Nel 2022 arriveranno in Italia altri due vaccini Covid: Nuvaxovid di Novavax e VLA2001 di Valneva. Si attende la valutazione dell’Ema.
In Italia arriveranno altri due vaccini anti-Covid a inizio 2022. Si tratta del vaccino Nuvaxovid della statunitense Novavax e del VLA2001 della franco-austriaca Valneva. Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini. Si attende la valutazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
Vaccini Covid, al via la valutazione di Novavax e Valneva
Nel 2022 due nuovi vaccini anti-Covid potrebbero andare ad aggiungersi ai quattro già esistenti e approvati dagli enti regolatori, ovvero Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson. Stiamo parlando di Nuvaxovid e Valneva. Per quanto riguarda il primo, l’Ema ha annunciato che la valutazione per la commercializzazione potrebbe “concludersi entro l’anno”. L’Agenzia europea del farmaco ha fatto sapere di aver avviato anche l’esame del vaccino anti-Covid sviluppato da Valneva e conosciuto con la sigla VLA2001.
Il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Ema ha deciso di avviare la revisione continua di VLA2001 sulla base dei risultati preliminari di studi di laboratorio e di primi studi clinici negli adulti. “Questi studi suggeriscono che il vaccino innesca la produzione di anticorpi che colpiscono Sars-CoV-2, e può aiutare a proteggere dalla malattia”, ha spiegato l’agenzia in una nota.
“Nei primi mesi del prossimo anno potremmo avere la disponibilità di questi vaccini, è bene che ci sia un’ulteriore offerta vaccinale sia per gli ingiustificati scettici (che non devono esserlo verso i vaccini a Rna perché si sono dimostrati sicuri), sia perché possono diventare di più facile utilizzo”, ha detto Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, a Sky.
Magrini ha riferito anche che nello stesso tempo “si studia se modificare i vaccini sulla base delle varianti esistenti”.
Novavax e Valneva, come funzionano?
La tecnologia alla base dei vaccini di Novavax e Valneva è totalmente diversa rispetto a quella usata da Pfizer e Moderna (vaccini a mRna) e da AstraZeneca e Johnson&Johnson (vaccini a vettore virale).
Nuvaxovid sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, vale a dire che le molecole si assemblano formando particelle simil-virali sulla cui base l’organismo produce la risposta immunitaria. Si tratta di una tecnologia già in uso da tempo contro malattie come la pertosse, epatite B, Hpv, meningococco B.
Questo vaccino che, secondo l’azienda ha un’efficacia del 90%, ha il vantaggio di avere un costo molto contenuto e, inoltre, può essere conservato in frigo. Potrebbe dunque rivelarsi fondamentale per garantire la vaccinazione anche nei Paesi poveri.
Il vaccino franco-austriaco Valneva si basa invece sulla presenza del Sars-CoV-2 inattivato (ucciso), che non può causare la malattia, e due “adiuvanti”, sostanze che aiutano a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.
Se dovesse essere approvato, quello dell’azienda franco-austriaca sarebbe il primo vaccino a virus inattivato ad avere il via libera in Europa.
La Commissione europea si è già assicurata l’acquisto di 60 milioni di dosi di vaccino Valneva entro il 2023, di cui 27 entro il 2022. Il contratto prevede la possibilità di adattare il vaccino ad eventuali nuove varianti che potrebbero comparire. Un altro ordine europeo è previsto nel 2023 per 33 milioni di dosi totali. I primi lotti di VLA2001 dovrebbero arrivare entro aprile 2022.
Per quanto riguarda il vaccino Nuvaxovid la Commissione europea ha firmato un contratto per 200 milioni di dosi.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/siringa-vaccino-medico-ago-5904302/
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