Nelle prossime settimane, come stabilito dal Dl Sostegni, sarà possibile effettuare vaccinazioni anti-Covid anche in farmacia. Vediamo cosa dice il decreto
Nelle prossime settimane, per accelerare la campagna vaccinale, oltre ai medici impiegati negli ospedali e negli hub vaccinali e ai medici di famiglia, anche infermieri (fuori dall’orario di lavoro), odontoiatri e pediatri di libera scelta potranno somministrare il vaccino. A questi si aggiungeranno poi pure i farmacisti. Il Dl Sostegni approvato lo scorso 19 marzo stabilisce infatti che il vaccino potrà essere effettuato anche nelle farmacie, in via sperimentale, previa formazione specifica.
Cosa dice il Dl Sostegni
Stando al decreto legge Sostegni, le dosi di vaccino – le più semplici da conservare (quelle di AstraZeneca o quelle in arrivo ad aprile di Johnson & Johnson) – potranno essere somministrate nelle farmacie, in via sperimentale. I farmacisti saranno autorizzati dopo aver seguito un corso di formazione di 16 ore già predisposto dall’Istituto superiore di sanità.
Ad oggi sono già 5.174 i farmacisti abilitati che hanno volontariamente svolto corsi di formazione. Altri 2.800 stanno ultimando l’aggiornamento.
Nei prossimi giorni verranno stabiliti specifici accordi con i sindacati di categoria e l’ordine professionale, per disciplinare “gli aspetti relativi ai requisiti minimi strutturali dei locali per la somministrazione dei vaccini, nonché le opportune misure per garantire la sicurezza degli assistiti”.
E’ chiaro dunque che non tutte le quasi 20mila farmacie italiane potranno aderire alla campagna vaccinale, ma un buon numero di esse contribuirà ad accelerare le somministrazioni, al fine di arrivare già da aprile ad almeno 400mila dosi giornaliere.
Come da decreto, i farmacisti dovranno trasmettere “senza ritardo e con modalità telematiche sicure” i dati relativi alle vaccinazioni effettuate giornalmente.
Vaccinazioni anti-Covid: 70mila farmacisti pronti a partire
Sono già pronti a partire – con 70mila farmacisti in oltre 19mila farmacie pubbliche e private – i sindacati, Federfarma in testa, e l’ordine professionale.
“È doveroso farlo perché dobbiamo vaccinare il più possibile, più rapidamente possibile. Sarà ovviamente su base volontaria, ma ci aspettiamo un’alta adesione”, ha dichiarato qualche giorno fa all’AGI Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi).
Mandelli ha poi spiegato che restano ancora da definire gli ultimi dettagli per comporre un protocollo operativo.
“Noi ci siamo, questa svolta è anche un omaggio allo sforzo fatto dalla categoria in questo anno terribile, basti pensare all’impegno con cui abbiamo contribuito al fondamentale presidio dei tamponi. Già in tanti Paesi i farmacisti vaccinano: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Irlanda… Quando ci si chiede un contributo siamo sempre pronti ad aderire. È in gioco la salute del Paese, dal vaccino dipende la vita delle persone ma anche la ripresa economica”, ha detto ancora il presidente della Fofi.
Sulla formazione specifica richiesta ai farmacisti affinchè possano essere autorizzati ad inoculare il vaccino, Mandelli ha chiarito: “Non ci saranno particolari problemi, noi siamo sottoposti a un aggiornamento professionale continuo, rientrerà in quell’ambito”.
Sempre all’Agi, anche Marco Cossolo, il presidente di Federfarma, ha rilasciato nei giorni scorsi una dichiarazione circa la discesa in campo dei farmacisti per velocizzare la campagna vaccinale: “Accogliamo con soddisfazione la decisione del Governo di prevedere nel DL Sostegni il coinvolgimento delle farmacie nella somministrazione della campagna del vaccino. Siamo pronti a definire un protocollo di carattere operativo per un’efficace campagna di vaccinazione in farmacia, forti anche della nostra esperienza positiva riportata con i test antigenici. In questo modo la rete delle oltre 19.000 farmacie italiane potrà dare il proprio contributo al raggiungimento dell’obbiettivo di vaccinare il maggiore numero di persone possibili e nel minor tempo possibile”, ha detto.
Sia Fofi che Federfarma hanno sottolineato il ruolo che i farmacisti hanno avuto nel corso della pandemia, dando “una risposta efficace, efficiente e continuativa ai bisogni della popolazione e alle esigenze del Servizio sanitario nazionale” e garantendo “non soltanto l’assistenza farmaceutica, ma anche nuovi servizi e prestazioni resi necessari dall’emergenza, come l’effettuazione dei tamponi rapidi”.
Pertanto chiedono il rinnovo del contratto: “Per dare il giusto riconoscimento al lavoro dei colleghi collaboratori, è necessario che si giunga a una positiva conclusione delle trattative per il rinnovo del contratto nel più breve tempo possibile, per far sì che farmacisti e farmacie possano affrontare questo nuovo e importantissimo compito nelle condizioni migliori su tutto il territorio nazionale”, dicono.
Vaccino in farmacia: come funziona
Per ricevere il vaccino in farmacia occorrerà sempre la convocazione da parte delle autorità sanitarie locali o la prenotazione in base alla propria fascia d’età. Solo dopo aver effettuato la prenotazione infatti il sistema potrà indicare come sede vaccinale la farmacia più vicina alla propria residenza.
In tutte le farmacie aderenti sarà allestito un angolo apposito. Lo spazio dedicato alle vaccinazioni potrà essere collocato all’interno del negozio oppure all’esterno, dove, come già avvenuto per i tamponi, saranno predisposti dei gazebo.
Non è prevista la presenza diretta di un medico che vigili. D’altronde non ci sarebbe nemmeno un numero sufficiente di medici da affiancare ai farmacisti. Tuttavia, essi dovrebbero controllare da remoto e in chiave estensiva. Questo punto del decreto non incontra però il favore della Federazione degli ordini di medici e odontoiatri che si è opposta: “La giusta esigenza di accelerare e ampliare la campagna di vaccinazione non può andare a discapito della sicurezza”, ha tuonato la federazione.
“Il vaccino è un farmaco e deve essere somministrato, così come prevedono le agenzie regolatorie, solo previa prescrizione del medico, ossia dopo la valutazione anamnestica e clinica sempre cioè sotto la supervisione, in presenza, di un medico, che possa raccogliere il consenso informato, valutare lo stato di salute del paziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti collaterali”, ha spiegato il presidente Filippo Anelli.
“Questo prevede l’Agenzia italiana del farmaco, che espressamente raccomanda in caso di somministrazione del vaccino ‘assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica’”, ha aggiunto.
Secondo i medici, dal momento che nella campagna vaccinale saranno coinvolti pediatri, specializzandi, odontoiatri e altre figure, esistono le risorse per dislocare un medico in ogni farmacia in cui ci si vaccinerà. Essi chiedono pertanto un coordinamento nazionale: “Per questo in tutte le sedi vaccinali, e quindi anche nelle farmacie e nelle parafarmacie, la sicurezza della prestazione dovrà essere una certezza; sicurezza che, come sancito anche dalle autorità regolatorie all’atto dell’immissione in commercio dei preparati e dal Ministero della Salute, passa attraverso diversi step, che, tutti, richiedono la presenza del medico: l’anamnesi, la valutazione dello stato di salute del paziente e l’eleggibilità alla vaccinazione, l’eventuale scelta della tipologia di vaccino in concomitanza di condizioni particolari, e, non ultime, la prevenzione e la gestione di possibili, seppur rari, eventi avversi di varia gravità, anche attraverso la pronta somministrazione dei farmaci adeguati”, ha concluso Anelli.
fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/logo-farmacia-farmacia-3215049/
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