminazione delle aliquote.
Entro la fine di maggio 2023, il MEF dovrà emanare un decreto per determinare l’incidenza della percentuale dell’importo fisso per unità di prodotto. Nel caso in cui tale percentuale non rientri tra i parametri indicati dall’apposita direttiva europea, entro il 1° gennaio del secondo anno successivo la componente specifica sarà rideterminata per evitare minori entrate per lo Stato.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/sigarette-scatola-sigaretta-box-78001/
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