Categorie
news

Test sierologici: quando effettuarli? funzionano davvero?

Si parla molto di test sierologici, ma è bene fare chiarezza. Vediamo quindi quando è opportuno effettuare questi test, chi può farli e se funzionano davvero.

Si è molto parlato di test sierologici, ma è opportuno fare chiarezza sui dubbi che attanagliano molte persone. Cerchiamo di capire insieme quando è opportuno effettuare questi test, chi può farli e se funzionano davvero.

Con la cosiddetta Fase 2 e, quindi, con la fine della lockdown, l’Italia si trova a fare i conti con possibili problematiche, soprattutto per quanto concerne la moltitudine di persone che si apprestano a tornare sul proprio posto di lavoro. Naturalmente i dubbi sono relativi alla possibile positività, all’aver sviluppato gli anticorpi per quanti hanno contratto il virus ed in questo caso anche se si è o meno ancora contagiosi.

In questi giorni si sta facendo un gran parlare di test sierologici che, peraltro, i cittadini possono richiedere anche a laboratori privati a prezzi ragionevoli che oscillano tra i 30 ed i 50 euro. Strada che si sta percorrendo soprattutto per le aziende che evidentemente vogliono avere maggiori informazioni sullo stato di salute dei propri dipendenti.

Ma a cosa servono in realtà test sierologici? È bene innanzitutto sottolineare come la certezza della positività o meno venga offerta esclusivamente dai tamponi che, come è noto, vengono gestiti dal sistema nazionale sanitario per cui non possono essere richiesti in maniera privata. Tra l’altro,al momento, i tamponi vengono esclusivamente effettuati per categorie ben definite come, ad esempio, quanti lavorano in ambito sanitario e soprattutto quanti presentano dei sintomi piuttosto evidenti. In realtà con i testi sierologici si riesce ad avere una sorta di storico della malattia andando ad individuare gli anticorpi che l’organismo ha sviluppato per mezzo del sistema immunitario per offrire una risposta al virus.

Quando effettuare i test sierologici e cosa fare in caso di positività

Attualmente sono disponibili due tipologie di test sierologici: quelli rapidi e quelli quantitativi. Nel primo caso, l’esame verrà effettuato su una goccia di sangue per stabilire se vi è o meno la presenza di anticorpi. Nella seconda tipologia invece l’analisi verrà effettuata su un prelievo in maniera tale da valutare la quantità di anticorpi.

Da sottolineare come in entrambi i casi l’analisi sia indirizzata a valutare gli anticorpi IgM e IgC. La prima tipologia viene prodotta in maniera immediata dal sistema immunitario per far fronte all’emergenza, mentre col tempo ci sarà la produzione di IgC. Quindi se in un test viene valutata la presenza di IgC questo significherà che l’infezione è avvenuta ormai da diverso tempo e che probabilmente la persona potrebbe anche avviarsi ad ottenere una sorta di immunità al virus.

Tuttavia, è bene sottolineare come certamente i test sierologici su prelievo siano più affidabili ma comunque non offrano un risultato certo al 100%. Il governo italiano a tal proposito si sta preparando ad effettuare 150.000 test sierologici soltanto per avviare un’indagine nazionale e quindi ottenere informazioni sulla diffusione del virus ed una valutazione sul livello di protezione che una persona sviluppa nel tempo.

Chiaramente si dovranno prima fissare dei livelli di soglia come del resto è accaduto per altre tipologie di virus, per cui sarà necessario del tempo per avere dei riscontri. Il test sierologico, tuttavia, potrebbe essere utile per quanti vogliono appurare la propria positività e quindi il consiglio è di sottoporsi al test e, nel caso siano positivi, rivolgersi al sistema nazionale ed in particolar modo al proprio medico di base per sperare di poter ottenere il tampone e quindi avere la certezza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version