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Vaiolo delle scimmie, in Belgio quarantena per i positivi

Nuovi casi di vaiolo delle scimmie si sono registrati in Europa. Per contenere il contagio il Belgio ha introdotto la quarantena obbligatoria per i positivi.

Nuovi casi di vaiolo delle scimmie si sono registrati in Europa. Per contenere il contagio il Belgio ha introdotto la quarantena obbligatoria per i positivi.

Crescono i casi di vaiolo delle scimmie in Europa. Per contenere il contagio, le autorità sanitarie in Belgio hanno introdotto la quarantena obbligatoria per chi risulta positivo. Il Belgio è il primo paese europeo a stabilire una misura di questo tipo. L’OMS invita anche gli atri Paesi a seguire l’esempio belga.

Vaiolo delle scimmie, quarantena per i positivi in Belgio

Chi risulta positivo al vaiolo delle scimmie dovrà osservare 21 giorni di quarantena, evitando ogni contatto sociale. Coloro che sono entrati a contatto con i positivi, invece, non dovranno isolarsi, ma “rimanere vigili, soprattutto se sono in contatto con persone vulnerabili”, e segnalare prontamente l’insorgere di eventuali sintomi. È quanto stabilito dalle autorità sanitarie in Belgio, dopo l’identificazione di quattro casi di infezione, che sarebbero legati a un festival tenutosi ad Anversa.

Il consiglio dell’OMS

Secondo l’ultimo comunicato dell’OMS, rilasciato sabato 21 maggio, sono appena 92 i casi confermati di vaiolo delle scimmie riscontrati in tutto il mondo; 28 sono quelli sospetti. Complessivamente sono 12 gli Stati coinvolti (Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti). Nessun decesso al momento è stato registrato.

Rispetto al coronavirus, come riferito dal Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), le modalità di trasmissione del virus, sono molto più complesse: il contagio avviene attraverso il contatto con un animale infetto o, da uomo a uomo, attraverso “grandi goccioline respiratorie” (contatto viso a viso prolungato) e scambio di fluidi corporei (sesso non protetto). Non si tratterebbe dunque di un virus particolarmente insidioso, secondo gli esperti, i quali sottolineano che precedenti focolai riscontrati in Occidente si sono esauriti rapidamente e non hanno mai condotto allo scoppio di epidemie.

Nonostante ciò, però, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, prevede che le restrizioni adottate dal Belgio presto potrebbero essere messe in atto anche in altri Paesi, anzi consiglia agli stati membri di “isolare i casi per prevenire un’ulteriore trasmissione, identificare e gestire i contatti e adattare metodi efficaci di controllo e prevenzione basati sulle vie di trasmissione più comunemente identificate”.

Corsa ai vaccini

Intanto è partita la corsa ai vaccini, che già esistono e sono approvati. Secondo le autorità sanitarie, infatti, i vecchi vaccini contro il vaiolo, un tempo obbligatori, sono protettivi anche nei confronti della variante delle scimmie. In Italia il vaccino contro il vaiolo è stato obbligatorio fino al 1977, dunque, chi è nato prima di quell’anno è considerato protetto. La protezione sarebbe pari all’85% e, in ogni caso, si tradurrebbe in una malattia lieve. Tuttavia, bisogna valutare l’effettiva protezione a distanza di decenni dall’inoculazione.

Nel frattempo, la Bavarian Nordic, società danese produttrice dell’unico vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie, ha però annunciato di essersi già “assicurata un contratto con un paese europeo non divulgato per la fornitura del suo vaccino contro il vaiolo IMVANEX®”.

Negli Stati Uniti, invece, si sta studiando il tipo di vaccino eventualmente più efficace nel caso in cui si dovesse decidere di avviare una nuova campagna vaccinale per i più giovani.

Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) raccomanda che “la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio” venga presa in considerazione “dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”.

La situazione in Italia

Tra gli Stati che hanno segnalato all’Oms casi di infezione c’è anche l’Italia, finora a quota 4 casi, l’ultimo accertato nella giornata del 23 maggio in Toscana. Si tratta di un giovane di 32 anni rientrato dalle Canarie, ricoverato all’ospedale San Donato di Arezzo.

Gli altri tre casi accertati si sono registrati nel Lazio. Si tratta di tre persone ricoverate allo Spallanzani, tutte in “buone condizioni cliniche”. Nel Lazio ci sono 15 persone in isolamento.

Nel nostro Paese ci sono Regioni, come il Friuli Venezia Giulia, che stanno allestendo i laboratori di riferimento per identificare eventuali casi.

fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/scimmia-toque-macaco-primate-4036088/

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