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Test sierologici: come funziona l’indagine e quanti campioni servono

Con i test sierologici la Croce Rossa ha avviato l’indagine di sieroprevalenza per verificare la diffusione del Covid-19. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Con i test sierologici è iniziata l’indagine di sieroprevalenza per verificare la diffusione del Covid-19. Ecco come funziona l’indagine e quanti campioni sono necessari.

Dopo il via all’indagine di sieroprevalenza, la Croce Rossa Italiana ha iniziato a selezionare i campioni su cui effettuare i test sierologici e scoprire chi ha sviluppato gli anticorpi contro Sar-Cov-2. A rispondere, ad oggi, è stato solo il 25% degli italiani su oltre 7mila chiamate. Il 60%, infatti, è ancora indeciso sul da farsi.

Indagine di sieroprevalenza: un’opportunità per conoscere meglio il virus

L’indagine di sieroprevalenza è stata subito bollata come servizio da rendere al Paese ma, ovviamente, non è obbligatorio. L’obiettivo è quello di aiutare i ricercatori a ricostruire il cammino del virus e la sua evoluzione.

Ma cosa spinge gli italiani ad avere timore dei test sierologici? Sicuramente la possibilità di trovarsi faccia a faccia con la positività al Covid-19, quindi, incertezza su ciò che potrebbe accadere in futuro. Inoltre non mancano anche i professionisti del complotto ma, ovviamente, quella è un’altra storia.

Indagine di sieroprevalenza: come funziona

L’obiettivo dell’indagine di sieroprevalenza è quello di fotografare la diffusione del virus tra la popolazione. A richiederla è stato il Ministero della Salute e l’Istat.

L’indagine inizia con la chiamata della Croce Rossa Italiana. Viene garantito l’anonimato durante tutta la procedura. Prima di tutto si chiede di rispondere ad un questionario, poi, si fissa il giorno del prelievo di sangue venoso presso punti autorizzati dalla Cri.

Chiunque partecipi all’indagine non sosterrà alcun costo per i test sierologici. I risultati verranno comunicati direttamente al partecipante dopo 15 giorni. L’anonimato viene garantito da un numero di identificazione univoco per ognuno.

Se il test è positivo è necessario procedere all’isolamento domiciliare della persona testata. Quindi bisognerà aspettare che si proceda al tampone nasofaringeo. Ciò è importante per stabilire l’indice di contagiosità del soggetto.

Test sierologici per l’indagine: quanti campioni sono necessari

Ad essere testati saranno 150mila cittadini spalmati su tutto il territorio italiano. Si terrà conto dell’età, genere, settore lavorativo e regione di provenienza. Quindi in Lombardia serviranno 30 mila volontari, mentre in Veneto se ne richiedono 13 mila. In Emilia Romagna la cifra corrisponde a 12 mila volontari. In Campania, Sicilia e Lazio, invece, 11mila. Infine 4mila persone verranno selezionate nelle regioni più piccole.

Il Ministero della Salute, sul suo sito, ha pubblicato un elenco dove è possibile visionare i comuni coinvolti nella ricerca. Non è possibile procedere ad una candidatura spontanea. Le persone, infatti, verranno contattate telefonicamente dalla Croce Rossa. Le prime cifre che identificano la chiamata sono 06.5510.

10 risposte su “Test sierologici: come funziona l’indagine e quanti campioni servono”

Partecipo volentieri. Spero che l’arruolamento non duri troppo a lungo e che i dati portino subito a risultati utili per inquadrare la malattia
Grazie

A mio giudizio la gente è titubante nel sottoporsi all’esame, non perché ha paura di trovarsi difronte ad una positività del Covid-19, ma semplicemente perché se dovesse essere positivo, deve stare a casa in attesa del tampone, anche se ha preso il Corona nel mese di gennaio. Mi ero già prenotato, perché sono convinto di averlo fatto alla fine del mese di dicembre, ho rinunciato quando mi è stato illustrato il regolamento. Saluti

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