Dal primo dicembre la terza dose di vaccino anti-Covid potrà essere somministrata anche ai soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni. L’annuncio del ministro Speranza.
La platea degli italiani che riceveranno la terza dose di vaccino anti-Covid si allarga. Dal 1° dicembre, infatti, la cosiddetta dose booster potrà essere somministrata anche alle persone di età comprese tra i 40 ed i 60 anni, dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario con due dosi. Per tutti si useranno i vaccini a Rna messaggero, ovvero Pfizer e Moderna. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute Roberto Speranza.
Terza dose, Speranza annuncia: ‘dal 1° dicembre anche ai 40-60enni’
Durante il question time alla Camera, il ministro della Salute Speranza ha spiegato che da dicembre si aprirà una nuova fase della campagna vaccinale che vedrà coinvolti altri 15 milioni di italiani compresi nella fascia d’età 40-60. “Con il confronto svolto annuncio che facciamo un ulteriore passo avanti. Dal primo dicembre nel nostro Paese saranno chiamati per la terza dose anche chi ha tra i 40 e i 60 anni. La terza dose è assolutamente strategica per la campagna vaccinale: siamo all’83,7% di persone che hanno completato il ciclo vaccinale ed il richiamo ad oggi è stato offerto a 2,4 milioni di persone. Abbiamo iniziato da immunocompromessi, fragili, sanitari, over 60 e chi ha avuto J&J che possono avere booster dopo sei mesi”, ha detto.
Al momento, infatti, la somministrazione della terza dose, a 6 mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale, è raccomandata ai soggetti immunocompromessi, ai fragili, ai sanitari, agli over60 e a coloro che hanno ricevuto il vaccino monodose J&J. Dal primo dicembre, tuttavia, la platea si estenderà e la terza dose riguarderà anche i 40-60enni. Parliamo in teoria di 18 milioni e 437.505 persone. In realtà, però, la seconda dose/dose unica risulta somministrata a poco più di 15 milioni e 200 mila cittadini, dunque saranno questi ad essere interessati dalla dose booster.
Inoltre, potrebbe arrivare un’altra novità che riguarda il personale sanitario. Secondo quanto si apprende, infatti, durante la Cabina di regia a palazzo Chigi, il ministro della Salute avrebbe avanzato la proposta di estendere l’obbligo vaccinale per i sanitari anche per la terza dose. Per ora è stata soltanto avviata la discussione nel governo, in vista di una successiva approvazione di una norma ad hoc, e pare che non sarebbero state mosse obiezioni alla proposta del ministro.
Decreto green pass
Confermata la fiducia, chiesta dal governo, sul decreto green pass, approvato dal Senato con 199 voti favorevoli e 38 contrari, nessuna astensione. Il provvedimento, varato lo scorso 21 settembre, che disciplina le modalità per estendere l’obbligo della certificazione vaccinale nei luoghi di lavoro del settore pubblico e privato, ora verrà trasmesso alla Camera per la conversione definitiva in legge.
“Il cts ha rappresentato che la norma che ha consentito l’estensione da 9 a 12 mesi del green pass per i vaccinati è stato frutto di un’unica e univoca volontà parlamentare: l’estensione del green pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi. Ogni settimana l’Iss presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni. Da settembre osservati primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie”, ha spiegato il ministro Speranza.
Il decreto green pass prevede la semplificazione dei controlli per i lavoratori del settore privato, che possono chiedere di consegnare al proprio datore di lavoro una copia del green pass. In questo modo, per tutta la durata della validità della certificazione vaccinale, “sono esonerati dai controlli da parte dei datori di lavoro”. Attualmente il datore di lavoro rischia sanzioni se non dovesse fare controlli sul certificato.
La novità è contenuta in un emendamento del Pd condiviso da gran parte dei gruppi di maggioranza e sottoscritto da senatori di Forza Italia, Italia viva e Lega, riformulato dal governo e approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato.
Si sta lavorando anche alla modifica del green pass per i guariti, che attualmente dura 6 mesi invece dei 12 dei vaccinati. “Le evidenze disponibili suggeriscono che il rischio di reinfezione può essere considerato basso se la successiva esposizione a varianti antigenicamente simili di Sars-CoV-2 si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale”, ha spiegato Speranza. In questa fase, tuttavia, occorre estrema cautela.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaccino-antinfluenzale-ago-ahia-1719334/
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