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Vaccino Covid, diventerà obbligatorio in Italia?

A metà gennaio sarà avviata la somministrazione del vaccino anti-covid anche in Italia. Al momento non vige l’obbligatorietà, ma se la percentuale di vaccinati sarà bassa, il vaccino potrebbe diventare obbligatorio.

A metà gennaio sarà avviata la somministrazione del vaccino anti-Covid anche in Italia. Al momento non vige l’obbligatorietà, ma se la percentuale di vaccinati sarà bassa, il Governo potrebbe decidere di farlo diventare obbligatorio.

Tra meno di un mese anche in Italia arriverà il vaccino anti-Covid. Le prime dosi stanno pervenendo alle regioni e saranno somministrate a partire da metà gennaio a medici e ospiti delle RSA. Intanto si è tornati a parlare della sua eventuale obbligatorietà.

Sileri: “Vaccino obbligatorio se a farlo sarà solo il 30% della popolazione”

Il nostro Governo, così come quello di altri Stati europei, al momento non ha parlato di vaccino obbligatorio per il coronavirus, limitandosi a consigliarlo fortemente. Il ministero della Salute punta ad ottenere l’immunità di gregge con un’efficace campagna di persuasione. Tuttavia, stando ai sondaggi, è in aumento la fetta degli indecisi, ossia di coloro che non sanno se farebbero il vaccino, mentre cala, seppur di poco, la percentuale di persone disposte a farlo. Pertanto, se il numero di vaccinati sarà basso, il Governo potrebbe decidere di far diventare obbligatorio il vaccino.

Sull’argomento è tornato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che, intervenuto stamattina nel corso della trasmissione Agorà di Rai 3, ha detto: “Io credo che la popolazione richiederà il vaccino e non ci saranno problemi. Ma se dopo un anno si sarà vaccinato solo il 30% della popolazione, allora qualche forma di obbligatorietà sarà necessaria, per fermare il virus”. “Sicuramente -ha proseguito – non avremo la possibilità di vaccinare 30 milioni di italiani in un mese: che vuol dire che dobbiamo continuare a convivere con il virus”.

Per il viceministro e medico sarà necessario, in caso di mancata vaccinazione volontaria, imporre l’obbligo, perché “non possiamo permetterci che il virus continui a circolare”. “Se oggi c’è qualche no-vax secondo il quale il vaccino non serve dopo 60-70mila morti, e a mio avviso saranno ancora di più fino a quando si arriverà a una protezione di gregge, mi dispiace per lui”, ha aggiunto. Secondo un recente sondaggio di Index Research per Piazza Pulita, attualmente, meno del 45% degli italiani sarebbe favorevole all’obbligatorietà del vaccino.

Per Sileri la diffidenza verso il vaccino è data anche dal fatto che “se ne parla male”. “Se se ne parla con i dubbi, se non vengono usate le parole giuste come quando si dice che è stato fatto ‘in fretta’, questo può far pensare che sia stato fatto male. Bisogna spiegare invece perché è stato fatto in maniera veloce. In questo modo, la percentuale dei diffidenti si ridurrà”, ha detto.

“Non possiamo permetterci il rischio di ritardi. Il virus potrebbe certo scomparire, ma potrebbe anche mutare rendendo inefficace il vaccino stesso”, ha detto Sileri. In merito alla sicurezza e al controllo degli effetti dei vaccini anche dopo la vaccinazione, il viceministro ha chiarito: “la vigilanza che l’Aifa attua dà garanzie serie come per tutti i farmaci disponibili”.

Sileri ha poi dichiarato che si vaccinerà quando sarà il suo turno, ma, ha detto:”Immagino che avendo già avuto l’infezione sarò fra gli ultimi, e spero che la mia dose iniziale vada a un nonno di 85 anni che così potrà andare avanti nella sua vita e spegnersi naturalmente senza Covid”. Dunque Sileri ha confermato che anche chi già ha contratto l’infezione da Sars-CoV-2 dovrà sottoporsi alla vaccinazione: “Sicuramente più avanti nel tempo, ma andrà fatta. Sarà come una sorta di richiamo”, ha chiarito.

Il ministro ha poi toccato anche la questione dell’immunità guadagnata dopo essersi ammalati e guariti dal Covid-19: “E’ difficile avere certezze – ha detto – perché il virus è nuovo, però sicuramente chi lo ha avuto ha una sorta di immunità che potrà essere più o meno forte, più o meno duratura. Ma sicuramente un ricordo dell’incontro con il coronavirus nelle mie cellule immunitarie ci sarà. Quanto poi durerà, francamente non lo sa nessuno ed è per questo che il vaccino andrà fatto anche a coloro che hanno avuto il Covid”.

Misure ulteriormente restrittive per Natale?

In attesa dell’avvio delle vaccinazioni – la data simbolica in Europa è il 6 gennaio – il governo sta valutando l’entrata in vigore di misure anti-Covid ancora più stringenti per Natale. Interpellato in merito alla questione, Sileri ha ribadito che per Natale bisogna mantenere una linea di rigore, ma “è presto per dare anticipazioni sulle eventuali nuove misure anti-Covid allo studio per Natale, che verrebbero cavalcate e creerebbero sicuramente ulteriore scompiglio nella popolazione”. “L’impostazione che abbiamo oggi, in cui avremo spero tutte le regioni gialle per Natale, ma con le chiusure che sono state definite, con il blocco anche degli spostamenti fra i Comuni, rimane”, ha aggiunto, in quanto già così “il Natale di per sé, anche festeggiato dentro i confini di uno stesso Comune, porterà le famiglie a stare insieme e quindi è inevitabile che vi sarà una risalita dei contagi”.

“Se sarà una risalita piccola sarà gestibile”, ha proseguito, se non lo sarà “ci troveremo con un nuovo picco che impedirà da gennaio di fare ciò che dobbiamo fare: riaprire le scuole, riaprire i ristoranti, consentire alle persone di andare a sciare, riprenderci la nostra vita”.

“Fare tutto questo nel periodo natalizio è un rischio – ha concluso –farlo in maniera diluita a partire dal 7, 8, 10 gennaio è possibile, a patto che i casi non siano 30-40mila come abbiamo osservato un mese fa”.

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