Lo smart working è stato usato da milioni di italiani sin dall’inizio della pandemia, e adesso sembra proprio che sarà prorogato sino al 30 settembre. Scopriamo tutte le novità a proposito dello smart working.
Il decreto legge con le proroghe di primavera è in corsa per il consiglio dei ministri, e tra le misure in arrivo c’è la proroga al 30 settembre dello smart working, e il problema di un nuovo rinvio, che si giustificherebbe con la proroga dello stato d’emergenza appena confermato fino al 31 luglio, è ovviamente quello dei costi.
Smart working: ok al lavoro agile
Il nuovo decreto porta con sé diverse novità tra cui il prolungamento dello smart working, ancora oggi praticato da centinaia di migliaia di dipendenti della Pa. Una nuova proroga allunga fino al 30 settembre l’ok al lavoro agile senza bisogno del preventivo accordo individuale, mentre un altro ‘nodo’ riguarderebbe le soglie minime che in base alla normativa pensata l’anno scorso (articolo 263 del Dl 34/2020) per il post-pandemia avrebbe imposto a tutte le Pa di garantire il diritto al lavoro agile almeno al 50% dei dipendenti impegnati in attività che non impongano la presenza.
L’addio alle soglie minime, nelle intenzioni del governo, non è un generalizzato richiamo al ritorno in ufficio, ma serve a dare alle amministrazioni, caratterizzate ciascuna da situazioni diverse, l’autonomia per organizzarsi.
Smart working: le parole del Ministro Orlando
“Il lavoro agile ha assunto una valenza sociale che impatta sulla vita delle città”, ha dichiarato Orlando chiudendo la riunione da remoto. Le imprese avrebbero chiesto un tempo maggiore, almeno fino a dicembre ma il governo si è limitato a ipotizzare lo spostamento della data dal 31 luglio alla fine di settembre.
Per il futuro, invece, la strada tracciata dall’esecutivo prevedrebbe la possibilità che il lavoro agile possa proseguire sulla base di “accordo quadro volontario ” fra le parti sociali, magari con il supporto di incentivi fiscali e altro.
Dal Ministero inoltre sarebbe arrivato anche l’impegno a verificare la possibilità di utilizzare strumenti di incentivazione per favorire il lavoro agile.
Smart working: il nodo delle soglie minime
Come si legge sul Sole 24 Ore, la proroga della possibilità di approvare lo smart working senza il bisogno del preventivo accordo individuale dovrebbe essere accompagnata anche dal decadimento delle soglie minime. La misura è stata pensata dall’esecutivo per offrire una maggiore libertà di azione e di organizzazione alle amministrazioni, anche alla luce della volontà di parametrare le possibilità del lavoro agile a obiettivi di efficienza dei servizi.
L’eliminazione di tale soglia però renderebbe nulli gli incentivi previsti dalla presentazione dei cosiddetti “Pola” – Piani organizzativi del lavoro agile – la cui mancata presentazione dimezzava le quote obbligatorie.
Fonte Immagine:https://pixabay.com/it/photos/studente-digitando-tastiera-testo-849825/
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